Lezioni di democrazia

Comunque la si vuole vedere, la lunga visita ufficiale del Colonnello Gheddafi in Italia è apparsa ai più troppo lunga, a tratti pittoresca, nella forma e nei contenuti, e sostanzialmente con tributi e onori un tantino esagerati, frutto del dilettantismo del nostro governo che, come spesso capita, non salvaguarda abbastanza la dignità del nostro Paese.

Il leader libico, d’altronde, aveva fatto capire subito quale e come sarebbe stata la sua visita presentandosi, in maniera a dir poco ostentata, con una foto sul petto raffigurante il capo della resistenza libica che gli italiani impiccarono nel 1931. Ci sembra, francamente, che la diplomazia italiana non si può dire abbia ben governato questa pur storica visita.

Che dire degli eccessi verbali pronunciati in varie sedi istituzionali (grazie all’opposizione, non nell’Aula del Senato come era previsto dal protocollo)?Rileggendo una sua affermazione, tra le tante: ‘Il partitismo è un aborto della democrazia’, insomma basta partiti! Viene il sospetto che, dopo Putin, il prossimo punto di riferimento culturale e politico per il nostro Premier possa essere rappresentato proprio dal Raìs.

L’incontinenza verbale di Gheddafi, proprio lui che ha attaccato i nostri alleati internazionali, giustificato il terrorismo e schernito il rispetto dei diritti umani, di sicuro ha procurato non pochi imbarazzi, distinguo e prese di distanza nel mondo politico e istituzionale.

E’ legittimo chiedersi allora: era così necessario preparare una visita lunga come il Festival di Sanremo, sotto il benevolo sguardo ridanciano e accondiscendente del nostro Presidente del Consiglio? Non era il caso, visto che siamo parlando di un personaggio, un attore, un esagerato, un provocatore, come è ritenuto nella quasi unanimità dei giudizi fin qui espressi dalla stampa, di prevedere con più attenzione i tempi e i modi che una visita del genere presupponeva, proprio per evitare che diventasse, come è stato, uno show del Colonnello? E, comunque, non era opportuno, da parte di tutte le istituzioni coinvolte, oltre che sottolineare il carattere di amicizia e collaborazione tra le due nazioni, rimarcare l’inopportunità di alcune sue dichiarazioni pasticciate?

Per carità, nessuna sprovveduta e improvvisa ingenuità. Sappiamo bene quali interessi economici, a cominciare dal petrolio dell’Eni, legano questi due Paesi mediterranei, obbligati a dialogare, anche in forza di un Trattato recentemente ratificato dal nostro Parlamento, che ci ha convinto solo in alcuni passaggi, soprattutto sul fronte dell’immigrazione clandestina. Ma qualcuno ha chiesto al Colonnello Gheddafi notizie sulle condizioni umane e igieniche in cui versano i migranti respinti qualche tempo fa e rispediti in Libia senza neanche peritarsi di verificare la presenza di richiedenti asilo politico? C’è da dubitarne visto che in questo momento sembra più importante non perdersi le indimenticabili lezioni di democrazia del Raìs.

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