Il diritto d’autore nell’era di Internet

Il diritto d’autore festeggia questo anno il suo trecentesimo compleanno: è infatti del 1709 la prima legge a tutela dei diritti d’autore varata dalla Regina Anna d’Inghilterra.
Poi con l’avvento delle fotocopiatrici,dei registratori a nastro e di Internet, la nozione di proprietà intellettuale ha cominciato ad incrinarsi.
Questo perché oggi si copiano gratuitamente brani musicali e film, ma non finisce qui in quanto si scaricano a costo zero anche valanghe di volumi.
Basta solo un dato numerico a fotografare efficacemente la messa in crisi del concetto di diritto d’autore:le maggiori case discografiche americane hanno perso solo l’anno scorso oltre 5 miliardi di dollari sui diritti.
Insomma oggi la tutela dell’intelletto è messa fortemente in crisi eppure,sembra un paradosso,tutti brevettano tutto:il neo presidente degli Stati Uniti mette il copyright sullo slogan vincente da lui usato nella campagna elettorale ”Yes we can” e anche la Russia fa lo stesso sui famosi mitra Kalashnikov.
Ma come difendere il diritto d’autore dagli attacchi di Internet? L’industria discografica,in prima linea nel combattere questa battaglia,ha avviato numerose cause legali per provare a sanzionare i ladri di cd musicali.
Ma questa strategia difensiva di contrasto al fenomeno della pirateria attraverso il web si è rivelata non efficace in quanto ha rafforzato, nella testa dei pirati, il concetto che il diritto gratuito a una canzone o a un film prevalga sul dovere di pagare il diritto d’autore.
Si è poi tentato di colpire i siti che consentono di scambiarsi i file e gli operatori telefonici proprietari delle reti di telecomunicazioni attraverso le quali i pirati compiono i loro attacchi al diritto d’autore.
In Italia, Mediaset ha citato in giudizio Youtube per la diffusione illegale di diversi spezzoni dei programmi televisivi trasmessi dalle sue reti.
Mentre in Svezia si sta celebrando un processo contro il sito Pirate Bay destinato a ridisegnare le regole che disciplinano il diritto d’autore.
Questo sito,creato da tre ragazzi svedesi, è stato fino a poco tempo fa il lasciapassare per eludere le norme a salvaguardia del diritto d’autore,consentendo ai suoi utenti(22 milioni)di mettere a disposizione di questi ultimi, gratuitamente, film,videogiochi e cd musicali.
L’altro fronte aperto dai paladini del copyright è quello dei colossi delle telecomunicazioni. L’obiettivo è quello di convincere questi ultimi a collaborare nella caccia a chi viola il diritto d’autore per evitare l’accusa di favoreggiamento dei pirati informatici.
Il metodo è semplice:l’invio di un primo cartellino giallo(pagando però il diritto d’autore al calcio)recapitato attraverso la posta elettronica agli internauti sorpresi a copiare file illegali,con annessa la minaccia di sconnetterli in caso di recidiva.
L’avvento delle nuove tecnologie e l’uso massiccio di Internet a livello planetario obbliga tutti a rivedere le norme a tutela del diritto d’autore.
E anche il copyright,per arrivare ai quattro secoli di vita,si sta preparando a cambiare pelle.
Travolti dalle nuove tecnologie,i diritti d’autore stanno valutando come rifarsi sul nemico.
In Italia, nelle pieghe dell’ultimo decreto milleproroghe,è nascosto un regalo del nostro governo al copyright per festeggiare il suo terzo secolo di vita:la possibilità di introdurre una royalty sulle memorie digitali(pennette Ubs,Mp3)da dirottare nelle tasche degli autori derubati delle loro opere di ingegno.

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