NERI (PD): “IL CONSOLE CURCIO E DE GREGORIO PATETICI. MA DANNOSI PER L’ITALIA”

“L’ennesima e attiva partecipazione del console di Buenos Aires Curcio alla manifestazione del 4 luglio scorso promossa dal sodalizio berlusconiano De Gregorio – Caselli, ribattezzato “Fondazione Italiani nel mondo”, ha fatto toccare il fondo, compromettendone la residua credibilità, alle istituzioni consolari italiane in Argentina”. Lo afferma Luciano Neri (Coordinamento Nazionale della Circoscrizione Estero del Partito Democratico) il quale dichiara: “Nel corso della manifestazione è stata rilanciata la sgangherata proposta della candidatura di un personaggio come Esteban Caselli, senatore italiano con doppia cittadinanza, a Presidente della Repubblica Argentina. E’ facile intuire cosa pensino gli ambienti della Cancelleria di quel paese e il ridicolo di cui si sta coprendo con questa vicenda l’Italia. Nel corso di un’intervista televisiva rilasciata a margine della stessa manifestazione, il console Curcio ha riproposto per l’ennesima volta l’autoesaltazione delle proprie capacità organizzative operando un confronto – oggettivamente denigratorio – con i suoi predecessori e de facto con le loro incapacità. Quella che fino a ieri poteva sembrare l’autoreferenzialità di uno sbruffone, oggi sembra diventare autismo di provincia che dovrebbe cominciare a preoccupare le autorità diplomatiche italiane in Argentina e la Farnesina. Decine e decine di cittadini italiani, e tra questi anche esponenti di importanti istituzioni dell’emigrazione italiana in Argentina, – continua Neri – ci hanno scritto o telefonato informandoci che non presenzieranno più ad alcuna iniziativa pubblica o privata alla quale dovesse essere presente il console Curcio. E questo per evitare qualsiasi incomprensione o conflitto con le autorità argentine con le quali da decenni è stato stabilito un rapporto corretto e reciprocamente proficuo. Che dire poi della famosa dichiarazione alla stampa di qualche mese fa nella quale il console Curcio, rivolto al sottoscritto, testualmente affermava: “perché Neri non accetta un confronto pubblico con me su questi argomenti?”. Essendo sempre disposto a qualsiasi confronto con chiunque ho risposto pubblicamente di accettare con molto piacere la sfida. Di più, ho anche indicato una possibile data, il 4 giugno, coincidente con una mia presenza a Buenos Aires. Di più ancora, ho detto che se per Curcio fosse stata impraticabile quella data avrebbe dovuto lui sceglierne una e a me sarebbe certamente andata bene. Ma da quel giorno di Curcio si sono perse le tracce, è letteralmente scappato. Io sono ancora qui – afferma Neri -, sempre disponibile ad accettare la sfida. Curcio dimostri di non essere un chiacchierone pusillanime, né di appartenere a quella categoria di persone dalla lingua più veloce del cervello e mi dica se e quando vuole fare il confronto pubblico che ha chiesto. Nel frattempo io continuo a pensare e a dire le cose di sempre: 1) che le iniziative di Curcio con esponenti ed associazioni riconducibili al Popolo della Libertà, travalicano e offendono il ruolo di rappresentanza e di garanzia dell’Italia e degli italiani che un console deve esercitare; 2) che un diplomatico italiano in una realtà importante e sensibile come Buenos Aires dovrebbe avere un’attitudine comportamentale e linguistica molto diversa, autorevole e responsabile; 3) che la famiglia Curcio da troppo tempo ricopre incarichi consolari in Argentina e a Buenos Aires; 4) che un passo indietro del console Curcio e il trasferimento ad altra sede servirebbero anche per superare sospetti o interpretazioni che comunque non giovano alle istituzioni italiane; 5) che il Ministero degli Esteri e l’ambasciatore Ronca, che è tra l’altro uno di quelli sottoposti alle critiche di Curcio, sbagliano a sottovalutare la vicenda e a ritardare interventi urgenti senza i quali resta il calvario quotidiano della Farnesina e dell’ambasciatore stesso, oltre che la sfiducia nei confronti di istituzioni italiane che appaiono condizionabili, di basso profilo e non rappresentative”.

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