FIAT TERMINI IMERESE, LUMIA (PD), SI’ AL RILANCIO, NO ALL’INCERTEZZA

«Sulla Fiat c'è poco da essere soddisfatti. Come fa il ministro Scajola a dare un giudizio così positivo all'incontro di ieri?». Se lo chiede il senatore del Pd Giuseppe Lumia che aggiunge: «In un altro Paese un governo serio avrebbe preparato meglio il confronto. In un altro Paese dove un'azienda come la Fiat sfida la crisi, inserendosi nel grande mercato mondiale dell'automobile, il governo avrebbe messo in piedi un sistema di incentivi e investimenti per preservare e potenziare la produzione negli stabilimenti italiani. Avere una grande azienda automobilistica, infatti, deve essere un obiettivo che tutta la politica e il governo devono coltivare».
«In Italia – sottolinea – si producono meno automobili rispetto al resto d'Europa. Ridurre la produzione significherebbe indebolire il Sistema Paese. Ma perché deve essere penalizzata l'industria italiana? Perché deve sempre farne le spese il Mezzogiorno? Perché si deve mettere a repentaglio la presenza della Fiat in Sicilia? Allora il governo si svegli e la smetta di dare rassicurazioni infondate. Bisogna alzare la voce, avanzate proposte, mettere in campo un sistema di incentivi e investimenti, porre condizioni per fare dello stabilimento di Termini Imerese una grande risorsa in vista dell'espansione dei mercati del Mediterraneo. A Termini Imerese c'è spazio per una grande produzione, come voleva la Fiat appena un anno fa».
«Il governo nazionale – continua – abbandona il Mezzogiorno e volta le spalle alla Sicilia. Qui il centrodestra ha avuto una valanga di consensi. Ha al suo interno ministri ed alte cariche dello Stato. Sino ad adesso questo potere ha alimentato soltanto lotte intestine. Nel frattempo Tremonti ha negato alla Sicilia più di 3 miliardi di euro per le infrastrutture e la Fiat pensa di abbandonare la produzione di automobili a Termini Imerese. Se tutto questo fosse avvenuto al nord sarebbe successo il finimondo».
«Il Partito Democratico – spiega Lumia – ha proposte pronte e chiare: mettere in campo corposi incentivi e investimenti per fare di Termini Imerese un polo produttivo automobilistico significativo. A Termini Imerese esiste una cultura industriale e una base logistica che grazie al porto e all'interporto consentirebbe alle automobili prodotte di raggiungere facilmente i mercati del Mediterraneo; riprendere il famoso “Piano A” della Fiat e fare dello stabilimento siciliano una realtà produttiva per due/tre modelli. Ad esempio si potrebbe rilanciare il marchio Lancia; realizzare un grande centro di ricerca in collaborazione con le Università siciliane per progettare auto ibride e pulite; favorire un investimento da parte della Regione Siciliana di 300 milioni di euro per il rilancio dello stabilimento di Termini Imerese. Lo stesso dovrebbe fare il governo nazionale per potenziare lo stabilimento, l'indotto e le infrastrutture».
E conclude: «I fondi ci sono: sia quelli comunitari non spesi della passata programmazione, 2000/2006, sia quelli della nuova, 2007 2013. Il governo nazionale utilizzi queste risorse e la smetta di essere silente, capace solo a subire quando sono in gioco gli interessi del Mezzogiorno e della Sicilia. Così anche il governo regionale prenda in mano la situazione. Apra un confronto diretto con la Fiat e sia pronto ad intervenire anche da solo, qualora i ministri Scajola e Tremonti e i rappresentanti siciliani in Parlamento del centrodestra continuino a mantenere questo atteggiamento inerte e indifferente. Il Partito Democratico ci sarà con proposte e anche con la mobilitazione, perché siamo convinti che ci può essere una grande Fiat per il Sud, per lo stabilimento di Termini Imerese e per tutto il suo indotto».

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