Il profumo della storia

Il primo agosto viene presentato a Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo, un libro singolare in una data straordinaria. Esattamente il primo agosto cade il trecentesimo anniversario dell’avvio delle attività commerciali in der großen bottengassen, a Colonia, della ditta G. B. Farina & Borgnis. Il vigezzino Giovanni Battista Farina, prima con il futuro cognato, poi con i fratelli Giovanni Maria e Carlo Girolamo, mai pensava d’essere all’origine di quella che diverrà la gloriosa ditta Johann Maria Farina gegenüber dem Jülichs-Platz conosciuta in tutto il mondo per via dell’Acqua di Colonia. Dopo la morte di Giovanni Battista (1732), e dopo che Carlo Girolamo s’era trasferito a Düsseldorf dove in società con un’altra famiglia vigezzina intraprenderà una fortunata carriera mercantile, Giovanni Maria (quasi cinquantenne) si occuperà del destino dell’impresa Les frères Farina trasferitasi nel frattempo all’attuale indirizzo, gegenüber dem Jülichs-Platz.
Il volume, patrocinato dalla Regione Piemonte ed edito da Interlinea (Novara), ha un titolo che è un programma: Il Piemonte in Europa, 500 anni di emigrazione dalla Valle Vigezzo: la famiglia Farina e l’Acqua di Colonia. L’autore, lo storico Luigi Rossi esperto della presenza italiana nell’area di lingua e cultura tedesca, ci offre i risultati di quasi vent’anni di lavoro e ricerche. Questa fatica è la prima opera che raccoglie un millennio di storia piemontese-europea, con nomi, anche femminili, a testimonianza di un’emigrazione non solo al maschile. Opere, percorsi e merci. In particolar modo veniamo a conoscenza di come l’emigrazione vigezzina e ossolana nell’area di lingua e cultura tedesca, tra 1600 e 1700, sia riuscita a creare una rete commerciale e distributiva molto simile a quella dei lombardi medievali.
Due nomi su tutti, Feminis e Farina, monopolizzano la seconda parte della fatica di Rossi, senza trascurare altre storiche famiglie dell’emigrazione vigezzina: Mellerio, Barbieri, Cantadore, Cioja… Due nomi, Feminis e Farina, che compaiono in Renania già nei primi anni del 1600 e daranno vita a leggende e racconti incredibili, stranamente ignorati da romanzieri, storici e cantastorie.
È possibile percepire in questo volume il profumo della storia (e non solo la storia della moderna arte profumiera), come anche i miasmi della polemica. La fragranza di questo profumo proviene dall’archivio Farina, ricchissimo fondo che ricorda il Datini di Prato, prodigo di tracce per la storia del costume, dell’economia e della cultura: per la Val Vigezzo, per la città di Colonia e per le città europee in cui operavano, con successo, vigezzini e italiani. Da Amsterdam a Parigi, da Rotterdam a Liegi, da Amburgo a Francoforte, da Basilea a Norimberga. Una fragranza tutta nuova, quella originata dall’archivio Farina gegenüber, che sconfigge leggende e misteri, presentandoci una storia sinora taciuta oppure falsificata.
Grazie alle ricerche dell’autore, supportate da indagini e studi su volumi che da decenni sono stati messi all’indice da chi sembra abbia creato un cartello dell’Acqua di Colonia, risalta in tutta la sua operosità Giovanni Paolo Feminis, nativo di Crana. Per quel che riguarda la famiglia Farina, è possibile osservarla mentre si dibatte, nei primi decenni della sua esistenza, in quelle difficoltà economiche che serviranno a temprarne capacità e caparbietà.
G. P. Feminis, grazie a una lettera dello zio dei fratelli Giovanni Maria, Giovanni Battista e Carlo Girolamo, è un vigezzino toccato dal successo. Dopo gli anni dell’amaro apprendistato a Magonza, è chiamato dalla zia Caterina Feminis, vedova Bernardi, a Colonia. Ben presto gli arrise il successo e potrà rispondere picche alla ripetuta richiesta d’un ingente prestito da parte dello zio dei fratelli Farina. Feminis risulta produttore d’una sua Eau admirable. Inoltre, viene accertata, grazie a un ritrovamento nell’archivio della diocesi di Novara, una sua donazione alla parrocchia di Santa Maria Maggiore a conferma di antiche tradizioni. Si diradano le nebbie su questo personaggio, tra i maggiori contribuenti della città di Colonia, proprietario di un immobile e di una ricercatissima boutique. Non solo. Negli ultimi anni di vita, egli è stretto d’assedio dai vigezzini residenti in Renania per donazioni ai poveri e strutture religiose e sociali della Valle. Non dimentichiamo che anche la vedova Feminis si adopererà per aiutare i poveri di Colonia e Rheinberg, cittadina nella quale era nata.
La famiglia Farina appare denudata da ogni leggenda e aspetti agiografici. Giovanni Maria Farina (Maastricht), lo zio che chiamerà i tre nipoti a Colonia, viene mostrato in tutta la sua disperazione: dilaniato dal crollo della sua avventura commerciale e familiare a Maastricht, deluso dai nipoti, in particolar modo da Giovanni Maria, il fondatore di J. M. Farina gegenüber.
Le difficoltà economiche investono anche i fratelli Farina, a Colonia. L’esercizio avviato sembra non voler decollare. I creditori assediano Giovanni Battista e Giovanni Maria, mentre Carlo Girolamo sceglie di operare a Düsseldorf, dove avvia uno dei due importantissimi rami Farina di quella città. Düsseldorf, forse più di Colonia, è la città che darà i natali a diverse personalità che opereranno a Bonn, Colonia e Parigi. I membri del ramo derivante da Carlo Girolamo sono tra i più attivi per il successo commerciale e culturale dell’Eau de Cologne, basti ricordare Jean Marie Farina (Paris), il personaggio del famoso racconto A modest celebrity di John Ruffini.
Il volume, anche grazie all’importante sezione della terza parte, mette in luce che il successo Farina potrebbe aver preso l’avvio a partire dal 1736, anno della scomparsa del Feminis. Grazie a statistiche e grafici, originati dalle migliaia di lettere in uscita per il periodo 1716-1768, si è colpiti di come la corrispondenza commerciale aumenti sensibilmente proprio attorno al 1736.
Il volume sfata leggendarie origini anconetane della famiglia Farina e, soprattutto, il mito di un successo economico (e culturale) per grazia ricevuta. L’autore ci informa sulle decine di Eau de Cologne, primo prodotto falsificato su grandissima scala. Sui diversi luoghi di produzione (Düsseldorf, Bonn, Colonia, Parigi), sull’inflazione di piccole o medie imprese ognuna retta da un G. M. Farina reclutato, generalmente, in Lombardia. L’Acqua di Colonia: elemento che ci aiuta a comprendere l’anima e il gusto di ben tre secoli. L’Eau de Cologne: origine dell’arte profumiera moderna e traccia, per quel che riguarda la storia del costume, degli artifici e fascino della pubblicità, mezzo che Jean Marie Farina (Parigi) userà magistralmente per divulgare le qualità e la storia (vera o presunta) della sua Eau de Cologne.
Luigi Rossi, storico che vive a Bochum in Vestfalia, è conosciuto per il suo impegno mirato alla scoperta e proposta della storia della presenza italiana in Germania e nel Mondo. A questo tema dedicò un volume apparso nel 1995 con l’emblematico titolo J.P.F. – Aqua mirabilis. Utilizzando il genere del romanzo storico, portava il lettore a confrontarsi con personaggi, mestieri e percorsi che appartengono alla storia dell’emigrazione italiana nell’area di lingua e cultura tedesca. Giovanni Paolo Feminis ne era il personaggio centrale. Emigrante, venditore ambulante, profumiere cui arriderà, in quel di Colonia, la fortuna. Una vicenda d’emigrazione sconosciuta e controcorrente: quella d’un perdente, inghiottito dalla dismemoria seminata da chi ne avrebbe dovuto onorare l’opera e il ricordo.
L’autore, premiato nel corso del 2008 con il Premio Giacomo Matteotti per il volume Monongah!, ci presenta due opere che si completano. Piemonte in Europa, 500 anni di emigrazione dalla Valle Vigezzo per il trecentenario Farina e J.P.F. – Aqua mirabilis che ripropone ambienti e linguaggio, tradizioni e personaggi dell’emigrazione italiana, e piemontese in particolare, nell’Europa sei-settecentesca.
Difficile dire se Piemonte in Europa, 500 anni di emigrazione dalla Valle Vigezzo metterà fine alle polemiche Feminis-Farina. Sicuramente illumina un personaggio volutamente oscurato per almeno un secolo e mezzo. In ogni caso l’emigrazione vigezzina, ossolana, piemontese e italiana dispongono ora di un biglietto da visita che ne sottolinea una storia di coraggio, successi e insuccessi. Una storia che appartiene alla Germania, come alla Francia. Una storia europea. Dove il profumo della storia (e non solo la storia di un profumo) coinvolge “il Paese ospitante, ma anche e soprattutto le comunità d’origine, beneficiarie di rimesse, preziose come l’ossigeno e la luce”.
Luigi Rossi
Il Piemonte in Europa
500 anni di emigrazione dalla Valle Vigezzo:
la famiglia Farina e l’Acqua di Colonia
presentazione di Mercedes Bresso (Presidente Regione Piemonte) e Teresa Angela Migliasso (Assessore al Welfare, Lavoro, Immigrazione ed Emigrazione)
(con sintesi in tedesco di 30 pagine)
pag. 172
Edizioni Interlinea (Novara)
ISBN 978 – 88 -8212 – 679 – 7
Prezzo 22 euro
www.luigi-rossi.com
www.johannpaulfeminis.de (nei prossimi giorni)

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