Garavini: “Le mafie sono un problema internazionale, la Germania si unisca all’Italia per creare leggi adeguate a livello europeo”

“La Germania deve aiutarci a combattere le mafie e a rendere la lotta alla criminalità organizzata una delle priorità dell’Unione Europea,” questo l’invito rivolto da Laura Garavini, capogruppo del Partito democratico (Pd) alla Commissione antimafia, nel corso dell’incontro ‘La mafia: un male da combattere insieme’, svoltosi a Berlino in un’aula della Humboldt Universität.

“Sarebbe opportuno che tutti i paesi si mettessero in pari in materia di legislazione antimafia”, ha detto la Garavini ribadendo: “Per colpire duramente le mafie é importante che vengano recepite ovunque le leggi sul riutilizzo sociale dei beni confiscati e sui reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e che vengano ratificate da tutti le varie convenzioni ONU in materia”. In Germania questo problema va messo sull’agenda politica, ha sottolineato la deputata Pd, “perché qui le mafie hanno trovato terreno fertile per i propri affari già dalla caduta del muro. Bisogna intervenire ora prima che la crisi economica apra ulteriori falle nel mercato dove la criminalità organizzata può inserirsi e fare i propri affari.”

“La Germania ha già delle leggi a livello nazionale in materia di criminalità organizzata” ha detto il rappresentante dell’SPD Klaus-Uwe Benneter, illustrando l’iter che le leggi in materia seguono per l’attuazione in Germania. “Bisognerebbe però snellire i procedimenti e renderle più efficaci, come nel caso delle leggi contro il terrorismo che dal 2001 rappresentano una priorità per la Germania. In questo ambito i provvedimenti sono stati resi più elastici e più facili da applicare perché l’urgenza ha fatto sì che alcuni passaggi dell’iter fossero messi in secondo piano.”

“Le leggi per la confisca dei beni in Germania sono meno attuabili”, ha aggiunto Bernd Finger, capo della polizia di Berlino. “Nella legislazione tedesca, infatti, rispetto all’Italia, non è possibile in molti casi ricondurre i reati a crimini di associazioni a delinquere di stampo mafioso e far quindi valere le leggi adeguate.” Finger ha inoltre illustrato una serie di dati sui risultati ottenuti dalla polizia nella lotta alla criminalità organizzata, segnalando il fatto che a Berlino “sono presenti gruppi criminali di vari paesi. Questi gruppi agiscono in campo economico, impossessandosi di società per azioni e gestendo trasporti e telecomunicazioni. Appaiono quindi come degli imprenditori i cui reati sono difficili da ricondurre ad attività mafiose.”

“La mafia è decisamente un problema internazionale,” ha sottolineato la giornalista e scrittrice Petra Reski che da anni vive in Italia, “è assurdo che si deva sempre aspettare che ci sia qualche morto per rendersene conto ed iniziare a parlarne. È triste che ci sia voluta la strage di Duisburg perché in Germania ci si occupasse di un problema che c’è da decenni. La mafia non ha confini o vincoli di nazionalità, infatti anche io, da cittadina tedesca, mi sono avvicinata al problema della mafia attraverso delle inchieste ed ho ricevuto minacce. La criminalità organizzata non si fa certo scrupoli a muoversi all’estero ed attaccare cittadini di altri paesi.”

“Tutta la vicenda di Duisburg ha rivelato l’esistenza di una rete internazionale che parte dal paesino di San Luca in Calabria e raggiunge la Germania e l’Olanda. Giovanni Strangio, uno degli autori della strage, infatti, è stato di recente arrestato ad Amsterdam, dove grazie a degli appoggi aveva trovato rifugio e stava proseguendo i suoi affari,” ha sottolineato la giornalista Rai Nerina Gatti che sta conducendo un’inchiesta sulla mafia sull’asse tra Italia e Germania. “È evidente che una situazione di questo tipo rende necessario un intervento della giustizia in modo uniforme a livello europeo. Per il momento siamo ancora indietro in tal senso, basti pensare che per il processo alla strage di Duisburg i magistrati italiani non possono ritenere come validi ed utili vari indizi raccolti in Germania”.

Tra il pubblico era presente anche il giornalista e scrittore Jürgen Roth, noto per il suo impegno e le sue inchieste sulle mafie in territorio tedesco. Roth è intervenuto all’interno del dibattito sottolineando che “ci vuole uno sforzo ancora maggiore da parte di tutti per combattere la criminalità organizzata. Negli ultimi anni ci sono stati progressi, ma non sono ancora sufficienti perché anche la mafia è in continua evoluzione.”

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