Berlusconi-Tremonti schifo: salvati evasori, corruttori, bancarottieri

Oggi 13 luglio scadranno i termini per presentare gli emendamenti al recente “decreto anticrisi”. Ci si attende che il governo ne depositi uno con un condono per il rientro dei capitali dall’estero (scudo fiscale). Uno dei principali quotidiani nazionali dichiara di esssere entrato in possesso della bozza. In sette commi vi sarebbe ben di più:
un condono generalizzato per una nutrita serie di reati penali di carattere economico: dal falso in bilancio, alla bancarotta fraudolenta, dall'emissione di fatture false a tutti i reati tributari. La smentita del Ministero della Finanze è assai poco convincente. Non saremmo in presenza, dunque, solo di una gigantesca operazione di riciclaggio di denaro sporco, protetta e favorita dallo Stato. Viene infatti stabilita la “ non punibilità” per i reati tributari previsti dagli articoli 2-11 del decreto legislativo n.74 del 2000, ovvero tra le altre l'omessa dichiarazione, l'emissione di fatture false, la dichiarazione fraudolenta. Vi sarebbe poi un colpo di spugna anche sui reati societari, di cui all’articolo 2621 del codice civile: il falso il bilancio, reato che Berlusconi ha già reso eludibile, in quanto procedibile solo su querela di parte, ma pur sempre passibile di una pena fino a 5 anni. Vi rientrano inoltre tutta una serie di reati degli amministratori di una società, dalle manovre fraudolente sui titoli alla valutazione esagerata di conferimenti e acquisti. La sanatoria si estenderebbe anche ai reati della legge fallimentare, bancarotta fraudolenta inclusa. Dunque tutte le vicende Tanzi, Cragnotti, Ricucci e gli altri “furbetti del quartierino, quelle i cui sono implicati banchieri come Geronzi e Fiorani, finirebbero tutti a “tarallucci e vino”. Solo qualche giorno fa Tremonti in modo entusiastico si beava di aver introdotto il principio dell’inversione dell’onere della prova per il denaro detenuto dai privati (non dalle società) nei paradisi fiscali, “prendendo letteralmente per il culo” gli italiani. (Mi scuso per l’espressione per me inusuale ma ogni limite è ormai superato.) E Berlusconi firmava, immagino con mano tremante, un protocollo dei G20 a Londra contro gli stessi paradisi fiscali. Entrambi dicevano che lo scudo fiscale sarebbe stato fatto in chiave europea. Ma come ha più volte dichiarato la Commissione Europea “non c’è al riguardo alcuna iniziativa europea”. Ed ancorta una volta il primo a trarne vantaggio sarà lo stesso Berlusconi, che nei paradisi fiscali ha circa 60 società, come è emerso nel processo Mills. La scelta poi di infilare in un decreto già in vigore ed in sede di conversione un provvedimento di clemenza appare di per sé anticostituzionale. Cosa ne dice il Presidente della Repubblica?

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