Pierre Maudet

Pierre Maudet, nato nel 1978 è uno dei più giovani Consiglieri Amministrativi di tutti i tempi. In carica al Dipartimento dell'ambiente urbano e della sicurezza della Città di Ginevra, Maudet é impegnato anche in altri settori quali la naturalizzazione e in diversi organismi. Sposato con Catherine e padre di due figli, il Consigliere Amministrativo è anche appassionato di nuoto e delle lingue nazionali. Ha soggiornato in Germania per il tedesco e tre mesi a Siena per imparare l’italiano, una lingua che parla correttamente.

Sig. Maudet, oltre ad altri incarichi, si occupa anche di naturalizzazioni per la Città di Ginevra. Quale immagine ha della Collettività italiana.

Ricevo tra le 2000 e 2500 domande di naturalizzazione l’anno. Si tratta di domande provenienti da persone di tutte le età e nazionalità, e la comunità italiana è naturalmente presente. Tuttavia è importante non fare confusione tra naturalizzazione ed integrazione. Le persone che domandano la nazionalità svizzera sono già perfettamente integrati nella nostra società. La naturalizzazione è un atto personale tra le persone e la città che dove si abita. Sono sempre meravigliato quando le persone mi dicono di non essersi naturalizzati prima perché hanno troppo rispetto per il Paese e la Città che li ha accolti. A mio parere, il fatto di prendere la nazionalità svizzera e volere in più essere originario della Città di Ginevra è un omaggio che i naturalizzati ci rendono.
Per quanto concerne la comunità italiana di Ginevra, essa è perfettamente integrata e porta alla Città una ricchezza supplementare.

Da qualche mese lei parla di “Eco-contratti ” tra il suo Dipartimento ed i commercianti. Di cosa si tratta esattamente ?

Gli Eco-contratti sono degli impegni morali che legano la Città ed i commercianti che li hanno sottoscritti in modo volontario, e funzionano sul modello dell'inquinatore pagatore. Si tratta di un set di misure adottate dai commercianti in favore di un ambiente naturale urbano pulito e salubre: insediamento dei punti di recupero dei giornali gratuiti nelle vie basse, prelievo commerciale della carta il martedì sera, soppressione dei sacchi alle casse dei magazzini Migros e diverse prestazioni di pulizia effettuate volontariamente dai commerci di vendita al minuto. La responsabilizzazione dei commercianti nei confronti dei loro rifiuti è un reale vantaggio per l'ambiente naturale urbano.

Per sensibilizzare i ginevrini a rispettare le leggi in vigore, nelle strade della Città di Ginevra è apparso “ BORIS ”, un simpatico animaletto sorridente. A cosa serve ?

La creazione di questa mascotte ha lo scopo primo di valorizzare addirittura il lavoro dei collaboratori del servizio città pulita. Infatti, queste persone lavorano 363 giorni l’anno e devono ricominciare instancabilmente gli stessi compiti ogni giorno per garantire ai cittadini una cornice cittadina di vita pulita. Ma ” BORIS” è anche un indicatore che ci serve a mettere davanti ai luoghi della città che sono invasi continuamente dai rifiuti. Abbiamo preso, ahimè, l'abitudine di passeggiare nelle vie che sono intasate dagli scarti. Boris è là per ricordare a ciascuno di dare prova di civiltà e di partecipare, con i loro comportamenti, al miglioramento dell'ambiente urbano.

Lei è anche il Presidente della CFEJ (Commission fédérale pour l'enfance et la jeunesse). Che fare per allontanare i giovani dalla violenza?

I giovani sono una componente della popolazione spesso criticata, stigmatizzata e, ahimè, ascoltata raramente. Il mio ruolo di Presidente della CFEJ è di rimettere le cose in linea e di individuare i reali problemi che incontrano i giovani. Ne voglio per esempio ai Bottelons (Affastelliamo) che hanno avuto luogo l’estate scorsa nel Parco dei Bastioni. Il Consiglio Amministrativo ha preso la decisione di non chiudere la porta agli “organizzatori” dei Bottelons, ma piuttosto di riceverli e chiedere loro di assumersi le loro responsabilità. L’iniziativa è stata criticata vivamente ma ha portato i suoi frutti. In seguito si sono congratulati con noi per la nostra rischiosa decisione. Questo esempio illustra perfettamente il fatto che è più facile vietare che preoccuparsi delle ragioni che spingono la gioventù a questi incontri.

A suo parere, quale avvenire vede per i giovani a livello professionale?

Personalmente, credo che non è più possibile oggi prevedere una carriera professionale unica. I giovani dovranno cambiare lavoro uno o due volte al minimo durante la loro vita lavorativa. La posta reale per gli anni futuri è di permettere questi nuovi orientamenti professionali in modo ottimale. La formazione continua è una delle chiavi di riuscita dei giovani nel mondo del lavoro. Bisogna concepire imperativamente la mobilità professionale come una carta vincente e non come un fallimento.

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