Il postberlusconi

Riepilogo. Da oggi comincia il postberlusconi. Vincono Lega, Repubblica e Di Pietro. Perdono Noemi, Topolanek, Berlusconi e i poveri coglioni come me, di sinistra. Il sud non vota più, o per protesta o perché non ha mai capito davvero questa faccenda delle elezioni. Il bipolarismo è una buffonata, la legge elettorale vigente falsifica i risultati. I leader più cialtroni sono i miei di sinistra, che hanno messo la mia scheda (Fava, Vendola e Ferrero: nessuno è stato capace di dialogare) nel tostapane. Nei democratici, un combattivo Dc s'è rivelato più efficace di tutti i vari marpioni ex Pci: confermarlo (o lui, o Rosy Bindi, o dalla Chiesa). A destra c'è solo un italiano su quattro: basta inciuci e basta timidezze. Il governo, comunque, ora si chiama governo Bossi.

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Cosa potrebbe tenerci insieme (per vincere alla prima elezione) quale potrebbe essere il collante comune? La Cgil e l'antimafia. La prima sta funzionando, ma non interessa Di Pietro (e non abbastanza al Pd). La seconda potrebbe essere sostenuta da tutti (e in Sicilia, ad esempio, dovrebbe essere sempre l'unica lista della sinistra e dintorni) ma, per mancanze umane e politiche dei suoi leader, non è all'altezza. In notabili dell'antimafia (Rita Borsellino, Fava, Crocetta, Lumia, ecc.) hanno corso ciascuno per sè, da primedonne. Il migliore Lumia (per la coerenza). La peggiore Rita (slogan: “Finché c'è Rita c'è speranza”). Non so ora chi di loro sia stato eletto e chi no: ma a questo punto, per la gente comune, non ha importanza.

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Tutte queste belle cose che scriviamo sulle elezioni italiane ed europee, io e tutti gli altri, sono in realtà cose futili e senza importanza. Le vere elezioni ci sono già state, le ha vinte la sinistra – Obama in America, i progressisti in India (con una paria eletta vicepresidente), i vari rivoluzionari e riformisti in Sudamerica – e noi siamo ancora qui come tanti polli a guardarci l'ombelico.

Negli anni Trenta l'Europa, con le sue atroci malattie politiche, poteva ancora rovinare il mondo: comandava lei. Adesso può fare al massimo un po' di baccano: il mondo è della Cina, dell'America, del Brasile, dell'India – delle nazioni moderne, territoriali, e non delle nostre piccole, divise e presuntuosissime città-stato. Non faremo un favore a nessuno ammettendo – con degnazione – che forse la razza bianca non è più Razza Superiore. Semplicemente, ci faremo accettare nel mondo, in questi pochi decenni in cui ancora possiamo farlo a buon prezzo.

In Italia, poi, c'è da ridere. La donnetta di Treviso o Varese, rozza e incolta, il borgataro accoltellatore di Torbellamonaca, il borghese palermitano puzzolente di monnezza, decidono la nostra politica coccolati dai nostri “politici” cialtroni il cui massimo scopo nella vita è di trovarsi a cazzo di fuori in qualche villa kitsch con statuette e piscine e un paio di dozzine di giovani e meno giovani bagasce. E là fuori, nel mondo, ci sono l'India e Obama. (La Catena di San Libero)

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