L’Italia non vuole una società multietnica, tuonava appena ieri il Premier concedendo un assist elettorale agli alleati della Lega Nord. Cosa importa se poi la Storia ci dice che siamo di fatto una società multietnica e multiculturale. ‘Il sonno della ragione genera mostri’ è una celebre espressione del grande pittore spagnolo Goya che ci invita ancora una volta a riflettere sulla realtà che si sta delineando nel nostro Paese nei confronti dell’immigrazione.
Nel nostro Paese, a più riprese, si sta manifestando una insofferenza, un imbarbarimento dei rapporti umani nei confronti delle diverse etnie presenti sul nostro territorio. Si stanno adottando provvedimenti che cominciano ad avere una connotazione sempre più escludente: si sta procedendo ad alzare mura sempre più alte alle nostre frontiere per difenderci dalla minaccia dei flussi migratori, identificando così l’immigrazione come una minaccia sociale. Ma, un conto è il contrasto all'immigrazione clandestina e il rispetto delle regole, che comprende anche il legittimo respingimento di clandestini alla frontiera, altra cosa e' quello che è accaduto nei giorni scorsi: una sorta di deportazione di massa, con la piena violazione dei diritti fondamentali della persona.
E quando assistiamo, con l’approvazione alla Camera del cosiddetto pacchetto sicurezza, all’assopimento della ragione e dell’intelletto, dobbiamo prepararci ad affrontare conseguenze disastrose come quella di considerare l’immigrazione un pericolo sociale, di ordine pubblico, alla stregua di una deriva criminale. Quella della legalità e della sicurezza ci sembrano francamente delle scuse perchè tutto questo non c'entra più nulla con la lotta contro la clandestinità. Siamo piuttosto in presenza di un disegno che si caratterizza sempre più nella sua inaccettabilità: rendere impossibile qualunque politica di integrazione.
Ce lo conferma anche la presentazione di una mozione, a firma leghista of course, per impedire la costruzione di nuove moschee. Ma sono tanti i segnali che si sono succeduti in questi ultimi mesi che consentono certamente e definitivamente di annusare l’aria che tira. Ed è l’aria di un regime che sta avanzando, quasi strisciando perché non faccia troppo rumore, e sta assorbendo, facendola lentamente e inesorabilmente propria, la cultura che fa da pilastro a questa impalcatura di stampo razzista, quella leghista.
Siamo tornati indietro di cento anni con questo provvedimento quando a fare la storia eravamo noi italiani descritti nella relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso americano, nel 1912, né più né meno di come vengono descritti oggi i migranti in questo Paese: brutti, sporchi e cattivi.
E poco importa se l'Alto Commissariato per i rifugiati dell'Onu, il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il Consiglio d’Europa e anche il Vaticano hanno espresso 'grave preoccupazione' per quanti cercano protezione internazionale e invece vengono respinti senza verificare la presenza dei requisiti del diritto di asilo, in violazione di quel principio fondamentale di non respingimento previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1951.
Tutte queste critiche vengono, invece, respinte al mittente con arroganza e prosopopea tanto dal Premier quanto dai ministri interessati: che tacciano questi signori che hanno sempre da ridire su ciò che fa il Governo italiano! Noi tiremm innanz!