Il 25 Aprile ha rafforzato la riconciliazione nazionale?

Il 25 Aprile ha rafforzato la riconciliazione nazionale?

Con questo mio articolo, provo ad orientarmi in modo ordinato e consapevole che tale argomento molto discusso da tantissimi anni, ma credo sia necessario che si debba arrivare a fare una serie riflessione individuale ma contemporaneamente su scala nazionale.

Innanzi tutto, il 25 Aprile e’ o dovrebbe essere una data molto importante in quanto un’argomento di interesse storico e nazionale.Quindi nessuno deve approfittare di eclissarsi o fingere per opportu- nita’ che non ricorda il passato. Considero un’errore rinunciare a discutere questi delicatissimi temi, che secondo il mio modesto parere, dovrebbero essere seriamente dibattuti e sapientamente risolti evitando il discorso di relegarla, nell’area della politica scomoda, applicando la logica preferenziale da una sola parte ai danni dell’altra.

L’argomento e’ nazionale e di grande attualita’ ed e’ proprio per questo motivo che essendo argo- mento italiano bisogna partire dal presupposto che deve essere discusso serenamente con la massima onesta’ e soprattutto per rinsaldare la nuova societa’ italiana che non si puo’ negare di essere stati nutriti dalla sana cultura cristiana per xx secoli.

Opporsi a questo concetto significherebbe uscire dagli schemi di un possibile ma necessario discorso saggio ripercorrendo il percorso del periodo bellico e post-bellico ragionando da persone serie e oneste, di conoscere veramente i fatti per una corretta e dovuta interpretazione di ogni azione bellica e non con la logica del pensiero a senso unico, ma ragionando con il cuore come fanno o dovrebbero fare i cristiani e noi italiani cattolici dovremmo risolverla con il metro della equi- distanza relativi a fatti di competenza militare, civile e politica con maggiore determinazione.

Bisogna sapere superare lo scoglio generato dall’odio dell’uno contro l’altro che non puo’ essere sostenuta in eterno che solo una parte degli italiani coinvolti nel conflitto soprattutto nel periodo dopo l’8 settembre del 1943 fu considerata colpevole una buona parte di italiani protagonisti coinvolti in quelli eventi con giudizi sommari e senza appello e ad’altri italiani invece, fu permesso indossare su misura lo scudo dell’immunita’ come copertura ad ogni addebito negativo su fatti e misfatti compiuti.

Si ipotizzo’ a una guerra lampo e c’erano i presupposti che l’Italia l’avrebbe vinta. Non intendo entrare nel merito, se fosse una guerra giusta o non giusta e mi limito ad osservare che l’Italia il 10 giugno del 1940 entro’ in guerra. Una citazione per aiutare la memoria, in quel periodo tutta l’Italia fu Fascista e la Monarchia anche se con certe riserve assecondo’ la decisione di Benito Mussolini allora Capo del Governo.

Gli italiani di allora furono consapevoli ed accettarono le decisioni del governo fascista perche’ convinti che il conflitto fosse durato non piu’ di 6 mesi, un’azione bellica nell’interesse dell’Italia che prospetto’ un migliore assetto economico ed una piu’ efficace politica estera per limitare i notevoli danni generati dalle Sanzioni inflitte all’Italia, secondo il giudizio dell’Associazioni delle Nazioni, il Regno d’ Italia, resosi colpevole perche’ nel 1936 conquisto’ l’Impero, tale fatto genero’ inevitabilmente l’avvicinamento di Mussolini con il capo assoluto della Germania Nazionalsocialista.

Chi non ricorda deve sapere che Hitler alle elezioni del 1933 ottenne il 95% dei consensi e Adolpho Hitler fu il capo assoluto del III Raich. Commetteremmo un errore se si volesse eludere lo scenario di quell’epoca, come furono gli italiani, come siamo ed in che mondo viviamo noi italiani. Nella II Guerra Mondiale l’Italia pago’ piu’ del dovuto per la sua sconfitta.

E’ non possiamo non ricordare che fino alla data dell’8 settembre del 1943, Il Regio Esercito, combatte’ in vari fronti e impiego’ uomini e mezzi, gli armamenti apparentemente competitivi se fosse stata ipotizzata, la fine delle ostilita’ nell’arco di tempo di 6 mesi o poco piu’. L’Italia, con il Regio Esercito affiancato anche da altre formazioni militari istituite dal Regime fascista, affronto’ il periodo di guerra che fu lunga, cruenta e di grande movimento, combattuta con coraggio e sacrifici immani, molte le azioni di guerra che i nostri soldati meritarono l’encomio solenne da veri eroi.

Se nessuno l’ha mai detto anche molto prima del 1943, l’ Italia in Guerra subi’ molte azioni di sabo- taggio che resero sempre piu’ difficile le azioni offensive al fronte in tutto lo scacchiere delle operazioni di guerra e si estesero nelle Colonie Eritrea, Somalia ed Etiopia (Africa Orientale) periodo 1940- 41 e nell’area della Francia, Balcanica, Albania, Grecia, Egeo la Campagna di Russia e le battaglie sul fronte dell’Africa Settentrionale nel priodo 1940 – 1943..

La sorte per la nostra Italia non fu benigna e dopo essersi ritirata dall’Africa, fortifico’ la Sicilia, per contrastare efficacemente lo scontro contro le truppe angloamericane di allora, dall’imminente invasione della piu’ grande isola italiana nel bel mezzo del Mare Mediterraneo. Non si puo’ e ne si deve dimenticare che l’italia in guerra subi’ tradimenti, sabotaggi ed altro, che facilito’ l’invasione degli anglomericani che occupo’ militarmente tutta la Sicilia.

Alla data del 25 luglio 1943, su iniziativa del Gran Consiglio massimo organo del Regime fascista, che presento’ la mozione di sfiducia e le inevitabili dimissioni del cav. Benito Mussolini, il suo arresto per ordine del re Vittorio Emanuele III dovuti per motivi cautelari che garanti’ per un periodo breve l’incolumita’ e successivi trasferimenti in un’aree segrete nell’intento di sfuggire a un ipotizzabile colpo di mano da parte delle autorita’ militare tedesche presenti nel territorio italiano.

I giornali in Italia annunciarono “ Le dimissioni del capo del governo Benito Mussolini, al Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, l’incarico a formare il nuovo governo e la Guerra continua”. Questi furono gli annunci nel bel mezzo della guerra ed allo stesso tempo, Mussolini sostituito da Pietro Badoglio, generale di corpo d’armata, maresciallo d’Italia, incaricato a formare il nuovo Governo. Ed il Regio Esercito impegnato a contrastare l’invasione degli angloamericani. Uno scenario, confuso, colmo di sospetti ed incertezze creo’ l’inattesa tensione che nessuno in quel momento avrebbe potuto tentare possibili soluzioni, la sorpresa e la fulminea caduta del fascismo e con l’alleato Germanico con le sue truppe tedesche in Italia,

Chi avrebbe potuto immaginare il minimo sospetto e che cosa sarebbe accaduto dopo la notizia dell’armistizio annunciato l’8 settembre ed i tedeschi, nel periodo di transizione dal 25 luglio all’8 settembre 1943, nulla sospettarono di quella inaudita decisione che per ordine del re Vittorio Emanuele III, coperto dal segreto assoluto, lo Stato Maggiore del nostro Esercito attivo’ una serie di iniziative per definire un accordo mirato a una pace separata dalla Germania.

Ora sospendo intenzionalmente il discorso rivolgendomi a tutti coloro che leggeranno questo articolo, chiedendo seriamente di immaginare quel triste periodo del mese di luglio dell’anno 1943 momenti veramente difficili che attraverso’ lo Stato, l’Istituzione Monarchica, il Regio Esercito, ma soprattutto tutti gli apparati statali ed il Popolo Italiano che furono le basi fondamentali che ressero le sorte del nostro paese coinvolti in una guerra che il destino fece presagire tempi duri e un futuro tutt’altro che radioso, i bollettini di guerra che si pote’ ascoltare dalla radio non furono assolutamente di conforto ed i nostri pensieri i pensieri di tutti gli italiani silenziosamente ci rassegnammo alla sorte che nessuno in quel momento pote’ essere in grado di immaginare.

A Pietro Badoglio, Maresciallo d’Italia, Generale di corpo d’armata, Capo del nuovo Governo ebbe l’incarico ad amministrare la gestione dello stato e fare credere all’alleato germanico che comunque tutto si era normalizzato senza ripercussioni dopo la caduta del fascismo a seguito delle dimissioni ed all’ arresto del Cav. Benito Mussolini,

Nonostante tutto, la guerra continuo’ in osservanza al patto di alleanza firmato fra Italia e Germania. Allo stesso tempo, lo Stato Maggiore del nostro Esercito su ordine del re tratto’ con lo L’Alto Comando delle truppe angloamericane mirato a proporre un’armistizio condizionato, che consentisse al Regno d’Italia, la continuazione dello Stato, delle sue istituzioni ed il controllo del Regio Esercito per netraulizzare la reazione militare tedesca,

Difficile ipotizzare se cio’ fosse accaduto qualora i tedeschi avessero avuto la tentazione di fare l’ invasione sul nostro territorio nazionale se si fossero trovati contro il Regio Esercito in pieno assetto di guerra con il compito perentorio di difendere ad ogni costo il territorio nazionale sostenute anche dalla truppe angloamericane che di fatto poi, furono nostri alleati. Non sarebbe eresia immaginare l’esito positivo qualora fosse stata accolta la richiesta dell’Italia a un’armistizio condizionato.

Gli eventi presero tutt’altra piega e il conflitto che si prolungo’ per altri 19 mesi e mezzo e comunque alla liberazione del territorio nazionale occupato dalle truppe tedesche, contribui’ come belligerante Il Regno d’Italia con il Regio Esercito ed altre formazioni militari italiane definite come unita’ badogliane e si posizionarono nel nord Italia ed agirono su ordinidel governo Badoglio.

Tutta la tragedia si verifico’ probabilmente per quell’armistizio incondizionato e forse per noi italiani credemmo si trattasse una reale fine delle ostilita’ che si concluse con le pagine piu’ nere della nostra storia d’Italia. Quindi, a tale condizione e circostanze imprevedibili dell’armistizio, ora e’ piu’ difficile addebitare ed individuare chi ha commesso l’errore per non avere contrastato tempestivamente l’invasione tedesca sul territorio nazionale italiano.

Che un pugno di tedeschi liberarono Mussolini e si potrebbe supporre che il duce fu inevitabilmente ostaggio dei tedeschi e costretto a costituire in poco piu’ di un mese la Repubblica Sociale Italiana, ebbe il controllo del territorio non occupato dalle truppe angloamericane e ricostitui’ un’Esercito che fu affidato al comando del Generale Rodolfo Graziani e decine e decine di migliaia di cittadini italiani che si arruolarono volontari perche’ credere o no, loro si sacrificarono per la loro patria e quella patria non a caso era ed e’ anche la nostra, una situazione bellica con l’Italia spezzata in due ed apparantemente il nord Italia sotto l’ombrello della Germania e per quanto fosse incredibile quella divisione attenuo’ indubbiamente l’azione bellica della Germania contro il Popolo Italiano e questo non e’ poco, ma un vero miracolo.

Voi che leggete questo articolo e se siete a conoscenza di come si svolsero i fatti nella II Guerra Mondiale, provate a fare una vostra onesta riflessione e vi renderete conto in quali condizioni si trovo’ l’Italia di quel periodo storico. Il destino ha voluto che in quel momento vi fossero due Italie una del Nord ed una del Sud, ma tutte due gli schieramenti avevano la bandiera Tricolore, quindi la patria era una ed ad ognuna delle due parti furono costretti a dovere a che fare con due eserciti stranieri che combatterono la loro guerra sul nostro territorio italiano. .

Se lo Stato Maggiore delle truppe angloamericane avessero accolto la proposta delle Stato Maggiore del nostro Esercito nel concedere al Regno d’Italia la resa condizionata, certemente sarebbero state incluse una serie di vincoli e concessioni, ma soprattutto il Regio Esercito in armi per la difesa del territorio nazionale e con un’azione congiunta militare anglomamericana divenuti nostri alleati dopo l’8 settembre, si sarebbe potuto respingere in tempi piu’ rapidi, l’invasione delle truppe tedesche.

Purtroppo l’Alto Comando delle truppe angloamericane furono intransigenti e non si ottenne l’armistizio condizionato, che se fosse stato accettato, avremmo avuto una pagina completamente diversa da quella che si consumo’ con l’armistizio incondizionato firmato il giorno 3 settembre e reso noto l’8 dello stesso mese 1943 con tutto quello che poi si rivelo’ una guerra civile che sono certo non l’avrebbero voluta ne il Regno d’Italia e nemmeno la Repubblica Sociale Italiana con a capo il cav. Benito Mussolini, anzi la Repubblica Sociale non sarebbe mai esistita.

Uno o piu’ lettori di questo articolo potrebbe giustamente chiedersi, perche’ mai l’ Italia accetto’ una umiliazione di cosi’ vaste proporzioni mettendo a repentaglio una quantita’ di vite umane la dissoluzione della monarchia, quello dello Stato ed altra sofferenza che avrebbe ancora appesanti- to di dolori e sacrifici il Popolo Italiano? Gli angloamericani che condussero le trattative giunsero ai ferri corti e soprattutto determinati che se il re Vittorio Emanuele III non avesse accettato le condizioni da loro imposte nei confronti dell’Italia, erano pronti a compiere una serie di bombarda- menti a tappeto ai danni delle piu’ importanti citta’ italiane.

Cio’ significo’ l’apocalittica prospettiva della demolizione piu’ mostruosa che avrebbe potuto accadere all’alba di una guerra considerata gia’ perduta. Il re Vittorio Emanuele III, in quel momento aveva nelle sue mani il destino dell’Italia e come re soldato, fu consapevole cosa significasse una rappresaglia di tale proporzioni che avrebbe causato lo scioglimento dell’Esercito, la dissoluzione dell’Istituzioni, la distruzione delle fabbriche, palazzi storici, di musei del valore immenso e tutto cio’ che l’Italia d’ allora rappresento’ culturalmente nel mondo, poi le abitazioni civili ed ancora altre vittime nell’ambito militare e civile, che i bombadamenti non avrebbero risparmiato i bambini, le donne e gli anziani.

Secondo Voi che leggete in questo momento che cosa avrebbe dovuto fare il re d’ Italia, continuare a resistere ad’oltranza sapendo che l’aviazione americana aveva tutto il potenziale per farlo? Vittorio Emanuele III di Savoia, re d’Italia e d’Albania ed imperatore d’Etiopia, italiano, cattolico, avrebbe continuato a resistere ad oltranza? Assolutamente no!!! Quindi, l’imprevedibilita’ degli eventi rivoluziono’ cio’ che il re Vittorio Emanuele III e il cav. Benito Mussolini non avrebbero mai voluto creare la catastrofica situazione critica dalle tragiche conseguenze.

Era l’anno 1963 a quell’epoca mi trasferiii a Boston, negli Stati Uniti, ed emerse un fatto inedito, che nel rievocare la memoria del 20.mo anno legato all’armistizio, conobbi personalmente re Umberto II e fu lo stesso re, che fece pubblicare un suo articolo apparso su de il Progresso Italo-Americano e descrisse alcunii tragici eventi, e lo sottolineo’: che gli angloamericani nell’ultima fase della trattative relativa l’armistizio incondizionato, la giocarono come fosse stata una partita a poker.

E cioe’ che l’ultimatum degli angloamericani, fu un vero bluff, perche’ a fatti concreti non avrebbero avuto tanti aerei e divisioni militari pronte da destinare per la Campagna militare in Italia e non avrebbero avuto il coraggio e la determinazione di essere giudicati protagonisti di un disastro di tali proporzioni nei confronti della nazione italiana.

Sulla base di quelle circostanze e fatti negativi con un’armistizio che lascio’ poco spazio all’Italia e gli angloamericani, nostri Alleati, ebbero tutt’altra strategia bellica e non si esclude sottovalutarono la potenza militare germanica e con il duce potenziato dalla forza tedesca che pote’ rapidamente riorganizzare il fascismo, una sistuazione che evidentemente spiazzo’ le truppe angloamericane dopo l’8 settembre con lo status, di alleati, del governo Badoglio in quanto il Regno d’Italia belligerante legittimato dagli stessi alleati.

Gli eventi In Italia precipitarono e l’azione tedesca non si fece sorprendere,perche’ i soldati tedeschi ln Italia, apparentemente dormienti nelle caserme, entrarono in azione all’alba del 9 settembre 1943 e ci furono i primi cruenti scontri a fuoco fra le truppe del nostro esercito con quelle tedesche e dopo pochi giorni, l’inevitabile invasione di divisioni di soldati tedeschi occuparono tutto il territorio italiano escluso quello sotto il controllo delle truppe angloamericane

Tuttavia, anche con la struttura militare italiana frazionata ed isolata dai vertici dell’alto Comando Militare Italiano i soldati italiani resistettero ai limiti delle loro possibilita’ e col passare del giorni furono facile preda per l’invasore e centinaia di migliaia dovettero arrendersi ai tedeschi e poi condotti nei campi di concentramento in Germania. Queste centinaia di migliaia di soldati (furono almeno 800.000), che rispettarono il giuramento fatto al re, una resistenza passiva contro la Germania e la R.S.I. All’epoca del 1943 ed i giorni che seguirono dopo l’Armistizio Incondizionato, il Regno d’Italia con l’Alto Comando Militare del Regio Esercito, si ritiro’ su posizioni piu’ sicure, nel territorio nazionale a sud della penisola nella Regione Puglia.

Quindi, non si tratto’ di una fuga, ma un riposizionamento territoriale strategica ed al re Vittorio Emanuele III, fu possibile esercitare il suo potere nel Sud Italia con il governo Badoglio, che riorganizzo’ l’amministrazione militare e civile in tutta la circoscrizione del paese gia’ liberato.Il nostro Esercito combatte’ a fianco dei nuovi Alleati contro le truppe tedesche. Molte le formazioni militari italiane riposizionate nelle retrovie tedesche con il compito di azioni di sabotaggio militare e inevitabili scontri a fuoco contro le truppe germaniche, Dalle loro azioni furono identificati partigiani al servizio di Badoglio.

Queste valutazioni sono circonstanziate e con i fari accesi per chiarire l’evolversi dell’infausto 8 settembre del 1943 per capire meglio tutto lo scenario bellico. Gli angloamericani in italia si limitarono ad incassare in positivo un’armistizio incondizionato ed agli italiani l’illusione che a quella data si fossero concluse la fine dell’ ostilita’.

Nel 1944 sotto la costante pressione delle truppe Alleate con la collaborazione del Regio Esercito le divisioni tedesche si ritirarono per attestarsi sulla linea gotica all’altezza area Toscana Emilia Romagna che finalmente alla fine di aprile del 1945 le divisioni tedesche si disimpegnarono gradualmente dal fronte e ripiegarono rientrando in Germania.

Come si potrebbe negare il sacrificio dei soldati al comando del Regio Esercito e quelli definiti badogliani che operarono dietro le linee tedesche. Molti di questi soldati italiani si immolarono in nome dell’ Italia e per la difesa del territorio nazionale. Quindi, anche il Regno d’Italia con il suo governo Badoglio legittimato dagli alleati contribui’ per la Liberazione dall’invasore tedesco.

Cosa si potrebbe pensare ai militari detti “i Ragazzi di Salo’”che per molto tempo non fu ricono- noscito lo Status di combattenti, perche’ italiani ideologicamente ripudiati, colpevoli per essere stati inquadrati come formazioni militari al servizio della Repubblica Sociale Italiana al Comando del Maresciallo d’Italia, Generale Rodolfo Graziani. La realta’ dei compiti affidati fu la difesa del loro territorio, che data la circostanza credettero fosse un dovere difenderla da qualsiasi esercito straniero ed in buona fede e non c’e’ motivo da dubitare, perche’ la firma dell’armistizio annullo’ un patto militare che legava l’Italia con la Germania.

Il destino ricolloco’ una parte dell’Esercito italiano nella originale funzione di alleati con le truppe tedesche per difendere il territorio nazionale dall’ invasione delle truppe angloamericane, quindi le formazioni militari dei repubblichini fu convinto di battersi per l‘Italia, la loro patria, al tempo stesso anche nostra. Le formazioni partigiane con le loro unita’ numericamente piu’ ridotte a confronfronto dei due Eserciti italiani agli ordini del governo Badoglio e quelli al Comando del Generale Rodolfo Graziani al servizio della R.S.I. I partigiani ebbero la funzione di attivare azioni di sabotaggio contro le truppe tedesche. Furono dei volontari e moltissimi sarcrificarono la loro vita, quindi meritano di essere degnamente rispettati e riconosciuti come combattenti della Resistenza.

Quale colpe o reati potrebbero essere addebitate a queste formazioni militari in armi, citati come “i ragazzi di Salo’” che nell’eventi tragici coinvolsero gli italiani da ambedue le parti. Se si desidera chiudere definitivamente quelle pagine troppo oscure verificatesi in quel determinato periodo storico i soldati sia del nord quanto quelli del sud furono catapultati in uno scenario cosi’ confuso che ogni buon soldato penso’ di fare il suo dovere e l’ha fatto fino in fondo. Ci sono state troppe vittime durante e dopo il II Conflitto Mondiale. Credo sia giusto non si debbano ne separare o chi furono i buoni o i cattivi. Chi e’ che potra’ giudicare? Soltanto Dio di tutti, nostro Signore.

Cosa si potrebbe fare? Avere la forza ed il coraggio di perdonare tutti coloro che in qualche modo furono coinvolti nella II Guerra Mondiale e questo sincero messaggio di perdono alle nazioni sconfitte e alle nazioni vittoriose. I soldati del Regio Esercito dell’allora Regno d’Italia, le formazioni militari della R.S.I. ed i partigiani detti badogliani ed i partigiani al comando dei Comitati di Liberazione Nazionale (C.L.N.) hanno il diritto d’essere rispettati in eguale misura perche’ furono vittime di tragici eventi di guerra verificatosi dopo l’8 settembre 1943.

Finche’ in Italia anche se fosse un’ infinitesima parte di italiani che non volessero cambiare la vo- lonta’ politica, quindi perennemente in contro tendenza all’insegnamento del pensiero filosofico cristiano e rafforzato dal cattolicesimo, l’Italia tutta, sara’ mortificata. I cittadini Italiani i politici e dell’altre nazionalita’ dovrebbero sapere che in guerra si commettono errori e tutti potrebbero essere colpevoli..

L’armonia e la pace fra tutti gli uomini si costruisce passo dopo passo e convincerci che facciamo parte della stessa origine.Senza una guida spirituale ogni nazione corre il rischio di smarrire l’orien- tamento e le nazioni che si schiereranno dalla parte dei piu’ deboli per la difesa dei loro diritti civili, creera’ motivazioni positive di gioia e di speranza per un mondo migliore. Concludo che la giornata del 25 Aprile fosse rievocata con un inedito titolo:

FESTA DELLA LIBERAZIONE E DELLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE!!!

Nel mese di aprile del 1946, Vittorio Emanuele III, di casa Savoia, re d’Italia d’Albania ed imperatore re d’Etiopia, abdico’ a favore deI principe ereditario suo figlio Umberto ll che eredito’ legittimamente il titolo di re d’Italia. Quindi, come da tradizione Umberto II, fu re d’Italia, ma il destino limito’ il tempo del suo Regno, solo per il mese di maggio 1946, in quanto fu frettolosamente indetto il Referendum del 2 giugno e tuttavia con sorpresa il consenso popolare premio’ la Repubblica. Nello stesso mese di giugno, Umberto II, re d’’Italia parti’ in esilio e si stabili’ in Portogallo.

Boston, 21 maggio 2009

On. Michele Frattallone

Presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc.

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