Il Paese della Vergogna e il Teatro Civile: ad Alta Voce

Ricevo e inoltro (fatelo anche voi se credete) questo invito per oggi domenica 5 aprile a Viterbo:
domenica 5 aprile, ore 17,00 alla Libreria Malatesta – ex ceramiche Tedeschi, Viterbo anteprima Resist 2009.
I comitati provinciali di Viterbo di Anpi e Arci organizzano: incontro con Daniele Biacchessi che, per l’occasione, presenterà IL PAESE DELLA VERGOGNA-Per non dimenticare (Milano, Chiarelettere, 2007, pp. 125, euro 9,50)
“Roma, maggio 1994. Nella sede della Procura Generale Militare viene ritrovato un armadio con le ante rivolte verso il muro, chiuso a chiave e protetto da un cancello. Dentro ci sono i fascicoli che registrano i crimini commessi dai nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale. E c’è un timbro di archiviazione provvisoria con la data del 14 luglio 1960.
Lo hanno chiamato l’ armadio della vergogna. E’ solo una delle storie che Biacchessi da anni porta nei teatri d’Italia. Per non dimenticare“.

E’ il caso di dire un invito ad alta voce e per chi può un’occasione ottima di conoscere Viterbo, farsi una passeggiatina, anche annusando la polvere di certi scheletri negli armadi. Daniele Biacchessi merita a mio avviso la massima attenzione come tutto il “teatro civile” o di strada, scarso nel nostro Paese, sarà anche in altre città, secondo il calendario che trascrivo, accompagnato come segue:
Daniele Biacchessi (voce narrante) Marino Severini dei Gang (voce e chitarra) Sandro Severini dei Gang (chitarra solista)
19 aprile, ore 21, 30, Osnago(LC), Sala Cine-Teatro Don Giuseppe Sironi
20 aprile,ore 21,30, Milano, Camera del Lavoro, salone Di Vittorio
21 aprile, ore 21,30, Legnano, Sala Teatro Ratti
7 maggio, ore 21,30, Tirano, Teatro Mignon
9 maggio, ore 21,30, Modena, Piazza Grande
23 maggio, ore 21,30, Cassano d’Adda, Palasport
Un po’ di biografia…
Daniele Biacchessi, giornalista e scrittore. Vicecaporedattore di Radio24-Il Sole24ore. Premio Cronista 2004 e 2005 per il programma “Giallo e nero”. Collabora con il mensile “Mucchio Selvaggio”. Dal 1975, ha lavorato e collaborato con numerose testate: Radio Rai (Noi in Lombardia, Domenica con noi, Blue note), Radio Popolare, Radio Regione, Radio Lombardia, Telemilano 2, Telenova, Rete A, Antenna3, Unità, Avvenimenti, Europeo. E’ stato direttore della sede mlanese, inviato e cronista parlamentare di Italia Radio dal 1988 al 1999. Ha pubblicato diciotto libri d’inchiesta. “La fabbrica dei profumi” (Baldini&Castoldi,1995), “Fausto e Iaio” (Baldini&Castoldi, 1996), “Il caso Sofri” (Editori Riuniti, 1998), “L’ambiente negato” (Editori Riuniti,1999), “10,25 cronaca di una strage” (Gamberetti, 2000), “Il delitto D’Antona” (Mursia, 2001), “Un attimo..vent’anni” (Pendragon, 2001), “Ombre nere” (Mursia, 2002), “Punto Condor. Ustica, il processo” (Pendragon,2002), “L’ultima bicicletta, il delitto Biagi” (Mursia, 2003), “Cile 11 settembre 1973″ (Franco Angeli, 2003), “Vie di fuga. Storie di clandestini e latitanti” (Mursia 2004), “Roberto Franceschi: processo di polizia” (Baldini Castoldi Dalai,2004), “Walter Tobagi. Morte di un giornalista.” (Baldini Castoldi Dalai, 2005), “Una stella a cinque punte. Le inchieste D’Antona e Biagi” (Baldini Castoldi Dalai, 2007), “Il paese della vergogna” (Chiare Lettere, 2007), “Fausto e Iaio, trent’anni dopo” (Costa&Nolan, 2008), “Passione reporter” (Chiarelettere, 2009). Daniele Biacchessi é autore, regista e interprete di teatro narrativo civile. “La storia e la memoria” (2004) , “Fausto e Iaio, la speranza muore a 18 anni” (2005), “La Fabbrica dei profumi. Il racconto di Seveso” (2006), “Storie d’Italia. I diari” (2006), “Punto zero, frammenti di underground americano” (2008), con il sassofonista Michele Fusiello. “Roberto Franceschi. Processo di polizia” (2005), “Quel giorno a Cinisi. Storia di Peppino Impastato” (2006), con il pianista Gaetano Liguori. “Il paese della vergogna” con Marino e Sandro Severini dei Gang, “I ventitré giorni della città di Alba” (2007) e “Il sogno e la ragione. Storie del ‘68″, con Gaetano Liguori e Michele Fusiello, “Passione reporter”, sono gli spettacoli del 2009. In forma di solo reading, ha scritto “Luigi Tenco, morte di un cantautore”.
I Gang si formano agli inizi degli anni 80 nella provincia marchigiana, i promotori sono i due fratelli Marino e Sandro Severini,voce e chitarra, e rappresentano la base portante del primo gruppo rock italiano. Il 1984 è l’anno del loro esordio discografico con l’ep “Tribe’s Union” autoprodotto e distribuito nel circuito underground, caratterizzato dall’influenza dei Clash e dalle tematiche politico sociali. Nel 1987 esce “Barricada Rumbe Beat” sempre autoprodotto e nell’88 passano ai canali discografici con “Reds”, tramite un contratto con la CGD. La trilogia composta da “Le radici e le aliI”, “Storie d’Italia” e “Una volta per sempre”, viene realizzata tra il 1990 e il 1995. La forza maggiore della band, fin dagli esordi, si esplicita nelle esibizioni live spesso a sostegno di cause civili. Nel 1997 passano alla Wea e pubblicano “Fuori dal controllo”. L’album “Controverso” esce nella primavera del 2000. Nel 2004 realizzano “Nel tempo e oltre cantando”, in sintonia con il gruppo di musica popolare marchigiano La Macina. “Il seme e la speranza” del 2006, è un progetto concepito grazie alla collaborazione della Regione Marche. Lo spirito dell’album è quello della testimonianza storica delle radici contadine del nostro Paese. I testi scritti da Marino Severini sono poesie, frammenti di vita vissuta, attimi di vita raccontati come fossero romanzi, scritti in punta di penna.
Doriana Goracci

Dal sito Chiare Lettere : Il nuovo libro di Daniele Biacchessi, giornalista di Radio24, racconta le grandi stragi che hanno insanguinato l’Italia dal 1944 al 1993, dal punto di vista degli esiti giudiziari. Trovati i colpevoli? A che punto sono le indagini? Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, treno Italicus, stazione di Bologna… Le stragi impunite dalla parte delle vittime. L’Italia delle verità negate. E ancora, com’era avere vent’anni, con le storie di Fausto e Iaio, Piero Bruno e dei cinque anarchici del Sud. I delitti di mafia, con Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli, Falcone e Borsellino, don Pugliesi, Libero Grassi. Il paese della vergogna contiene flash, racconta circostanze, dà volti a nomi e personaggi, ne colora i contorni, li mette insieme, infonde e intreccia emozioni, ma soprattutto sollecita la coscienza civile, quella che parla di altri ma che si riferisce proprio a noi stessi. Ci sveglia da una letargia pericolosa e profonda, ci scuote e ci invita a meditare. Un libro sulla cronaca nera e giudiziaria, ma soprattutto una testimonianza appassionata scritta dalla parte delle vittime, dei familiari delle vittime e di chi ancora aspetta che sia fatta giustizia.

TUSCIA: DANIELE BIACCHESSI DI RADIO 24-IL SOLE 24 ORE A VITERBO
Domenica 5 Aprile ore 17 Organizzato da ANPI e ARCI Libreria Malatesta – ex Ceramiche Tedeschi
VITERBO ( UNONOTIZIE.IT ) Daniele Biacchessi, giornalista e scrittore, è caporedattore di Radio 24 – Il Sole 24 Ore.
E’ autore, regista, interprete di teatro civile, ma è soprattutto un uomo umile e simpatico. Il teatro civile in Italia, dopo un difficile rodaggio, è diventato un fenomeno quasi di massa. Dietro questo successo ci sono, tra l’altro, le inchieste e le performance di Daniele.
Siamo a Porta Romana, una fredda mattina di gennaio: tutto si può desiderare tranne che chiacchierare all’aria aperta.
Intorno a noi Viterbo è sonnolenta, quasi insolente nella sua gelida bellezza. Daniele sta terminando l’ennesimo libro “impegnato”: una ricostruzione attenta ma tremendamente umana della morte sul campo di alcuni giornalisti coraggiosi. Dopo il successo del Paese della Vergogna, Passione Reporter si incasella perfettamente nella sua lunga carriera di autore. Fissiamo una data in primavera per presentare “Il Paese della vergogna” al pubblico della Libreria Malatesta e continuiamo a chiacchierare. Alcuni suoi lavori, seppur usciti da qualche anno, mantengono intatte le loro peculiarità: La fabbrica dei Profumi, incentrato sulla tragedia di Seveso, Fausto e Iaia, due ragazzini del Leoncavallo di Milano barbaramente trucidati, Le vie di fuga, gli esilii dorati e protetti di molti ex terroristi e Walter Tobagi, la figura e la morte di un giornalista del dialogo. Daniele quando parla si lascia trasportare dalla passione, cerco d’interromperlo a fatica con alcune domande marzulliane.
Si avverte un profondo malessere in tutti i tuoi libri, come se per te “la scrittura” fosse una sorta di espiazione.
La responsabilità di ricordare, di condividere il peso della bruttezza del mondo e, forse, di alleviarlo nel condividerlo.
“Il mestiere della scrittura è un atto acrobatico, un gesto pubblico che miscela tecnica, passione, disciplina e consapevolezza. Scrivere, in generale, è un atto di memoria e di impegno civile, in un paese che si piazza agli ultimi posti della classifica dei libri letti e venduti. Io sono un cantastorie, uno che ha deciso di metterci la faccia, che non si nasconde dietro paraventi. La mia voce è quella delle tante persone che non hanno possibilità di parlare, di raccontare, di esprimersi, perché massacrati dalle profonde ingiustizie e dai torti ricevuti. Sono rimasto amico di persone che hanno perso il loro figlio, il loro padre, la madre. Faccio da tramite.
Mi dicono: “Tu che sei un giornalista, uno scrittore, un attore, tu che puoi…”. Si, a differenza loro io posso e vado avanti, tiro dritto, sfrutto la tecnologia che serve per divenire popolari, vado poco in televisione, quello che serve per proporre le mie idee, alcune volte, come dice Stefano Benni, ci si mette in disparte, si fa posto. E si fa la differenza, e si resta, nonostante il tempo.”
Italia pallida madre: troppi misteri e poco senso civico. Ripercorrere, attraverso le tue pagine, la nostra Storia è un viaggio nel rimpianto: un Paese che poteva essere e non è stato.
“Si hai ragione. L’Italia è un paese dove il passato sembra non passare mai. La politica non è stata mai in grado di offrire risposte certe e plausibili sui retroscena della strategia della tensione, le bombe scoppiate in tempo di pace che hanno provocato centinaia di vittime innocenti e migliaia di feriti. La società civile è disattenta. Dove sono finite tutte quelle persone che avevano partecipato ai funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana, di Fausto e Iaio, quelli che avevano gridato parole forti contro gli uomini delle istituzioni ai funerali dei morti sul treno Italicus, il 4 agosto 1974, della stazione di Bologna, il 2 agosto 1980, del Rapido 904, il 23 dicembre 1984.”
Ma che crisi è questa? E’ come se la società, in tutte le sue manifestazioni, si fosse liquefatta sotto la spinta oscena della massificazione. Le comunità intermedie: partiti, associazioni, gruppi culturali spariscono schiacciate da un’isteria televisiva da grande fratello. Non è solo un problema di quattrini. Come se ne esce?
“Restano speranze e tracce importanti: le cooperative di Libera nate sui terreni confiscati dallo Stato alla mafia, le manifestazioni in memoria delle vittime delle cosche, i grandi movimenti di giovani in Calabria dopo l’assassinio di Francesco Fortugno. C’è un’Italia che non abbassa il capo davanti ai potenti corrotti e mafiosi, che tiene la schiena dritta. Partiamo da lì.”
Abbiamo bisogno di eroi. Un maledetto bisogno di eroi. Da Tobagi ad Ilaria Alpi, la tua ricerca di autore è impregnata da questo bisogno.
“Non erano eroi. Facevano i giornalisti, consumavano le suole delle scarpe come avevano insegnato i padri del nuovo giornalismo d’inchiesta, quelli nati sul piano lavorativo al termine della seconda guerra mondiale, nei giorni della ricostruzione del paese: Giorgio Bocca, Marco Nozza, Corrado Stajano. I grandi cronisti e i narratori. Dovevano essere testimoni, dovevano vedere con i loro occhi, verificare le fonti, mettere in fila i fatti. Oggi non si è più abituati a giornalisti d’inchiesta. Io, del resto, sono uno degli ultimi rimasti. Oggi nelle redazioni i giovani colleghi aprono internet e credono di avere sotto controllo le notizie del mondo. Ma chi ha scritto quelle notizie? Chi le ha pubblicate? Chi pilota oggi l’informazione in Italia? C’è bisogno di giornalismo, non di eroi, solo di buon giornalismo.”
Il 5 Aprile alle 17 – Daniele Biacchessi torna a Viterbo, ospite della Libreria Malatesta che ha organizzato l’incontro con l’ausilio dell’Anpi e dell’Arci.

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