Schirru: Chiarimenti su come il Ministro intenda assicurare le attività  culturali citate dal “decreto Gelmini”

Si è discussa in Commissione Cultura l’interrogazione “5-01414 Schirru: Chiarimenti su come il Ministro intenda assicurare le attività culturali citate dal decreto Gelmini”.
“La legge Gelmini n. 169 del 2009 prevede l'introduzione del maestro unico nella scuola primaria e l'opzione delle famiglie per un programma di insegnamento pari a 24 ore alla settimana. La rimodulazione del tempo scuola, dove le famiglie possono optare per un modello articolato di 24, 27 e 30 ore fino a 40 per il tempo pieno e la diversa organizzazione del lavoro ad esso correlato avranno un riflesso sul rapporto oggi esistente tra scuola e territorio, con riflessi sulle dinamiche occupazionali per quanti operano nel settore culturale e formativo e collaborano al progetto educativo: artisti, operatori, animatori, mediatori culturali, maestranze tecniche, che intervengono con diverse attività, in particolare sulla formazione dei bambini in condizioni di disagio.
Molte associazioni avevano rivolto già nei mesi scorsi, un appello al Governo e alle Commissioni competenti, chiedendo l'apertura di un dialogo costruttivo al fine di assicurare la prosecuzione e il rafforzamento delle esperienze che, attraverso la fruizione e la pratica dei linguaggi artistici, aiutano a combattere il triste fenomeno della dispersione scolastica, fanno crescere i cittadini di oggi e rendono più capaci i cittadini di domani, a beneficio della qualità della vita e della stessa società.
Dopo i silenzi colpevoli del Governo, le promesse vane, nemmeno oggi è stato in grado di rispondere esaustivamente alle nostre richieste. La risposta del Governo, infatti, è stata del tutto insoddisfacente. Dietro il discorso della modulazione dell'orario scolastico, nulla vieta di ricorrere alla pratica artistica culturale, anche al fine di consolidare il legame esistente con il territorio a vantaggio dello sviluppo interculturale, che si può realizzare nell'ambito dell'autonomia scolastica, in raccordo con la regione ed enti locali ma e specie con le risorse finanziarie di questi ultimi. Ho avuto modo più volte di rimarcare quanto gravi siano le ripercussioni sul tessuto sociale sardo. Non si può più nascondere ormai che l’unico vero obiettivo di questa riforma sia lo smantellamento della scuola pubblica e la mortificazione di tutte le buone pratiche che si erano consolidate.”

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