Il governo Berlusconi vuole piazzare nellÂ’Isola una centrale nucleare, forse, dalle parti di Licata, in provincia di Agrigento.Mia citta´nativa
Non è una sorpresa, ma una notizia attesa, da taluni perfino desiderata. Perciò, nessuno può fingere quasi che lÂ’avesse appresa dai giornali. La cosa è nota da tempo e forsÂ’anche politicamente concordata con le autorità siciliane.
Mancava solo la copertura legislativa ed anche questa, nei giorni scorsi, è arrivata dal Senato.Certamente a Palermo ´´e la sede della regione Siciliana , Catania e vicino
all´Etna.Quale posto migliore é meglio della terra degli emigrati.
Entro sei mesi si dovranno avviare gli adempimenti conseguenti, compresa la scelta del sito, sulla base di una procedura molto sbrigativa, perfino sostitutiva dei poteri locali, che certo non lascia tempo e possibilità dÂ’intraprendere eventuali azioni di verifica e/o di contrasto.
Sei mesi sono pochi per una questione così complessa e preoccupante. Troppo pochi.
E dire che su questa materia la Regione siciliana ha competenza primaria.
Non è la prima volta che si vuole portare in quella parte della Sicilia, zona ad alta sismicità, una centrale nucleare.
Ricordo per gli smemorati che nel 1979 ci tentò il capo di governo dellÂ’epoca, con Giulio Andreotti, il quale aveva trattato con i canadesi due impianti del tipo “Candu” da realizzare uno in Sicilia e un altro in Sardegna.
Con molta fermezza , cordialità e proteste, anche a livello parlamentare, lÂ’abbiamo fatto annullare.Allora noi non eravamo emigranti. Eravamo studenti.
Non per un astratto principio antinucleare, ma perché allora era in arrivo in Sicilia il metano algerino.
Oggi, purtroppo, sappiamo che cosa pensano e soprattutto che cosa fanno i ministri, sottosegretari e i parlamentari siciliani. Intorno a queste importanti questioni soltanto silenzio! Un omertoso, intollerabile silenzio.
Non più “il paradiso” che tante generazioni di siciliani hanno sognato (il turismo diffuso, lÂ’agricoltura di qualità, la pesca e lÂ’economia del mare, lÂ’innovazione tecnologica, i grandi servizi di trasporto e di commercializzazione, ecc.), ma un grande serbatoio dÂ’energia, collocato nel cuore del Mediterraneo, al servizio dellÂ’inarrestabile crescita di un nord già saturo, verso il quale, come ha scritto ieri la Svimez, continuano ad emigrare i giovani siciliani e meridionali. Almeno 700.000 negli ultimi anni.
Perciò, chi, a Roma e a Palermo, è chiamato a decidere su tali materie deve sapere che si assume la tremenda responsabilità dÂ’ipotecare il nostro futuro e quello dei nostri figli, nipoti e pronipoti. La faccenda è terribilmente seria e va ben oltre le misere diatribe politiche, le sordide convenienze e le promesse di qualche centinaio di posti di lavoro.
Noi italiani all´estero
– Lo sappiamo che la Germania ha annunciato la sua decisione di chiudere i suoi ultimi reattori nel 2021 e il Belgio nel 2025.
– Lo sappiamo che la Spagna si prepara a smantellare le sue nove centrali nucleari.
– Lo sappiamo che lÂ’Austria , il Belgio, lÂ’Estonia, lÂ’Irlanda, la Lituania il Lussemburgo, Malta e Portogallo sono nettamente contrarie al nucleare.
– Molti amministratori si sono espressi, sullÂ’argomento affermando non siamo contrari alle centrali atomiche ma non le vogliamo nel nostro territorio.
Noi siamo assolutamente contrari allÂ’istallazione nel nostro territorio di una centrale nucleare dove non esistono .
Ci sarebbe un grosso ed evidente pericolo per la salute pubblica ed una contaminazione del territorio irreversibile, con gravi conseguenze sullÂ’agricoltura, uno spreco di risorse pubbliche per i finanziamenti alle multinazionali dellÂ’energia, una grande svalutazione degli immobili ed un colpo mortale ad un territorio già martoriato ed un ulteriore blocco dello sviluppo turistico ed economico .
Cambiano Rosario
Colonia