Il politico e il numismatico

La crisi economica del 1929 vista da un osservatorio inconsueto. Rodolfo Ratto (1866-1949) fu tra i più accreditati studiosi italiani di numismatica. I suoi cataloghi su monete a prezzo segnato sono ancora oggi strumento indispensabile per chi intraprende l’attività nel settore. Nato a Genova nel 1866, si trasferì nel 1921 a Lugano, dove restò fino al 1930. A Villa Ginevra presso Besso promosse aste private per la compravendita di monete greche e romane. Il clima di quegli anni, contrassegnato da ovvi malumori per il mutare delle leggi sui cambi e per il graduale avvicinarsi della crisi mondiale del 1929, è documentato in un carteggio da Lugano fra il numismatico e il Deputato al Parlamento italiano Pietro Niccolini, Senatore del Regno dal 1920 e qualificato referente di Ratto.

di Giuseppe Muscardini

Basta passeggiare lungo la raffinata Via Nassa per rendersene conto. Il mercato e lo scambio numismatico è prospero e fiorente, per quanto oggi sia difficile pensare ad investimenti in monete antiche.

Ma Lugano ha radici consolidate, tanto da indurre nel passato numismatici provenienti dall’estero ad impiantare la loro attività nella bella città sul lago, per farsi promotori di aste pubbliche e private in un commercio destinato ad assumere sempre più carattere internazionale. La riprova di questa diffusa tendenza ci viene dal recente ritrovamento di una corrispondenza epistolare tra Rodolfo Ratto, stimato numismatico con residenza a Villa Ginevra, e Pietro Niccolini, parlamentare italiano, appassionato di antichità e a sua volta collezionista di monete.

Il carteggio fra i due, risalente agli anni Dieci e Venti, svela interessanti implicazioni e offre spunti di riflessione sul clima morale del periodo che precedette una crisi socio-economica di portata mondiale. La numismatica, nel caso dei due, diviene così da Lugano una sorta di osservatorio privilegiato attraverso il quale misurare il polso dell’economia, riflettere sulla condizione ondivaga dei cambi e sulle nuove leggi che dal 1926 regolarono i commerci tra Svizzera e Italia.

Si legge testualmente in una lettera del 7 luglio 1926: La Numismatica non va troppo bene, a causa di questo mondo che non vuol mai andare a posto, anzi va sempre più fuori di posto. In questo momento poi, l’attuale decreto sui cambi, mi proibisce ogni traffico con l’Italia; ma capisco che intanto, anche se non ci fosse il decreto, l’altezza attuale del cambio, impedirebbe egualmente gli affari. A parte l’Italia, tutto il mondo è malato, malatissimo, non parliamo di Francia e Belgio ecc. La stessa America soffre di malattia ferocissima del dollaro, ed è più malata di noi che soffriamo per la lira barcollante.

Visibilmente preoccupato per i continui mutamenti che mettono a repentaglio la sua attività luganese, Rodolfo Ratto non si sottrae al compito di erudire il politico sui valori etici (e anche materiali) di certe monete romane in vista di una compravendita. Consiglia, pontifica seccamente sulla conservazione di Auree o Faustine romane, critica stato e fior di conio di monete comunissime e senza valore, che dice di possedere a dozzine.

L’autorità gli viene da un sapere e da un’esperienza professionale di tutto rispetto: dal 1893, all’età di 27 anni, aveva dato inizio a Genova alla sua attività commerciale, riuscendo l’anno successivo a pubblicare il primo di un prezioso corpus di cataloghi, cessato solo nel 1939. Ha impennate di vero entusiasmo quando la ripresa del cambio gli fa sperare lauti vantaggi: Ora poi bisogna considerare il miglioramento della Lira che vuol dir molto. Sopra L. 500, in pochi mesi, corre una differenza di 200 lire. Cioè è quanto dire che 500 d’oggi equivalgono a 700 di prima, epperciò se la lira continua a migliorare, quod est in votis, il prezzo continuerà sempre a scendere, anche a dispetto dell’ostinazione del venditore. E qui si tratta di pura operazione matematica, contro la quale qualunque argomento contrario s’infrange (lettera del 19 gennaio 1927).

Come promotore di aste private a Villa Ginevra, si dimostra abile e attento alle minuzie: è in grado di prevedere ostacoli per i suoi utili sulla base di convinzioni personali e giudizi talvolta sommari, dettati dalla frequentazione assidua dell’ambiente luganese del commercio numismatico: Non creda che i membri della Società di cui mi parla siano persone da portare profitti, anzi i Luganesi furono poco soddisfatti. Il guadagno che ne tireremo sarà questo: che siccome il Governo ha fatto spese eccezionali per preparativi, impianti ecc., egli poi le riparte nell’aliquota delle tasse, ed io ne sortirò molto ammaccato, come tutti gli altri; glielo saprò dire a fine d’anno. Sarà una liquidazione poco confortante (lettera del 6 febbraio 1929).

È sorpreso dal fatto che il Governo intenda distribuire l’onere di spesa per gli interventi pubblici attuati sull’assetto viario di Lugano con un proporzionale aumento delle tasse. Si sente addirittura perseguitato, e pronosticando dissesti finanziari, il 5 ottobre 1929 scrive testualmente: Dei guai fiscali, è meglio non parlarne. Sono qualche cosa di più grave di un guaio. Basti dire che si va facendo strada l’idea di ritornare in Italia. Qui non è più possibile vivere. Specialmente da un anno a questa parte si è delineato tutto un sistema insopportabile, da superare qualsiasi previsione, la più nera, che si avesse potuto fare.

Quantificando le numerose aste private organizzate a Villa Ginevra a Besso in quegli stessi anni, e sfogliando i relativi cataloghi editi dal 1924 al 1929 dalla Tipografia e Libreria dei Successori di Natale Mazzucconi di Lugano, è tuttavia lecito pensare che buoni profitti siano entrati nelle casse del numismatico. Ancora dopo il 1930, lasciato il Ticino per ritirarsi a Milano, le due aste più importanti volle tenerle a Lugano.

*) Giuseppe Muscardini vive a Ferrara dove lavora presso la Biblioteca dei Musei Civici d'Arte Antica. Narratore e saggista, collabora con “Nuova Antologia”, “Belfagor” e molte altre testate italiane e internazionali. È membro attivo della “Associazione Svizzera dei giornalisti specializzati” (Verband Schweizer Fachjournalisten – SFJ). Per le Edizioni dell'ADL ha pubblicato L'Empietà di Marte – Elogio dei giovani che ripudiano la guerra (Zurigo, 2007).

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: