Una shoah poco conosciuta

La shoah è stata senza dubbio il più grande genocidio del ventesimo secolo:ben 6 milioni di ebrei furono sterminati dal regime nazista in nome della pretesa superiorità razziale del popolo tedesco.
Un avvenimento storico purtroppo noto a tutti. Ma un altro sterminio è sicuramente meno noto al grande pubblico:quello degli omosessuali,avvenuto sempre per mano nazista,che è opportuno indagare per non dimenticare mai le atrocità commesse da questa folle dittatura.
Le deviazioni di carattere personale furono una delle fissazioni di Hitler.La maggior parte degli appassionati lettori di storia sicuramente o quasi non conosce il famigerato paragrafo 175,la legge antisodomia stilata nel 1871 che prevedeva incriminazioni e arresti.
Il regime nazista,riproponendosi di ripulire la Germania dall’omosessualità,lo ripristinò. In base a questo atto normativo finirono in carcere quasi 100.000 persone.
Oggi,con la divulgazione degli archivi nazisti,sappiamo che furono tra i 10 e i 15 mila gli omosessuali inviati nei campi di concentramento.
Un dirigente delle SS,Ernst Roehm era noto a tutti come gay. Molti pensavano che non gli sarebbe successo niente in quanto organico alla dittatura.
Ma anche egli venne eliminato durante la cosiddetta purga di sangue:la notte dei lunghi coltelli del 30 giugno 1944.
Per il reato di omosessualità la Gestapo creò un settore speciale. Mentre l’omosessualità femminile veniva considerata una deviazione temporanea curabile,quindi non una minaccia,quella maschile fu ritenuta invece una malattia infettiva capace di minare le basi della gioventù tedesca.
L’archivio nazista di Bad Arolsen in Assia lo dimostra:sono solo 5 i casi di lesbiche inviate nei lager,ma decine di migliaia furono i gay.
Nel toccante documentario chiamato proprio paragrafo 175,Orso d’oro a Berlino nel 2000, un sopravvissuto ai campi di concentramento raccontava che vi era un posto vicino a un non meglio precisato lager,chiamato il bosco che canta.
In questo luogo veniva la pelle d’oca a tutti;quelli che erano in attesa di sentenza erano legati a dei pali in modo che i loro piedi non toccassero terra.
Gli ebrei venivano fatti girare su se stessi. Le urla e i lamenti erano disumani: questo era il bosco che canta.
Tutto ciò non si può spiegare-affermava il sopravvissuto-perché va oltre la comprensione umana.
E molto di ciò che accadeva in questo luogo è ancora segreto.
Pierre Seel,ultimo gay sopravvissuto alle atrocità dei nazisti,morto nel 2005 nella nativa Alsazia,ha raccontato che all’interno dei lager vigeva una gerarchia:vi erano i più forti e i più deboli e non c’è dubbio che all’ultimo gradino stessero gli omosessuali.
Nel 1933,dopo un mese dalla presa del potere,Hitler mette al bando organizzazioni e pubblicazioni gay. I bar e i club gay seguono la stessa sorte subito dopo.
Truppe d’assalto naziste saccheggiano poi la sede del movimento tedesco dei diritti gay e bruciano pubblicamente l’enorme biblioteca di libri degenerati.
Entro la fine del 1933 i primi omosessuali sono deportati nei campi di concentramento.
Successivamente nel 1934 i nazisti intensificano la campagna antigay con la fondazione dell’ufficio centrale per la lotta all’omosessualità.
Per Himmler,capo delle SS,chi pratica l’omosessualità priva la Germania di figli che bisogna darle;la nostra Germania-continua Himmler-si smembra a causa di questo flagello.
Alla polizia viene ordinato di redigere liste rosa di omosessuali dichiarati o sospettati. Seguono arresti di massa.
I nazisti intensificano la guerra contro l’esistenza anormale nel 1935,ampliando la definizione di comportamento gay e gli indizi in base ai quali arrestare la gente. Una pagina di storia che dobbiamo tenere impressa nella nostra memoria in maniera indelebile.

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