Sicurezza: solo spot elettorale

Recentemente la Camera ha approvato la legge sulla “sicurezza”. In realtà si tratta ancora una volta di una legge-manifesto che con la sicurezza del cittadino non c’entra nulla (come ho detto nel breve video) ma che per le norme xenofobe che contiene servirà alla Lega per la prossima campagna elettorale. Riporto di seguito il mio intervento in discussione generale

È iscritto a parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, vorrei fare una premessa: Italia dei Valori da quando esiste ha sempre attribuito grande importanza alle questioni della sicurezza dei cittadini, tant'è che il programma elettorale del lontano 2001, alla cui stesura ebbi modo di partecipare, comprendeva una parte molto importante su tale questione, nella quale si chiedeva la tolleranza zero, uno stretto controllo dei flussi dell'immigrazione e così via.
Ritengo tuttavia che vi siano questioni che attengono alla disumanità di una norma. Dico questo perché ritengo che ogni norma dovrebbe subire un processo cosiddetto di impact analysis, volto a verificare quali siano le conseguenze che la norma porta con sé.
In questo caso tale analisi non è stata fatta, oppure è stata fatta, il che è molto peggio, perché vorrebbe dire che vi è malafede. Se non è stata fatta, la mia esortazione è affinché si cerchi invece di porre rimedio, e lo faccia la stessa maggioranza. Qualche giorno fa, magari con colpevole ritardo, abbiamo cercato di analizzare le conseguenze, e siamo giunti alla conclusione che ci ha portato a dire che forse stiamo passando dai medici-spia ai presidi-spia. Non mi rassicurano affatto le considerazioni che dal Governo sono venute, cioè che si tratta di una cattiva interpretazione. Se è un'interpretazione cattiva è perché la norma permette di avere un'interpretazione di quel tipo. Dunque, se è così è meglio che poniamo rimedio e che poniate rimedio, che lo facciate con emendamenti, e che facciate in modo che la norma sia chiara.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 13)

ANTONIO BORGHESI. Mi riferisco – ed è su questo che incentro la mia attenzione – all'articolo 45, comma 1, lettera f). Abbiamo appena approvato un provvedimento che parla di semplificazione, ma non v'è niente di più oscuro del modo in cui scrivete queste norme: alla faccia della semplificazione legislativa, che continuate a porre come un problema che va risolto.
La verità è che la norma di cui l'articolo 45, lettera f), reca la modifica, tradotta in pratica, prevede in sostanza che, fatta eccezione per i provvedimenti che riguardano attività sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelle inerenti agli atti di stato civile o all'accesso ai pubblici servizi, la carta e il permesso di soggiorno debbano essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione, al fine del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni e altri provvedimenti di interesse dello straniero, comunque denominati. In sostanza, la lettera di questo articolo elimina dalle eccezioni all'obbligo di esibizione gli atti di stato civile o relativi all'accesso ai pubblici servizi. Dunque, è evidente che l'impatto di tale esclusione è un impatto che porta, a mio modesto avviso, ma non credo solo a mio modesto avviso, effetti che sono davvero da considerare aberranti.
Penso, in particolare, a bambini appena nati: ma che colpa hanno? Ma è possibile che possiamo immaginare uno Stato così assurdo, che attua nei confronti di bambini e di neonati atti di vendetta trasversale, che sono esattamente uguali a quelli che sono praticati dalle associazioni mafiose?

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO BORGHESI. Come?

PRESIDENTE. Mi spiace, ha trenta secondi di tempo per concludere il suo intervento. Io sono appena arrivato, non volevo interromperla, ma avvisarla che deve concludere.

ANTONIO BORGHESI. Avevamo chiesto un ampliamento. Ma è possibile accettare che si arrivi a conclusioni di questo tipo nei confronti di bambini che sono messi nelle condizioni di nascere – perché per fortuna le prestazioni sanitarie si possono rendere a chiunque – ma di non poter poi essere denunciati all'ufficiale di stato civile? E quando un extracomunitario irregolare muore, cosa facciamo? Lo diamo in pasto ai pesci portandolo in mare, posto che non possiamo, in virtù di questo articolo, chiedere né la sepoltura né la cremazione? Siamo a queste aberranti conclusioni?
Dunque questa è la mia conclusione: vi prego e vi esorto, perché la sicurezza dei cittadini si fa in altro modo e non così, a porre rimedio a tale situazione e all'impatto che queste norme porteranno alla gente (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

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