GEMELLAGGIO OPEROSO TRA SCUOLE ITALIANE E RUSSE

Partito con una video conferenza tra L’Aquila e Mosca il progetto Italia-Russia del MIUR

L’AQUILA – E’ partito con grande entusiasmo, grazie alla formula dei partenariati telematici, un progetto di collaborazione tra undici scuole superiori italiane ed altrettanti istituti scolastici della Federazione Russa che si propone di lavorare congiuntamente su temi di comune interesse, attraverso l’uso di moderne tecnologie. Per l’Italia è stato lo stesso Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) a selezionare undici scuole (o reti di scuole) tra quelle che già vantavano da tempo una consolidata tradizione di rapporti di collaborazione internazionale con istituzioni scolastiche in Russia. Il progetto ha preso avvio all’Aquila il 25 marzo scorso alla presenza del top management del MIUR – il direttore generale degli Affari Internazionali, Antonio Giunta La Spada, e la dirigente dell’Ufficio Cooperazione con organismi internazionali, Paola Gigante – e del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Carlo Petracca, con l’intervento dell’assessore alla Formazione della Regione Abruzzo, Paolo Gatti, che ha portato il saluto del governo regionale a questa importante esperienza di collaborazione culturale. Il battesimo, nel segno d’una visione globale del mondo che cresce e dialoga anche a distanza, non poteva che avvenire attraverso un meeting virtuale, ma vivace e partecipato, con una video conferenza tra i dirigenti italiani e russi delle scuole interessate al progetto. Nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Mosca sono intervenuti per via telematica sul progetto il prof. Giovanni Perrino, dirigente dell’Ufficio Istruzione della nostra sede diplomatica in Russia e le autorità scolastiche russe rappresentate dalla prof. Elena Shabanova, mentre dalla sala delle Conferenze dell’Istituto “Ottavio Colecchi” dell’Aquila hanno parlato nell’ordine il direttore generale Antonio Giunta La Spada, la dirigente Paola Gigante ed il direttore generale per l’Abruzzo, Carlo Petracca, quindi alcuni dei presidi, docenti e studenti coinvolti nel progetto con quattro scuole della capitale russa. A seguire, altro collegamento in videoconferenza, questa volta con San Pietroburgo, con il Console generale d’Italia nella bellissima città sulla Neva, interessata al progetto con due partenariati tra scuole, tra cui L’Aquila. E non a caso, come diremo.
Già, perché L’Aquila e San Pietroburgo sono due città legate da alcune affinità e da una comune concezione dell’architettura urbana. Sono intanto due città imperiali. L’una di Federico II di Svezia “stupor mundi”, l’altra dello zar Pietro il Grande. Fatte le debite proporzioni e con un salto di quattro secoli e mezzo, nascono entrambe da un ardito disegno urbano. Non spontaneamente, come di solito sorgono per agglomerazioni successive tutte le città, ma secondo un progetto armonico che vede in pochi anni la propria completa realizzazione. L’Aquila, definita città di Federico per averne egli condiviso i propositi, nasce nel 1254 a quattro anni dalla morte dell’imperatore attraverso un decreto di suo figlio Corrado IV. Viene fondata con il concorso di 99 Castelli – tanti secondo la tradizione, un’ottantina nella realtà – d’un ampio territorio, ciascuno edificando una parte della “nova civitas” nella quale esprime il meglio della propria sapienza costruttiva, nelle chiese, piazze, fontane, nei palazzi e negli edifici civili. Nella nuova città s’inurba parte della popolazione dei castelli fondatori, ma i cittadini dentro e fuori le mura per oltre tre secoli conservano una forte unità fondata sulla disponibilità di pari diritti sia nelle comunità di provenienza come negli omologhi quartieri intus moenia. Nei primi tre secoli la città conosce una grande ruolo nel regno, grazie alla sua autonomia, al sistema di governo civico, ai suoi commerci con l’Europa, al forte legame territoriale assicurato dalla sua demanialità. Una città spesso al centro di conflitti tra le grandi dinastie europee, ma illuminata anche da presenze spirituali di grande rilievo nella storia della cristianità, come papa Celestino V, San Bernardino da Siena e San Giovanni da Capestrano. Nel 1703 sorge San Pietroburgo. Nell’arco di dieci anni la città imperiale voluta dallo zar Pietro il Grande sulla foce della Neva viene edificata con gusto barocco e neoclassico e con la fantasia di numerosi architetti giunti da tutta Europa, insieme a maestranze artigiane di prim’ordine. La gran parte di essi vengono dall’Italia, molti sono veneziani. Nei lineamenti della meravigliosa città baltica gli stilemi architettonici italiani si fondono a meraviglia con altre culture artistiche, in un plastico insieme di gusti e tradizioni costruttive, lungo le prospettive affacciate sulle rive del grande fiume che l’attraversa. Una comunione d’origini, tra L’Aquila e San Pietroburgo, giustamente da consacrare in un gemellaggio tra città, piuttosto che solo tra scuole.
Ma torniamo al progetto che ci occupa. La collaborazione italo-russa segna un importante esempio d’apertura al mondo della scuola italiana, con una concezione che vuole abbandonare i recinti interni per confrontarsi con altre esperienze e culture, avviando gli allievi verso una formazione globale che da un lato faccia uso di avanzate tecnologie di comunicazione, dall’altro costruisca relazioni umane basate sulla conoscenza e sull’amicizia, le uniche in grado di assicurare armonia, pace e sviluppo tra i popoli. Dunque del tutto naturale è stata la scelta dell’Aquila per l’avvio del progetto, Città della Pace per eccellenza per essere erede del messaggio celestiniano della Perdonanza. Ma anche perché la rete delle scuole aquilane interessate al programma – il Convitto Nazionale “Domenico Cotugno”, l’Istituto “Ottavio Colecchi” e l’Istituto “Leonardo Da Vinci” – vantano una solida esperienza internazionale ed una forte cultura dell’accoglienza, oltre ad avere coltivato da tempo un rapporto di gemellaggio con la Scuola “J. Cousteau” di San Pietroburgo.
I dirigenti scolastici aquilani (Livio Bearzi per il Convitto Nazionale, Carlo Fonzi per l’Istituto “Colecchi” e Domenico Evangelista per l’Istituto “Da Vinci”), insieme al dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Rita Vitucci, sono stati perfetti anfitrioni verso i loro colleghi giunti da tutta Italia, le cui scuole sono gemellate con altrettanti istituti russi di varie città: Fausto Mangiavini, preside dell’Istituto “Lunardi” di Brescia (gemellato con Liceo di Omsk); Laura Decio, preside dell’Istituto “Marchetti” di Gemona-Udine (gemellato con l’Istituto di Krasnodar); Claudio Romagnoli, preside dell’Istituto “Marconi” di Penne-Pescara (gemellato con la Scuola n. 2030 di Mosca); Gennaro Esposito, preside dell’Istituto “Pacinotti” di Taranto (gemellato con la Scuola n. 1409 di Mosca); Ignazio Venzano, preside del Liceo Linguistico “Deledda” di Genova (gemellato con il Liceo Umanistico di Samara); Daniele Sordoni, preside dell’Istituto Comprensivo “Padalino” di Fano-Pesaro (gemellato con la Scuola n. 136 di Mosca); Antonio Tului, preside dell’Istituto Comprensivo “Deledda” di Ilbono-Ogliastra (gemellato con la Scuola n. 1240 di Mosca); Sofia Gallo, preside del Liceo Ginnasio “Galvani” di Bologna (gemellato con il Ginnasio di Irkutsk); Orazio Lombardo, preside dell’Istituto “Marconi” di Catania (gemellato con il Liceo scientifico di San Pietroburgo); il prof. Vincenzo Lolli, con delega del preside dell’Istituto “Quarenghi” di Bergamo (gemellato con il Ginnasio orientale di Vladivostock).
Molti gli obiettivi del progetto. Oltre alla costituzione di contatti tra scuole per l’organizzazione di stage per studenti, il progetto intende promuovere la diffusione della lingua e cultura italiana, migliorare le competenze linguistiche dei docenti e degli allievi italiani che studiano russo, organizzare scambi culturali con formazione di breve durata per studenti, docenti ed operatori. Tutto ciò mediante seminari d’approfondimento sulle trasformazioni sociali, politiche e culturali della Russia, sulla sua situazione attuale e sul processo di avvicinamento all’Unione Europea, quindi sugli usi, i costumi e le tradizioni caratterizzanti quel grande Paese, attraverso l’osservazione della vita quotidiana e la cultura del popolo russo. Per parte italiana, il progetto coinvolge gli studenti delle scuole interessate in esperienze interculturali, nell’uso delle lingue veicolari inglese e russo, nell’approntamento di materiale informativo, artistico e culturale, nella sperimentazione del metodo CLIL. Il progetto assegna inoltre dei crediti formativi agli studenti, utili per l’esame di Stato. Per parte russa, gli studenti delle scuole russe saranno coinvolti in esperienze interculturali, con specifico approccio alla cultura e alla tradizione italiana, quindi nella conoscenza dell’organizzazione dell’Unione Europea e delle norme che la regolano, specie riguardo al sistema informativo di contabilità e bilancio. Ciascun istituto, poi, elabora e concorda con il partner ulteriori percorsi formativi.
Dopo gli incontri in video conferenza con Mosca e San Pietroburgo, completati per ragioni di fuso orario l’indomani con la città di Omsk, i lavori di confronto tra i dirigenti delle scuole coinvolte nel progetto si sono sviluppati in due intense giornate di riflessione, coordinati dalla dirigente del MIUR, Paola Gigante. Gli incontri si sono tenuti nelle austere sale del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno”, nel cuore antico della città, non senza dedicare una doverosa visita ai monumenti più insigni dell’Aquila, quali la basilica di Collemaggio, dove Celestino V ricevette la tiara papale il 29 agosto 1294 e dove le sue spoglie riposano nel mausoleo di Girolamo da Vicenza, il cinquecentesco Forte Spagnolo, uno dei capolavori in Europa dell’architettura militare, la Fontana delle 99 Cannelle, simbolo della città, la basilica di San Bernardino, con la splendida facciata rinascimentale e le preziose opere d’arte conservate, dove il corpo del Santo senese è custodito nel mausoleo scultoreo di Silvestro dell’Aquila. Ma non poteva mancare una visita alla cella di San Bernardino, perfettamente conservata e situata proprio all’interno del Convitto, nella quale il Santo visse gli ultimi giorni fino alla dipartita, il 20 maggio 1444.
I dirigenti aquilani – Bearzi, Fonzi ed Evangelista – hanno pensato bene di riservare agli ospiti più d’una sorpresa. Intanto un contesto eccezionale: il refettorio del Convitto, monumento nazionale, ampia sala arredata con un prezioso paramento ligneo del XIII secolo, risalente all’origine del complesso conventuale costruito nei primi anni della fondazione della città e dedicato a San Francesco. In quella sala è stato servito un percorso nella gastronomia abruzzese, alla scoperta di sapori tradizionali, con una cena di gala approntata dai cuochi del Convitto e dagli allievi dell’Istituto Alberghiero “Leonardo da Vinci”. L’indomani, presso la sede dell’Istituto Alberghiero, docenti ed allievi hanno invece sviluppato un altro tema appropriato all’evento, “La cucina italiana e la cucina russa a confronto”, con soddisfazione non di maniera degli ospiti. Una bella performance di sapienza culinaria. Il progetto avrà ancora due appuntamenti ufficiali di rilievo, oltre alle specifiche relazioni tra scuole. Alla fine di maggio la delegazione italiana, composta dai dirigenti del MIUR e delle scuole interessate, partirà alla volta di Mosca, per incontrare i colleghi delle scuole russe coinvolte nel progetto, mentre in novembre una delegazione russa, con dirigenti scolastici ed esponenti ministeriali, verrà a Roma per il confronto finale sui risultati del programma di collaborazione.
gopalmer@hotmail.com

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