LE INTERVISTE DI LUCIANO GHELFI – Stefano Stefani, presidente della Commissione Esteri della Camera

“Non è calata l'attenzione per gli italiani all'estero”

Stefani: “Non è calata l'attenzione per gli italiani all'estero”

Gli italiani all'estero fanno meno notizia di quando erano decisivi in
parlamento, ma la volontà di riformare i COMITES e il CGIE è il segnale di
una rinnovata attenzione da parte del governo Berlusconi. A parlare in
questi termini è Stefano Stefani, presidente della commissione Esteri della
Camera. Vicentino, 70 anni, imprenditore orafo, Stefani è parlamentare dal
1994. E' stato sottosegretario agli Esteri ed è anche il responsabile della
Lega Nord Estero. In questa intervista esclusiva per
www.lombardinelmondo.org si augura che la legge sia approvata in fretta e
che quindi si possa mantenere l'impegno di votare entro il 2010, cioè con il
ritardo di un solo ano sulla scadenza naturale degli organi di
rappresentanza dell nostre comunità.

– Presidente Stefani, nel 2006 il tema degli italiani all' estero sembrava
divenuto centrale nel dibattito politico nazionale, dopo il risultato
elettorale che vedeva determinante al Senato l'orientamento degli eletti
all'estero. Oggi qualcuno dice che questo tema interessa meno. Impressione
sbagliata?
“Mi pare abbastanza scontato che, dopo il risultato del 2006, che vide la
pattuglia degli eletti all'estero decisiva per la formazione del governo
Prodi e per la sua (limitata nel tempo) sopravvivenza, l'attenzione sugli
italiani risiedono fuori dal Paese ed esprimono il loro voto fosse
altissima. E' un problema di numeri e quando i numeri, seppure risicati,
diventano importanti tutto assume una valenza diversa. Quando, con le ultime
elezioni, i deputati e i senatori eletti all'estero non sono stati più
decisivi, l'attenzione loro riservata non è stata più quella di prima, ma,
mi permetto di sottolineare, solo da parte di chi non ha creduto nella loro
importanza. Il fatto che la Lega, partendo dal 2006 a oggi, ha di fatto
quadruplicato e anche di più il numero di iscritti alla nostra struttura
estera mi pare che sia indicativa di come il movimento si senta impegnato
nei confronti della comunità italiane all'estero”.
– Ha suscitato molte critiche da parte dei rappresentanti delle nostre
comunità la decisione del governo di rinviare di un anno il rinnovo dei
COMITES, in attesa della loro riforma. Come ha giudicato questa scelta?
“Giudico questa decisione invece come un segnale di rinnovata attenzione da
parte dell'esecutivo Berlusconi nei confronti delle nostre comunità
all'estero, perché si tratta di scelte che non possono essere prese in
fretta e furia, ma devono essere meditate. In un passato anche recente molte
e pesanti critiche si sono levate nei confronti dei criteri di elezione dei
Comites, della loro funzione, delle loro competenze e, quindi, del ruolo che
hanno in seno alle comunità. I Comites devono essere strumenti efficaci e
non replicare tutti i mali delle rappresentanze elettive. Allo stesso modo
devono mantenere la loro peculiarità rendendosi conto di esistere per
rappresentare il raccordo con il Paese. Chi va nei Comites deve farlo in
spirito di servizio e non per rimarcare presunte o fondate leadership in
seno alle comunità”.
– Si farà in tempo ad approvare una legge di riforma dei COMITES e del
Consiglio Generale degli italiani all'estero, e votare davvero nel 2010?
“Questo è l'auspicio di tutti, compatibilmente con la necessità di
affrontare con efficacia le priorità in Italia, a cominciare dalla crisi
economica internazionale e, oggi, dall'emergenza Abruzzo. Purtroppo in
questo periodo l'agenda del Governo e del Parlamento è dettata da fattori
emergenziali”.
– Pensa che in questa legislatura ci sarà spazio per qualche
aggiustamento sulle norme che regolano l'esercizio del diritto di voto dei
nostri concittadini residenti all'estero?
“Nelle due ultime elezioni, quelle che hanno segnato l'esordio del voto
italiano all'estero, è emersa una serie di problemi legati soprattutto alla
macchina organizzativa, quella che presiede tutte le fasi della
consultazione elettorale, dalle candidature alle procedure di consegna delle
schede. Problematiche complesse e, devo ammettere, anche difficili, legate
anche alle particolarità sia amministrative che geografiche dei Paesi dove
risiedono le nostre comunità e di conseguenza alle funzioni attribuite alle
nostre strutture consolari. Occorrerà certamente intervenire, ma non credo
di potere fare previsioni realistiche sui tempi”.
– In tempo di crisi economica, che tipo di impegno nei loro confronti
possono attendersi gli italiani nel mondo da parte del governo nazionale?
“Mi sembra doveroso prestare sempre la massima attenzione alle comunità
italiane all'estero. Allo stesso modo, dato per scontato che il Governo
Berlusconi e la maggioranza che lo sostiene non faranno passi indietro,
bisognerà contemperare le richieste che vengono dall'estero con gli impegni
che la crisi economica internazionale metterà sul percorso che l'esecutivo
si è dato. Se si uscirà presto e bene dalla crisi tutto potrà essere
affrontato con maggiori risorse e, quindi, determinazione”.

– Lei è anche il responsabile della Lega Nord per i Padani nel Mondo. Quali
sono gli obiettivi che si pone il Carroccio? Com'è strutturata la presenza
della Lega all'estero?
“Quando prima delle elezioni del 2006, la Lega ha cominciato a rendere
organizzati i contatti con l'estero e con i simpatizzanti che aveva, a molti
quel gesto di entusiasmo sembrava essere destinato ad esaurirsi con la
scadenza elettorale. Forse era questa la considerazione scontata di chi
guardava all'estero solo e soltanto in funzione elettorale. I fatti
dimostrano che non è così. Potrei citarle decine di esempi, di come la Lega
Nord Estero – è così che si chiama – sia presente nei dibattiti politici in
modo costruttivo e senza alcuna ambizione personale. Cosa che emerge invece
nettamente nelle altre formazioni politiche italiane esistenti all'estero,
dove gli scontri quasi a livello di faide sono sotto gli occhi di tutti. La
Lega è diversa, noi siamo diversi e non è un caso che la Lega Nord Estero ha
una struttura orizzontale, che significa da un lato partecipazione corale
alle decisioni e alle iniziative, ma dall'altro non certo confusione o
peggio. Oggi la Lega ha suoi rappresentanti in tutto il mondo, e non
esagero, perché la nostra struttura in Italia che cura il coordinamento
lavora, per il meccanismo dei fusi orari, dalle 6 alle 24 di ogni santo
giorno. Ogni giorno dai quattro angoli del mondo arrivano contributi e
proposte e il nostro appuntamento annuale di novembre dovrebbe essere preso
ad esempio per concretezza, passione, entusiasmo, ma anche concretezza”.

Luciano Ghelfi
Direttore del Portale dei Lombardi nel Mondo
www.lombardinelmondo.org

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