“URGE UN MINISTERO DEL MAGIC ITALY NEL MONDO”

Avete notato che i nostri prodotti tipici all’estero sono diventati organismi quasi estinti e umanamente modificati?

Non vorrei essere il solito controcorrente che sparla a sproposito tutte le volte. Vorrei pero’ rimarcare alcune osservazioni da me fatte in oltre trent’anni di residennza all’estero. (ovviamente dopo le mie affermazioni nessuno dei miei amici ristoratori mi fara’ piu’entrare nei loro ristoranti, correrro’ il rischio). Una delle mie preferite attivita’ e’ la cucina dopo alcune ore al PC mi scarica da tanta pressione, ne sono sposato da oltre 40 anni. Gia’ all’eta’ di quindici anni la bonanima di mia Madre mi lasciava tutti gli ingredienti per fare un ottima pasta asciutta per i miei fratelli. Sono ancora in grado di riprodurre nei minimi dettagli la cucina calabtittana, un paesino nella Valle del Sele, sconosciuto da Dio e gli uomini, ma questa e’ un altra storia. Per brevi periodi ho lavorato in vari ristoranti e ho ricoperto vari ruoli (tanto per sbarcare il lunario prima che diventassi per caso uno scrivacchino) Una volta nei paesini (e non solo) durante una passeggiata si poterva “assaporare” da una certa distanza il pollo arrosto, il sughettino della domenica, beh quei tempi ahime’, appartengono ai disnosauri. All’estero questi “antichi sapori” non sono mai approdati. Al momento io vivo in un appartamento soprastante un ristorante “tipicamente” italiano (non preuccupatevi il gestore non leggera’ mai questo articolo) purtroppo devo accontentarmi degli odori, che la parrucchiera adiacente usa.

Ho voluto fare questa premessa narrativa per enfatizzare che nel mondo ci sono 60 milioni di italici e potenziali consumatori del “cosi” ribattezzato Magic Italy. Veniamo al nocciolo del dibattito, negli anni sessanta i primi ad esportare la pizza all’estero (G.B.) fu la catena di “Pizza Express”, se qualcuno crede che a diistanza di 50 anni la nostra Pizza Tipica abbia preso il sopravento si sbaglia di grosso, la Pizza Express in Gran Bretagna resta ancora LA PIZZA. Noi “furbettini” abbiamo offerto una pizza tipica “taroccata”, usando prodotti di seconda categoria e del luogo, per non parlare dei nostri bei vini apprezzatissimi in tutto il mondo, taroccati anche quelli, se dovessimo quantificare tutti i Montepulciani, che approdono nel mondo si penserebbe che tutto il suolo italico sia contivato a vigneti.

Nel mondo non ci sono solo i nostri prodotti di qualita’ da ri-valorizzare e tutelare ma anche una multi-italicita’ da ri-apprezzare e italianizzare, questo puo’ avenire solo avendo un ministero, abolendo tutti gli enti inutili a partire dai Cgies, le circoscrizioni estere (questi in tre anni non hanno portato a casa un bel niente) i Comitati Permanenti di Camera e Senato, sapevate che ai presidenti spetta un ufficio, la macchina blu con austista privato e in piu’ tre mila euro di stipendio extra?. Vanno rafforzati i rapporti diretti con i comitati, le regioni e il mondo associazionismo in generale, in modo tale da raggiungere degli obiettivi realmente magici. Vogliamo ancora rimanere ad essere un popolo di costruttori di poltrone o intraprendere iniziative piu’efficaci? All’estero siamo stanchi di ascoltare comunicati e interrogazioni dagli eletti all’estero, senza esiti positivi vogliamo piu’ fatti, urge un ministero bipartisan, con persone capaci e preparate, senza avere le cosce lunghe o i capelli dipinti di rosso, con portafoglio da investire all’estero per un’Italia da cambiare, un ministero del fare e non dello spreco, a diretto contatto con i Comites, le Regioni e il Mondo Associazionistico all’Estero. Ministero cari lettori e italiani all’estero che andava istituito nel lontano 1948, per adempiere in toto l’articolo 35 della Costituzione Italiana www.governo.it/governo/costituzione/principi.html

Per ottenere pero’ dei risulatti duraturi nei tempi avvenire occorre la ciliegina, ossia il voto passivo e attivo a tutte le tornate elettorali. La verita’ e’ che ai politici ( e non solo) interessano poco i cambiamenti, il Belpaese e’ “bello” cosi’ com’e’ o com’e’ stato

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