Lo stato di salute dell’informazione su carta stampata

Recentemente il Financial Times ha pubblicato un’inchiesta sulla crisi dell’informazione dei quotidiani.
Ma cosa mina la salute dei giornali? L’elenco delle malattie è vario: la pubblicità diminuisce,i lettori sono in prevalenza di età avanzata,il livello di indebitamento è elevato,la concorrenza dei giornali on line spietata,sottraendo alla carta stampata compratori.
Insomma la carta stampata è in declino: alla sua crisi strutturale si è aggiunta la mazzata inferta dalla peggiore recessione economica dopo quella del 1929 che,solo in America,ha determinato la bancarotta di grandi quotidiani,determinata dalla diminuzione massiccia di copie e ricavi(il New York Times,in rosso,ha dovuto vendere il grattacielo in cui ha la sede mentre altri giornali americani usciranno a breve solo su Internet).
Eppure sembra un paradosso,i quotidiani storicamente non hanno mai avuto tanti lettori come oggi grazie alle edizioni on line che hanno costo zero per i lettori.
Ma è vero che il quotidiano è morto,come sostiene l’articolo del Financial Times? Stando ai dati sembrerebbe di no: infatti i siti internet dei giornali americani hanno attirato,soltanto negli ultimi tre mesi dell’anno scorso,ben 66 milioni di lettori,un numero impressionante con un aumento del 12% rispetto al 2007,mentre il 40% degli internauti visitano il sito di un giornale.
In Europa la situazione è la stessa:è in crisi il formato dei quotidiani non la sostanza del loro contenuto,le notizie.
Il Nieman Journalism Lab di Harvard ha stimato che per salvare i giornali americani dalla loro crisi attuale servirebbero 114 miliardi di dollari.
In Francia,del salvataggio dei giornali in crisi si fa parzialmente carico lo Stato che ha erogato 600 milioni di euro in tre anni,destinati alla carta stampata.
Una diversa cura sostiene che continuare a offrire gratuitamente informazioni ai lettori su Internet è una scelta suicida per i giornali che così uccidono la carta stampata e quindi sarebbe giusto eliminare le edizioni sul web.
Una soluzione all’odierno stato delle cose potrebbe essere rappresentata dall’istituzione di abbonamenti digitali ai quotidiani on line,come già oggi avviene ma i guadagni ottenuti sono stati finora esigui.
Un’altra cura potrebbe essere rappresentata dalla possibile ideazione di micropagamenti per permettere di scaricare non l’intero giornale,ma anche un solo articolo.
Viviamo in un mondo in cui tutto ha un costo:se un adolescente non ci pensa su troppo a pagare per inviare un sms,non dovrebbe essere tecnologicamente e psicologicamente impossibile convincere le persone a pagare per ricevere informazioni.
Nel frattempo,nella fase di transizione che il mondo della carta stampata sta vivendo tra vecchio e nuovo modello di giornale,gli operatori del settore prevedono che alcuni quotidiani abbandoneranno definitivamente la carta troppo costosa,passando al digitale mentre altri usciranno in edicola solo alcuni giorni ed altri cercheranno di contenere i costi di produzione.
Ma sul contenimento dei costi il dibattito è aperto. Questo perché non si produce un buon giornale abbassando i costi a scapito della qualità del prodotto informativo.
Per questo motivo non tutti i giornali potranno continuare ad avere uffici di corrispondenza nel mondo e quindi offrire ai lettori un prodotto editoriale informativo ricco di notizie e approfondito.
Meglio quindi sarebbe tagliare i debiti accumulati dai giornali che assorbono ogni anno una considerevole parte dei ricavi.
Insomma le cure variano,ma per concludere,parafrasando Mark Twain si può dire che le notizie sulla fine dei quotidiani su carta sono forse esageratamente premature perché una delle terapie proposte ed evidenziate in questo breve articolo potrebbe risanare il mondo dei quotidiani oggi gravemente malato e in crisi strutturale.

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