L’on Amalia Schirru ha inviato oggi al Ministro degli Affari esteri, Frattini, una nota per scongiurare la chiusura dei consolati italiani all’estero

Dichiara l'on Schirru: “Sembrano assurdi, immotivati e assolutamente poco chiari i criteri scelti per la chiusura delle sedi consolari. Il Consolato di Amburgo, la cui sede tra l’altro, è di proprietà dello Stato Italiano e il cui valore immobiliare andrà a crescere nel corso degli anni a venire, è stata proposta come sede di chiusura, trascurando di fatto, che la vendita dell’immobile porterebbe un’entrata sicuramente non consona al suo reale valore, poiché la crisi nel mercato immobiliare ne causerebbe una svendita. Anche al fine di evitare nuovi problemi e gravi ripercussioni sull’occupazione, già duramente messa alla prova, le chiedo di adoperarsi tempestivamente per il blocco del procedimento e scongiurare quindi la chiusura del consolato.

Di seguito il testo integrale della nota.

Al Ministro degli affari esteri
On. le Franco Frattini

Cagliari, 6 luglio 2009

Onorevole Ministro,

la comunità italiana appartenente alla circoscrizione del Consolato Generale d''Italia in Amburgo, insieme al personale del Consolato stesso, alle Associazioni e Istituzioni italiane locali e al Comites di competenza, mi hanno segnalato notevoli preoccupazioni rispetto la notizia concernente la chiusura del Consolato di Amburgo, uscita anche sulla stampa locale e italiana, data annunciata il 10 giugno 2009 dal Sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica durante un’audizione davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato. Il consolato di Amburgo, insieme con altri sedici (Bruxelles, Genk, Liegi, Mons, Saarbrücken, Norimberga, Mannheim, Manchester, Lilla, Mulhouse, Coira, Losanna, Brisbane, Detroit, Filadelfia, Durban, un'ambasciata in Africa, Lusaka, e al declassamento di quattro consolati Generali di Basilea, Gedda, Karachi e Alessandria d'Egitto), farebbero parte del programma di razionalizzazione della rete consolare mondiale.

L’avvenuta chiusura di diverse sedi consolari tra cui ad esempio Lipsia, Bastia, Chambery, Annecy, Vienna, Innsbruck, ha avuto come risultato immediato quello di non aver ancora superato i disagi che la mancanza di servizi ha procurato. Anziché smantellare la rete consolare, specialmente in Germania, dove risiede una comunità di circa 700.000 italiani, si auspica, invece, di rafforzare le esistenti sedi consolari con mezzi moderni e personale qualificato al fine di contribuire alla soluzione di gravissimi problemi sociali della nostra comunità.

Il risparmio con cui si motivano le scelte del Ministero per la chiusura dei consolati, considerate le spese per la chiusura delle sedi in parola, il ricollocamento del personale in servizio, il trasferimento degli archivi e attrezzature nelle sedi riceventi, che potrebbero non essere del tutto idonee ad accogliere quanto sopra enunciato, appare già ad un’analisi approssimativa, irrisorio e, si teme, si dimostrerà tutt'altro che tale.

Mentre le altre amministrazioni cercano di ottenere un minimo di copertura finanziaria per ciò che è di loro competenza, come ad esempio la sanità, la scuola, la ricerca, il Ministero degli Affari Esteri propone “il sacrificio di circa 410.000 cittadini italiani”, dimostrando ancora una volta scarsissimo interesse per le esigenze dei connazionali residenti all'estero, che per ottenere i servizi che spettano loro dovranno in futuro affrontare viaggi anche di 500 chilometri. Un cittadino, in Italia, per ottenere i servizi che gli spettano si rivolge al proprio comune o alla propria prefettura, senza dover percorrere chissà quanti chilometri. Perché ciò non deve valere anche per i residenti all’estero? Al contrario, a questi ultimi è ridotta se non addirittura annullata, l’erogazione di finanziamenti, con conseguente diminuzione di possibilità di intensificare o vita sviluppare i rapporti economici, commerciali e politici.

Nello specifico del Consolato Generale di Amburgo è necessario rilevare numerosi aspetti che dovrebbero far desistere dall’ipotesi della chiusura. Amburgo, infatti, con quasi 1.800.000 abitanti è la seconda città della Germania dopo Berlino per popolazione, con notevolissima importanza sia dal punto di vista economico, politico e sportivo. In Europa è la seconda città non capitale per popolazione. Ha un alto tasso di cittadini stranieri residenti tra i quali, circa 8.000 italiani e risulta essere la più internazionale delle città tedesche.
E' una città in continua evoluzione e in continuo aumento di popolazione, grazie anche alla sua dinamicità economica. Anche dal punto di vista turistico è la seconda città europea dopo Barcellona e prima di Vienna e Copenhagen.

Dal 2007 ad oggi il numero di Italiani iscritti nell'Anagrafe del Consolato è aumentato di 1629 unità. L'internazionalità di Amburgo si nota soprattutto dal numero di consolati in città, adesso 103 (la città d'Europa con più consolati e la terza a livello mondiale dopo New York e Hong Kong). Recentemente da un sondaggio sulla vivibilità delle diverse città mondiali essa è la prima città tedesca al quattordicesimo posto, prima ancora della capitale Berlino. Tale sondaggio avrà sicuramente ripercussioni sui movimenti futuri, non solo turistici, ma anche residenziali.

Amburgo, inoltre, grazie alla sua posizione geograficamente strategica, è sede del nodo ferroviario con il più grande scalo di smistamento dell'Europa (Maschen) ed ormai diventata la porta verso Oriente, con le nuove linee ferroviarie verso Berlino e quindi verso Minsk – Mosca e la Cina.
La città ha un’enorme importanza commerciale, è punto di snodo sia per i collegamenti con il nord dell’Europa che con la zona baltica, costituisce il terminal degli oleodotti che la collegano alla Russia e al mar del Nord. Per esempio, la Raffineria BP ha sede nella città dal 1950 e ora, nel progetto di ristrutturazione, si è scelto Amburgo come sede centrale europea.

Il porto marittimo di Amburgo è il primo in Germania, il secondo d'Europa ed il quarto a livello mondiale, con un movimento d'affari di 9,9 milioni di container (TEU). Vi è il più grande centro di magazzinaggio (Speicherstadt) visitato in diverse occasioni anche da autorità portuali italiane, come Trieste, che intendono adottare il sistema logistico del porto amburghese.
Grazie agli ottimi rapporti tra il Porto di Amburgo e le Società Armatrici italiane, l'Italia è stata scelta nel 2008 come Paese partner alla manifestazione annuale organizzata dalla HPA (Hamburg Port Authority), che vede la partecipazione di circa 7000 ospiti internazionali.
Le navi con bandiera italiana che ogni anno attraccano ai Porti di Amburgo, Bremerhaven, Kiel, Wannemünde e Rostock per cui il Consolato è competente sono circa 95, senza considerare quelle da crociera che durante la stagione estiva, due o tre volte la settimana, si rivolgono al Consolato per il disbrigo di pratiche commerciali e navali. Di prassi il disbrigo delle pratiche solite per la navigazione comporta un impegno da parte di una persona di un paio d’ore, secondo la complessità e quantità dei documenti da rilasciare o vidimare. Il quesito che ci si pone è chi provvederà al disbrigo di queste pratiche con altrettanta velocità ed efficienza, visto il breve periodo di permanenza delle navi in porto? La distanza fra Amburgo e Berlino oppure fra Amburgo e Hannover farebbe cadere il principio di pronta assistenza e collaborazione finora esistenti e creerebbe dei disagi non indifferenti.

Amburgo poiché centro dei traffici nel Nord dell’Europa oltre che della Germania, è la sede ideale per catalizzare l’attenzione di soggetti economici. Sono un migliaio le imprese italiane collegate per affari alla città stato di Amburgo con un fatturato annuo di circa un miliardo e 500 milioni di euro. I rapporti commerciali tra Amburgo e il nostro Paese hanno aumentato la loro rilevanza negli ultimi dieci anni e concernono i settori più disparati: da quello automobilistico alla tele-comunicazione, dal settore medico a quello sportivo, dalla ristorazione all’industria pesante.

Negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento di Associazioni italiane di carattere culturale, per cui l'Autorità consolare, pur non dando sempre un supporto economico, contribuisce con la propria partecipazione e patrocinio ed è punto di riferimento non solo per le Associazioni e Istituzioni italiane, bensì anche per quelle tedesche presenti sul territorio sensibili alle temi culturali europei e italiani. Ad Amburgo hanno sede poi 850 Fondazioni e per questo è definita per questo “la città delle Fondazioni della Germania” che amministrano un patrimonio di tre miliardi di Euro. Inoltre, grazie all'intervento delle Autorità Consolari che ha portato alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la Città Stato di Amburgo e il Governo Italiano, firmato una prima volta nel 1999 e rivisto nuovamente nel 2006, funzionano da sei anni il liceo bilingue italo-tedesco Corvey nella Corveystrasse e da dieci anni il modello di scuola elementare bilingue italo-tedesco presso la Scuola Döhrnstrasse, a cui è stato affiancato dal 2008 anche l'asilo bilingue della Schatzkiste con una frequenza di circa 45 bambini italiani.
La frequenza della scuola elementare è di 106 bambini su un totale di 303 e quella del ginnasio è di sessanta bambini italiani. Per una percentuale complessiva del 35%.
I corsi di lingua e cultura italiana e di sostegno organizzati dall'Ente gestore Scuola Italiana vedono la partecipazione di 403 tra bambini e ragazzi.

Negli ultimi anni in Italia a causa del progressivo ridursi degli investimenti sulla ricerca si registra una costante fuga dei cervelli. Numerosi professionisti italiani qualificati decidono di emigrare all'estero per fare ricerca o per lavorare in ditte ad alta tecnologia come, per esempio, l’Airbus e il DESY (Deutsches Elektronen-Synchrotron), il più importante centro di ricerca europeo nel campo della fisica del sincrotrone, all’interno del quale si trova l'unica sorgente di radiazione Free-Electron-Laser (FLASH) adesso in funzione e in cui lavorano circa quaranta persone tra tecnici, esperti e docenti italiani, provenienti da diverse università italiane. A questo proposito si cita il recente contratto stipulato tra la regione Campania e la Città Stato di Amburgo a proposito degli ingegneri spaziali.
La città è anche sede del consorzio d’imprese che costruisce l’Airbus, con 57.000 dipendenti e ha numerosi centri di ricerca in tecnologie avanzate. Il Cluster Aerospaziale occupa oltre 36.000 addetti ed è il principale polo dell’industria civile aeronautica europea, con una qualificata presenza di tecnici italiani sia presso Airbus sia presso la Lufthansa. Quest’ultima, infatti, insieme con oltre 300 imprese, copre con competenze di alto profitto, l’intera filiera produttiva aeronautica dalla costruzione alla manutenzione, riparazione, revisione degli aeroplani.

In conclusione, sembrano assurdi, immotivati e assolutamente poco chiari i criteri scelti per la chiusura delle sedi consolari. Il Consolato di Amburgo, la cui sede tra l’altro, è di proprietà dello Stato Italiano e il cui valore immobiliare andrà a crescere nel corso degli anni a venire, è stata proposta come sede di chiusura, trascurando di fatto, che la vendita dell’immobile porterebbe un’entrata sicuramente non consona al suo reale valore, poiché la crisi nel mercato immobiliare ne causerebbe una svendita.

Anche al fine di evitare nuovi problemi e gravi ripercussioni sull’occupazione, già duramente messa alla prova, le chiedo di adoperarsi tempestivamente per il blocco del procedimento e scongiurare quindi la chiusura del consolato.

Confido pertanto in un suo urgente intervento e con l’occasione, porgo cordiali saluti.

On Amalia Schirru

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