Comunità  all’estero: Contare SU CHI?

I problemi, e non sono pochi, correlati alla nostra Comunità all’estero, secondo noi, non potranno trovare, alla luce dei fatti, un’onorevole soluzione direttamente in Patria. Nonostante l’apparente rappresentatività politico/parlamentare, sulla quale abbiamo già espresso le nostre perplessità, l’annosa questione, gioco forza, dovrebbe essere affrontata nei Paesi ospiti dei nostri Connazionali. Nell’attesa, sempre meno ottimistica, del complessivo rinnovo del CGIE e di una nuova struttura portante dei Comites, sembra che per i nostri Emigrati il piatto, da parecchio tempo, “pianga”. Nell’attesa di tempi migliori, per i quali ci batteremo, sarebbe, almeno, opportuno ridare vigore all’associazionismo anche per dare corpo, assai più sostanziale, alle troppe promesse mai realizzate, ai tanti programmi che sono rimasti spudoratamente sulla carta. Da questo foglio desideriamo lanciare una campagna di solidarietà tra i Connazionali nel mondo. Per una volta, almeno per questa volta, si superino i “campanilismi” e gli interessi di cordata per rendere operativa una meta comune. Se si facesse strada, come auspichiamo, una forte volontà di cambiamento; magari col supporto di un gruppo referente nella Penisola, a Roma non potrebbero più fare finta di non capire. In quest’ ipotesi, la forza dei numeri andrebbe a determinare un apprezzabile ruolo anche nei confronti dei contrari e degli indecisi. Per ottenere dei risultati, è indispensabile cambiare rotta. Gli inizi, senza dubbio, potranno anche essere non facili. Chi crede, però, non vacilla. Del resto, contare sugli “altri” è perfettamente inutile e prolungherebbe uno stato d’apatia fin troppo rilevabile. Ben convinti che gli obiettivi interessanti non sono mai facili da raggiungere, torniamo a sollecitare un nuovo associazionismo; non più isolato e sporadico, ma concreto e propositivo. Nella penisola ci sono ancora uomini dalla parte di chi vive oltre confine. Essi non hanno privilegi da tutelare, alleanze da realizzare, compromessi da concretizzare. Li muove la consapevolezza che gli italiani all’estero intendono contare esclusivamente sulle loro forze. Basta che non siano disperse.

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