L’onesta’ conquista Taranto

IDV

Il testo dell'intervista, realizzata dal nostro inviato, ad “Enzo” Stefàno, sindaco di Taranto, che ha rinunciato allo stipendio da primo cittadino per risolvere i problemi della sua città e per testimoniare che la politica dev'essere al servizio dei cittadini e non per servirsi dei cittadini.

Testo dell'intervista

D.Martinelli: Enzo Stefano è sindaco di Taranto. Dopo la nota vicenda del crack comunale, un dissesto da oltre un miliardo di euro, lei ha rinunciato ufficialmente allo stipendio di primo cittadino per cercare di risolvere i problemi della città, che sono tanti. Tra l'altro l'Ilva, primo contribuente, non paga l'Ici da tredici anni. Che situazione si sta vivendo a Taranto?
E.Stefàno: Aver rinunziato all'indennità da sindaco è sì per dare qualche piccola risposta, naturalmente, ai problemi della città di Taranto, ma soprattutto e fondamentalmente per essere vicino alla sofferenza della città e testimoniare che la politica dev'essere al servizio dei cittadini e non servirsi dei cittadini. Questa piccola azione ha permesso di instaurare un rapporto di grande colloquio a livello morale con i cittadini, che hanno compreso. E questa comprensione ha fatto sì che i cittadini di Taranto hanno potuto sopportare i tanti diritti negati sapendo che il buio sarebbe passato in fretta. Infatti è stato così perché da un'analisi attenta, su quanti contribuivano a pagare correttamente le tasse della città, siamo riusciti a far entrare molte energie nel comune di Taranto, tanto è vero che gli introiti sono aumentati di quattordici volte. Abbiamo anche posto molta attenzione agli sprechi, tanto è vero che in rapporto al 2005 il comune di Taranto, questa amministrazione, nel 2008 ha risparmiato venti milioni di euro, che sono stati trasformati in servizi a favore dei cittadini.

D.Martinelli: Scusi, ma l'Ilva paga l'Ici o no?
E.Stefàno: L'Ilva adesso paga adeguatamente l'Ici, tanto è vero che ogni anno pagherà in più di quello che pagava, un milione e quattrocento mila euro.

D.Martinelli: E com'è potuto accadere che per così tanti anni ha evaso questa imposta comunale?
E.Stefàno: Non era stata fatta una attenta analisi, come noi invece abbiamo preteso dagli uffici, e siamo contenti perché non abbiamo agito contro nessuno, ma abbiamo agito con trasparenza guardando tutti nella stessa maniera.

D.Martinelli: Parliamo un po' della crisi occupazionale. Taranto, un po' come tutte le città del Sud come al Nord, vive il problema. Per carità, visto che non si sta molto meglio, lei che è primo cittadino come vive questa situazione con i cittadini che sicuramente le chiederanno aiuto e si presenteranno in Comune per chiedere aiuto?
E.Stefàno: Certamente. Taranto in tutto questo è una vittima privilegiata perché se pensiamo che ci sono diecimila operai in cassa integrazione sommati alla disoccupazione che già faceva paura, certamente i bisogni aumentano e quindi c'è particolare sofferenza. Ci siamo adoperati guardando anche all'aspetto sanitario, perché almeno vogliamo che almeno per la sanità finisca l'immigrazione verso il Nord. Abbiamo chiesto alla Regione, e ottenuto, reparti di alta specializzazione come la cardiochirurgia, che mancava nella nostra città e che nel giro di un anno ha salvato migliaia di vite umane e ha permesso alle tante famiglie di non emigrare almeno per questo. Abbiamo avviato una campagna di prevenzione dei tumori, in modo tale che le persone non debbano andare fuori dalla nostra città. Abbiamo posto attenzione al problema casa. Siamo riusciti a risolvere inventando, abbiamo cioè dato temporaneamente gli alloggi dei custodi nelle scuole, dove mancava il custode, abbiamo dato alle famiglie bisognose, in maniera temporanea, in modo tale di permettere loro di avere almeno un tetto. E con tante iniziative abbiamo la serenità di sapere che nella nostra città non ci sono persone che non hanno casa, e non ci sono persone che non hanno la possibilità di mangiare.

D.Martinelli: In molti comuni italiani ci si lamenta perché nel patto di stabilità non è possibile utilizzare i fondi che i comuni dispongono per poter fare opere pubbliche. A Taranto com'è la situazione?
E.Stefàno: Noi abbiamo grandi necessità ma come abbiamo detto prima, risparmiando, quello che non dipende da noi non possiamo dare risposte, però per tutto quello che dipende da noi lo stiamo facendo. Stiamo risparmiando anche nei lavori che il comune sta portando avanti trattando e controllando quello che gli imprenditori ci chiedono. Faccio un esempio: per il riscaldamento delle scuole che improvvisamente si era guastato durante il periodo invernale, ci era stato chiesto da alcune imprese circa cinquecentomila euro per rimetterli in moto, li abbiamo invece riattivati con ventinovemila euro. Un'attenzione oculata perché quello che risparmiamo lo dobbiamo ridare ai cittadini.

D.Martinelli: Due battute ancora per chiudere sulla sua esperienza di sindaco e di come sta vivendo il suo rapporto con i componenti della giunta comunale, che si ritrova a guidare.
E.Stefàno: Devo dire che una certa mentalità politica del passato di dire che cosa spetta a quel partito, in alcune persone ancora rimane, ma abbiamo dato dimostrazione concreta di non ascoltare queste richieste e di mantenere fermo l'impegno con i cittadini. Noi lavoriamo per i cittadini e quando non saremo più in grado di onorare questo impegno, siamo disposti ad andare a casa.

D.Martinelli: Perché lei oggi qui su questo palco dove c'è stato Antonio Di Pietro?
E.Stefàno: Perché si parla di legalità e siamo in prima fila a portare questa battaglia, onorati di farlo insieme a Italia dei Valori.

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