Il Festival internazionale di Musica con otto concerti nei borghi storici d’Abruzzo colpiti dal sisma
L’AQUILA – Il miracolo di “PIETRE CHE CANTANO” si ripete anche nel 2009, nonostante tutto. All’indomani del terremoto, sui luoghi della tragedia, torna il Festival internazionale di Musica. La Musica come memoria, condivisione e speranza. Felice connubio tra grande musica e preziose architetture, il Festival torna dal 30 luglio al 12 agosto nei borghi storici che quasi otto secoli fa parteciparono alla fondazione dell’Aquila. Ocre, Paganica, Fossa, Villa Sant’Angelo e Bominaco, luoghi brutalmente feriti dal sisma del 6 aprile, tornano ad ospitare la fortunata rassegna che ogni anno accoglie artisti prestigiosi con programmi musicali d’eccellenza. Otto concerti per la speranza, con la presenza in cartellone di artisti amici e fedeli estimatori del Festival che prestano gratuitamente la loro disponibilità per questa importante e significativa edizione. Perché anche un Festival di musica può essere inserito tra le cose da salvare per una comunità che, per un decennio, vi ha investito le proprie energie e risorse. Ha dunque un diverso rilievo il Festival, quest’anno. E non solo per essere alla X edizione, di beneficiare dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, o perché offre un programma di grande respiro artistico e culturale. Il sedimento di dieci anni di risultati, relazioni umane, amicizie e memoria, di affezione al Festival delle comunità che lo hanno visto nascere ed affermarsi, il legame dei musicisti provenienti da tutto il mondo che ne hanno determinato le fortune, costituisce un grande patrimonio morale e culturale che il brutale terremoto del 6 aprile non è riuscito a disperdere. Immediato e spontaneo, infatti, è stato il moto di solidarietà di tutti gli artisti ad offrirsi generosamente per questa edizione, pur se il programma ne ha potuto accogliere solo una parte, per comprensibili ragioni. Resta il valore del gesto, il segno d’una stima che supera ogni confine e dà la cifra stessa del notevole prestigio conquistato dal Festival che ora si rivela al meglio proprio per il dramma che vivono L’Aquila ed i suoi Borghi.
In questa splendida avventura lunga dieci anni, con oltre cento concerti, “PIETRE CHE CANTANO” si è affermato come un evento davvero singolare, ha infranto ogni schema e segnato nuove prospettive. All’alto livello delle scelte musicali ed alla qualità degli artisti il Festival coniuga la rarità di preziosi contesti per i suoi concerti: superbe chiese nei borghi, antichi monasteri, conventi immersi nella natura carichi di tanti secoli di storia, il paesaggio aquilano, i silenzi di questi straordinari luoghi d’arte, ideali per concentrarsi nell’ascolto. E poi l’immediata dimensione umana che nei piccoli centri si ritrova, rispetto allo smarrimento della grandi città, favorisce la naturalezza del rapporto tra il pubblico e gli artisti, come tra gli stessi musicisti. Questa la formula vincente di “PIETRE CHE CANTANO”, nata dall’intuizione d’una musicista straordinaria, colta raffinata e sensibile, qual è Luisa Prayer. Del Festival lei è l’anima e l’energia, non solo il direttore artistico. “PIETRE CHE CANTANO” è davvero un progetto culturale felice, dove musica ed arte accompagnano un turismo culturale di qualità alla scoperta di luoghi meravigliosi e inaspettati, talvolta perfino negletti.
Nella presentazione del programma alla stampa, ringraziando la Fondazione Carispaq ed il suo presidente Roberto Marotta per aver finanziato il Festival, Luisa Prayer ha dichiarato: “La quasi totalità delle Chiese e dei Conventi dove si tenevano i concerti del Festival –- sono oggi purtroppo inagibili, e probabilmente non ci rimangono che poche piazze e le tende, come spazi disponibili. Ma la Musica vuole essere ancora presente, per consolare, per infondere coraggio, per tenere uniti, e per dare un motivo in più per non arrendersi alla perdita dei bei luoghi d’arte che l’hanno accolta in tutti questi anni: la Musica, finché ne rimarrà fuori, ne reclamerà il recupero”. Il programma degli otto concerti ha come filo conduttore il recupero di memorie e presenze della storia del Festival che, nelle sue precedenti nove edizioni, aveva proposto repertori sempre nuovi. “Quest’anno – afferma Luisa Prayer in una sua nota – così come, salvandone ogni singola pietra, ci poniamo il problema del recupero di quei luoghi d’arte che erano la parte più bella del nostro paesaggio quotidiano, anche con il Festival ripartiremo dal recupero del suo patrimonio: la musica che abbiamo ascoltato, gli artisti che abbiamo incontrato”. Ecco quindi l’Ottetto di Mendelssohn, il Quintetto con il clarinetto di Mozart, il Quintetto per pianoforte e archi di Brahms, così come le Songs di Gershwin o i Tanghi di Piazzolla, solo per citare alcuni brani che hanno segnato momenti felici d’incontro del pubblico con la musica. Sono le pietre da salvare con le quali sarà ricostruita, insieme agli artisti d’altissimo livello che con generosità si sono offerti di tornare, la casa del Festival.
Si inaugura il 30 luglio, nell’incanto delle architetture del monastero di Santo Spirito d’Ocre. Il monastero è un’antica abbazia cistercense, la terza in ordine di fondazione in Abruzzo, dopo Santa Maria di Casanova e Santa Maria d’Arabona. Data l’anno 1226 l’inizio della costruzione, per opera dell’eremita Placido de Vena. L’impianto conventuale presenta l’aspetto d’un monastero-fortezza, edificato secondo i canoni dell’austera tradizione borgognona. Santo Spirito è un complesso imponente, con un’esposizione molto rilevata sulla piana, dal quale la vista sulla conca aquilana è davvero magnifica. Il restauro degli anni scorsi ha restituito all’abbazia gran parte della sua bellezza originale, salvandone parte degli affreschi e la singolare essenzialità architettonica delle costruzioni monastiche cistercensi, dove i secoli non spengono l’antica atmosfera. E dove la preghiera, ma anche l’arte e sopra tutto la musica, continuano oggi a trovarvi un luogo di forte elezione. E’ appunto qui che si tiene il concerto inaugurale. Aprono la decima stagione Rainer Honeck, konzertmeister dei “Wiener Philarmoniker”, insieme al Quartetto di Cremona, uno degli ensemble di maggiore spicco del panorama nazionale, Irene Tella, primo violino solista de “I Solisti Aquilani”, Piero Bosna, violoncello solista de “I Musici”, e la violista russa Anna Serova. Honeck verrà festeggiato per il suo sodalizio decennale con Ocre ed il Festival, ed eseguirà la Ciaccona in re minore (BWV 1004) di Bach. Il programma si chiuderà con l’Ottetto di Mendelssohn, che era stato un momento particolarmente felice del Festival 2005.
Il secondo concerto si tiene il 1 agosto nella tendopoli del Campo 4 di Paganica. Con Honeck, Bosna, la Serova e Andreoli, secondo violino del Quartetto di Cremona, torna il clarinetto di Alessandro Carbonare, tra i maggiori virtuosi di questo strumento e prima parte solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, con il Quintetto di Mozart, che lo scorso anno fu eseguito nella suggestiva trecentesca chiesa santuario della Madonna d’Appari di Paganica, ora inagibile, e la Serenata op. 8 per trio d’archi di Beethoven. Il 3 agosto, Alessandra Ammara e Roberto Prosseda, in un programma a 4 mani che ritrova le belle musiche del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn, nella versione originale per pianoforte a 4 mani, eseguita nella edizione 2005 del Festival, quindi la Fantasia in fa minore di Franz Schubert e cinque Danze Ungheresi di Brahms. Il 4 agosto appuntamento speciale a Fossa, nella chiesetta extra moenia di San Clemente, per il concerto finale dei migliori allievi della Masterclass per quartetto d’archi e gruppi da camera, condotta dal Quartetto di Cremona, per giovani strumentisti. Il 5 agosto, nuovo concerto nella chiesa di San Panfilo d’Ocre, unico tempio agibile di tutto il cratere sismico. Si esibisce il Quartetto di Cremona nel bellissimo ultimo Quartetto in fa minore di Mendelssohn, scritto in memoria della sorella Fanny, e poi nel Quintetto di Brahms per pianoforte ed archi, cui si affianca come pianista proprio Luisa Prayer.
Il 6 agosto il Festival si sposta a Bominaco per il Concerto di commemorazione, a quattro mesi dal 6 aprile, nella chiesa di Santa Maria Assunta, splendida testimonianza d’arte romanica che, con l’annesso oratorio di San Pellegrino completamente affrescato, è quel che rimane dell’alto-medioevale monastero benedettino. Il concerto è del Quartetto di Cremona, con gli allievi della loro masterclass, in un’esecuzione corale del quartetto di Haydn Musica sulle sette ultime parole del nostro Redentore sulla Croce. I nove movimenti saranno eseguiti da diversi quartetti, fino al tutti finale, sotto la direzione del Maestro Marcello Bufalini. L’attrice Sonia Bergamasco, con la sua profonda intelligenza musicale, accompagna l’esecuzione con una propria raffinata scelta di testi, da Jacopone da Todi a John Donne, da Thomas Eliot a Juan de la Cruz e Cristina Campo. Il 9 agosto un concerto classico jazz, protagonista il pianista e compositore Michele Di Toro, grande improvvisatore nei vari generi musicali. Con lui la splendida voce del soprano americano Mardi Byers, anche lei grande amica del Festival, per un libero percorso tra le più spettacolari Arie dell’opera italiana – dall’Adriana Lecouvreur di Cilea, dal Faust di Gounod, da Aida di Verdi e da due capolavori pucciniani, Tosca e Butterfly – e le Songs di Gershwin. Il 12 agosto l’ultimo concerto con il Duo El Tango, nella tendopoli del Campo base di Villa S. Angelo, uno dei paesi più duramente colpiti dal sisma. Qui il concerto d’un grande beniamino del pubblico di “PIETRE CHE CANTANO”, lo straordinario virtuoso della fisarmonica classica e del bandoneon, Mario Stefano Pietrodarchi, insieme al chitarrista Luca Lucini, per un programma ricercato ed elaborato in maniera del tutto personale sul Nuevo Tango argentino, con musiche di Astor Piazzolla, Ariel Ramirez, Francisco Canaro, Matteo Falloni, Angel Villoldo e Luis Bacalov, premio Oscar per le musiche del film Il postino con gli indimenticabili Massimo Troisi e Philippe Noiret.
Pur nelle oggettive difficoltà, il Festival non rinuncia quest’anno alla Masterclass per giovani musicisti, con frequenza gratuita. Come già nel 2008, è il Quartetto di Cremona che tiene il corso di perfezionamento per quartetto d’archi e musica d’insieme. L’organizzazione del Festival considera davvero molto importante portare all’Aquila gruppi di giovani musicisti, con il loro entusiasmo, per trascorrere un periodo di studio in mezzo a quanti si trovano ad affrontare la prospettiva d’un futuro estremamente problematico dopo il sisma, almeno nell’immediato. Una prospettiva che induce molti, soprattutto tra i giovani, ad abbandonare il territorio. Con la Masterclass si vuole invece incoraggiare un movimento che almeno idealmente contrasti la tendenza centrifuga, una delle più gravi conseguenze del disastro. Dal 29 luglio al 6 agosto i giovani strumentisti selezionati per il corso seguiranno gratuitamente le lezioni dei maestri del Quartetto di Cremona e terranno concerti nei luoghi del Festival e nella chiesetta di San Clemente, fuori dell’abitato di Fossa. Infine parteciperanno al concerto commemorativo delle vittime del sisma, nella chiesa di Bominaco. Il Festival, dunque, continua alla grande la sua bella avventura nei borghi dell’antico territorio aquilano. In questi dieci anni, con L’Aquila, sono stati suggestiva location dei concerti del Festival i borghi di Ocre, Villa Sant’Angelo, Paganica, Fossa, Bominaco, Capestrano, Tornimparte, Sant’Eusanio Forconese e San Demetrio ne’ Vestini, ospitati in meravigliosi scrigni d’arte ed accolti dal calore delle comunità locali. A questo punto è più che doveroso rendere merito a Luisa Prayer, che nel 2000 ha fondato il Festival internazionale “PIETRE CHE CANTANO” e ne è direttore artistico sin dalla fondazione.
Docente di musica da camera al Conservatorio “Alfredo Casella” dell'Aquila, Luisa Prayer è nata a Roma, ma è aquilana d’adozione. Pianista tra le più apprezzate della sua generazione, è stata allieva di Annamaria e Sergio Cafaro. Nel 1982 si è diplomata al Conservatorio di S. Cecilia in Roma e nel 1986 al Mozarteum di Salisburgo, sotto la guida di Gilbert Schuchter. Ha seguito i corsi di musica da camera tenuti da Riccardo Brengola all’Accademia Chigiana di Siena e all’Accademia Nazionale di S. Cecilia. Premiata in diversi concorsi pianistici e di musica da camera, si è perfezionata con Bruno Canino, Paul Badura Skoda, Rudolph Buchbinder, Valentin Berlinsky e, alla Fondazione Kempff, con Gerhard Oppitz. Come solista e camerista ha tenuto concerti in Italia (dove ha registrato anche per la radio e la televisione), Austria, Germania, Francia, Lussemburgo, Bulgaria, Giappone, Cina, Taiwan, Stati Uniti. Ha partecipato, in Giappone, al Moon Beach Okinawa Music Festival, e ai Festival di Sermoneta, Portogruaro, Kerkrade (Olanda) e Newport (USA). Dal 1985 al 1999 è stata componente del “Trio Clara Schumann”, col quale ha effettuato molte tournée all’estero. Ha inciso per le case discografiche RCA, Mediaphon, Musikstrasse e per Linfair ha inciso le due Sonate per pianoforte e clarinetto di Brahms, insieme a I-Nin Lee, premio “Tripode d'oro” del Ministero della Cultura di Taiwan. Con il violoncellista Luigi Piovano forma, da alcuni anni, un duo stabile, vantando un’importante attività internazionale concertistica e discografica (le due Sonate di Brahms, Vermeer, 2001, Opere di Camille Saint-Säens, Eloquentia 2004). Luisa Prayer, instancabile ed eccezionale promotrice culturale, è una delle personalità più attivamente impegnata nella diffusione della cultura musicale, in Italia e all’estero.
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