Le richieste di rimborso spese dei parlamentari inglesi

Nello scorso mese di maggio in Gran Bretagna è esploso lo scandalo delle richieste di rimborso spese dei parlamentari di Sua Maestà.
Autore di questo scoop è stato il quotidiano Daily Telegraph che ha pubblicato sulle sue pagine in dettaglio le richieste spesso insolite dei parlamentari:per un tappo per vasca da bagno,per l’affitto della casa di proprietà da loro abitata,per il noleggio di videocassette pornografiche.
Tutto questo non solo ha sconquassato il clima politico inglese,ma ha determinato l’esplodere della rabbia dell’opinione pubblica che ha rivolto insulti e fischi ai parlamentari presenti a incontri di approfondimento politico.
Nessun partito pare uscito indenne dallo scandalo poiché sia il leader del partito conservatore David Cameron,sia il premier laburista inglese Gordon Brown hanno avanzato richieste di risarcimento spese; Brown per le spese di pulizia della propria casa affidate al fratello e regolarmente retribuite.
Gli inglesi si sono molto arrabbiati con i loro rappresentanti al Parlamento perché questa tempesta politica coincide con una recessione economica a causa della quale molte persone sono terrorizzate all’idea di poter perdere il proprio posto di lavoro e dover di conseguenza abbassare drasticamente il proprio tenore di vita.
Il ragionamento popolare,incoraggiato dalla stampa britannica,è il seguente:devo pagare tutto ciò che compro,devo pagare il mutuo o l’affitto della mia casa,guadagno meno di un parlamentare e ciò nonostante sono le nostre tasse a rimborsare le spese della classe politica.
Sicuramente i partiti non coinvolti dallo scandalo otterranno buoni risultati in termini di voti in occasione delle prossime elezioni europee.
E’ perciò verosimile che questo possa accadere sia ai partiti di estrema destra che a quelli di estrema sinistra con la evidente conseguenza che,almeno per qualche tempo,i due partiti principali subiscano un indebolimento.
Il malaffare quindi,in base al proverbio che vuole che tutto il mondo è paese,non è pertanto una prerogativa esclusiva della nostra classe politica, ma contraddistingue anche la politica inglese e di altri Paesi.
Pare infatti che molti esponenti politici furbi-per usare un eufemismo-abbiano utilizzato queste spese delle quali hanno chiesto il risarcimento per migliorare la casa di loro proprietà,per poi venderla e trarne profitto e presentare,non soddisfatti,richiesta di rimborso per le spese di un’altra casa ancora.
In conseguenza dello scandalo lo speaker(ovvero il presidente)della Camera dei Comuni Michael Martin si è dimesso:un avvenimento politico che non succedeva da oltre 400 anni.
Se non è una rivoluzione poco ci manca:non per nulla la regina,garante della stabilità istituzionale inglese,è furibonda e nervosa.
Il primo ministro non lo è meno;un sondaggio recentemente pubblicato assegna al partito laburista,guidato dall’attuale premier inglese Gordon Brown,appena il 16% dei consensi,con i nazionalisti al 15% e i liberal-democratici al 12% mentre in testa ci sono i conservatori attestati al 31%.
Le analogie con lo scandalo Watergate che fece dimettere il presidente americano Nixon sono evidenti in quanto anche in questo caso ad accendere la miccia è stato un giornale.
Allora negli Usa fu l’inchiesta di due reporter Woodward e Bernstein del Washington Post,stavolta sono le rivelazioni del Daily Telegraph,un quotidiano generalmente moderato e filoconservatore.
E’ stata una talpa di Westminster,forse un impiegato o un archivista del Parlamento britannico,ad offrire al Telegraph un dischetto con tutti i rimborsi spese dei deputati chiedendo in cambio,secondo le indiscrezioni,150 mila sterline(circa 170 mila euro)sborsate dal giornale per ottenere lo scoop.

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