COL G8 TORNA GHEDDAFI: ATTENTI ALLA DIGNITA’

Arriva il G8. E con il G8 arriverà per la seconda volta in Italia anche Muammar Gheddafi, l’imprevedibile leader libico, questa volta come rappresentante dell’Unione Africa (carica a rotazione e della durata di un anno). Nel corso del suo primo soggiorno italico, avvenuta nel mese di giugno, sul piano dell’immagine e della dignità nazionale non abbiamo certamente fatto una brillante figura.
“In nome del business”, ha dichiarato a Politicamentecorretto Giovanna Ortu, Presidente AIRL (Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia) “e dei grandi interessi petroliferi, degli investimenti in Fiat, Eni e Unicredit, sono state consentite a Gheddafi delle liberalità che probabilmente in altri Paesi, come l'Inghilterra, la Germania o la Francia non gli sarebbero mai state concesse. Penso solo” ha detto ancora la Ortu, “alla visita al Quirinale con la foto appiccicata al petto dell'eroe libico Omar al Mukhtar, ucciso dai fascisti. Ebbene, credo che ci sia un limite a tutto. Per fortuna il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha avuto un sussulto di dignità cancellando un incontro alla Camera dopo due ore di ritardo”.
Ecco il punto. Il Presidente della Repubblica, che è il rappresentante supremo della Nazione italiana non doveva, a nostro modesto parere, permettere una simile sfida mediatica. Già siamo stati l’unico ex paese coloniale del mondo che oltre alle scuse ha accettato di pagare un maxi risarcimento per il periodo coloniale di 5 miliardi di dollari in vent’anni. E ciò dopo di un primo consistente risarcimento effettuato (ma non riconosciuto da Gheddafi) nel 1956. Poi siamo stati così ‘buoni’ da non fare entrare in questi calcoli i beni confiscati agli italiani nel 1970 dopo il colpo di Stato: beni che ai valori attuali ammonterebbero a 3 miliardi di Euro. In compenso, siamo stati abilissimi a fare affari di tutti i tipi con Libia, salvo a trovare solo dopo quarant’anni qualche spicciolo per indennizzare almeno in parte i 20 mila italiani che dal 1911 (era Giolitti) sono stati costretti a lasciare l’Italia, quasi sempre in povertà.
Ora è stato firmato un importante accordo di amicizia tra i due Paesi. Appare più che ragionevole essere contenti che la Libia sia diventata un grande partner commerciale dell’Italia e che ci fornisca l’energia necessaria per sviluppare il nostro Paese. E’ comprensibile, inoltre, che in nome della real politic, si possa accettare tutto e di più. Anche molte pagine nerissime dei nostri rapporti passati. Ma c’è una cosa che non dovrebbe mai essere messa in svendita. La dignità nazionale e su di essa il capo dello Stato dovrà sempre vigilare. Quindi, ben tornato Gheddafi, ma questa volta stiamo attenti agli scherzi. Lo chiediamo soprattutto al Quirinale.

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