FESTA DELLA CITTADINANZA

Ho deciso di dare maggiore risalto all’atto di concessione delle nuove cittadinanze perché diventare italiani non deve essere né una cosa scontata né un atto di routine. Ho quindi pensato di riunire in un unico appuntamento mensile i neo-cittadini (stamattina erano 4: due romeni, una peruviana ed un ragazzo delle Seychelles) e che per il loro giuramento vengano in Municipio con i loro parenti e gli amici così che sia quindi un atto ricordato e di festa, dopo aver dimostrato non solo di averne i titoli di legge, ma anche di conoscere un poco la città e i suoi organismi. A tutti viene donata anche una bandiera italiana e la copia della Costituzione (se si giura in nome di Essa bisogna pur conoscerla, ma purtroppo la conoscono poco anche molti italiani…). Insomma un’iniziativa per dare il giusto rilievo ad una cerimonia che spesso corona una lunga esperienza di vita e deve dare senso civico e di appartenenza. Quanti invece di quelli che acquistano per legge la cittadinanza italiana all’estero – magari in Sudamerica e solo perché il loro bisnonno era italiano – hanno questi requisiti? Basta avere qualche goccia di sangue italiano ed anelare ad un passaporto solo per le facilità economiche e di viaggio per “meritare” questa cittadinanza? Credo che sarebbe davvero opportuna una serena riflessione per una necessaria riforma perché – pur partendo con buone intenzioni – si è costruito un mostro giuridico.

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