Chi tollera l’illegalità  a Porta Palazzo?

Vogliamo difendere il buon nome del mercato di Porta Palazzo. In questo mercato, il più grande d’Europa, accanto ad operatori commerciali italiani ed immigrati, onesti e laboriosi, operano tuttavia individui che alimentano, con la loro presenza, una diffusa illegalità.

I cittadini, che vedono da anni perdurare questa situazione inaccettabile, si domandano perché le Istituzioni tollerino questo pericoloso focolaio di illegalità senza reagire. Perché chi deve intervenire non adempie al suo compito?

In tempi recenti, il mercato abusivo che si svolgeva la domenica in via Cottolengo, provocando risentite lamentele da parte dei residenti che erano diventati ostaggi nelle loro case per l’impraticabilità della via, si è trasferito in Piazza della Repubblica a poche decine di metri dal sito precedente, nelle stesse condizioni di illegalità. Evidentemente con il beneplacito di chi doveva istituzionalmente porre fine a questa situazione.

Sia ben chiaro che non siamo umanamente avversi a queste persone che svolgono attività illegali, però la loro presenza dà “copertura” a traffici illeciti e delinquenziali (spaccio di droga, ricettazione e anche commercio di armi). Questo mercato parallelo ha ricevuto nel tempo il sostegno dei centri sociali e degli anarchici insurrezionalisti che da anni agiscono protetti da una inspiegabile impunità. Basti ricordare le loro recenti prodezze: l’assalto al Ristorante del Cambio, alla Croce Rossa Italiana, la guerriglia urbana durante il G8 University Summit 2009 ed infine lo sfascio operato nottetempo a Borgo Aurora con danneggiamenti nei confronti di incolpevoli residenti.

Noi cittadini ci chiediamo quale strategia abbiano in mente il Sindaco ed il Prefetto per affrontare questa situazione. Il Sindaco, come da lui stesso sostenuto, è il responsabile politico di ciò che accade in città; avendo recentemente ottenuto dal Governo poteri speciali per la sicurezza, dovrebbe esercitare questa responsabilità dando precise indicazioni operative agli organi dello Stato preposti alla tutela del territorio. Ma è il Prefetto, rappresentante di nomina governativa dello Stato sul territorio, che ci crea maggiori perplessità. Il suo operato ci pone infatti di fronte a due interrogativi: 1) forse dal Ministro degli Interni arrivano ordini “contradditori” per far fronte all’aggressività della delinquenza di strada? oppure 2) il Prefetto ritiene forse che per non creare delle reazioni alla “banlieue francese” sia meglio non tenere sotto controllo il territorio e non fare prevenzione?

Ciò che manca in città e che crea una sempre più diffusa insicurezza è la percezione di una strisciante rinuncia ad un’efficace prevenzione a difesa del territorio. I cittadini che sono testimoni e vittime di questi fatti criminosi (spaccio, violenza fisica e psicologica) sanno dove i delinquenti stazionano. Lo sanno anche le Forze dell’Ordine che, inspiegabilmente, continuano però a non avere ordini precisi per prevenire questi reati di strada. A nostro giudizio sarebbe necessario intimorire con decisione i delinquenti e gli agitatori politici che fiancheggiano gli spacciatori (oppure è normale che in città vi siano personaggi che distribuiscono volantini segnaletici con le foto degli agenti di polizia che presidiano il territorio?).

Sappiamo che la Giustizia italiana è lenta e farraginosa, che spesso dà risposte non condivise, che molte leggi sono inapplicabili o inapplicate e che i penitenziari sono sovraffollati. Ciò non può però giustificare l’impotenza delle Forze dell’Ordine, il mancato controllo del territorio ed i provvedimenti inefficaci del Prefetto. Il rappresentante del Governo, lautamente remunerato, gode di scorta e non vive la realtà dei tanti cittadini che vivono nei quartieri Aurora, Barriera di Milano, Porta Palazzo, Basse di Stura, San Salvario o in via Terni, corso Principe Oddone, etc.

Se le direttive del Governo riportate dagli organi di informazione sono attendibili ci sembra che non trovino alcun riscontro nella realtà dei quartieri cittadini e riteniamo quindi che il responsabile dell’inadempienza a queste direttive dovrebbe rassegnare le dimissioni per non ingenerare nei cittadini ulteriore sfiducia nello Stato.

Viceversa, continuiamo ad avere fiducia nelle forze dell’ordine che consideriamo vittime, come noi, di uno Stato inefficiente; siamo infatti sicuri che la loro professionalità si manifesterebbe al meglio, se solo fosse data loro la possibilità di operare con efficacia sul territorio. Esprimiamo anche piena fiducia in quei magistrati del pool “Sicurezza Urbana” che hanno dimostrato nei fatti di tenere in considerazione le giuste rimostranze dei cittadini.

Il Presidente C.C.S.T.
Carlo Verra

Torino, 2 giugno 2009

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