Gli eletti all’estero ignorano la lettera aperta e rispondono PICCHE

… e al fine della licenza io non perdono e tocco (Cirano)

La lettera aperta che abbiamo proposto dalle pagine di questo giornale conteneva una proposta scandalosa: la richiesta di una legge che consentisse agli italiani all’estero di poter votare per corrispondenza a tutti gli appuntamenti elettorali in Italia. Oggi, per farlo in opzione alla Circoscrizione Estero, è necessario venire di persona in Italia. Solo una proposta scandalosa avrebbe meritato la considerazione accordata dai 18 eletti all’estero.

Ebbene, essi hanno risposto, hanno risposto picche. Nessuno di loro ha ritenuto opportuno nemmeno accennare ad un minimo di considerazione, come se fosse stata proposta una semplice schifezza. Ma dal momento che schifezza non è ma diritto costituzionale tra i più significativi di una democrazia compiuta, allora al fine della licenza io non perdono e tocco.

E tocco perché ci deve essere un limite massimo di buona creanza oltre il quale non deve essere consentito a nessuno di andare. Nessuno è unto dal signore, nessuno, neanche i parlamentari, chiunque essi siano anche quelli eletti all’estero. Qui i miti non esistono più da Pietro Micca in poi e non è pensabile ritenersi una sorta di intoccabili simulacri detentori della verità. Ognuno poi, è vero, ha una sua maniera personalizzata di poter guardare i propri figli diritto negli occhi e di adagiare la testa sui cuscini per riposare. Ma riteniamo che esista una cosa che oggettivamente fa della coscienza una caratteristica comune quando, al cospetto di una ineluttabile verità, un uomo non può sottrarsi: l’onestà ideologica di poter argomentare in buona fede le proprie ragioni anche in dissenso.

E tocco perché l’atteggiamento offende tutti quelli che come noi sono impegnati quotidianamente a pubblicare tutti, o quasi tutti, i fatti della politica e lo fanno per giunta gratuitamente togliendo tempo e denaro alla famiglia e di buon grado si offrono, discutono, si rammaricano se gli andazzi non sono consoni alle aspettative. Dispiace redarguire, e non tanto per l’assoluta indifferenza alla lettera aperta, quanto per l’affronto e per la mancanza di ogni tatto, perché di questo si tratta, nei riguardi di tanta gente italiana all’estero che chi sa cosa si aspetta mentre invece a Roma non si sa cosa succede.

E tocco perché su 19 interpellati avevamo la certezza che qualcuno avrebbe risposto un seme diverso dal picche in considerazione dell’oggetto “umano” della missiva. La sicurezza era dovuta al fatto che una indifferenza chiara, totale e definitiva, avrebbe rappresentato una inequivocabile dichiarazione sottoscritta di disinteressamento per una istanza che nessuno oserebbe mai eludere e minare alle fondamenta: il voto. Politicamente parlando riteniamo una grave leggerezza non aver risposto anche se in dissenso.
Chi scrive ha sempre avuto atteggiamenti di difesa ad ogni attacco, spesso ammettiamo gratuito, da parte di detrattori accaniti nei riguardi degli italiani all’estero e dei loro eletti ma questa volta ci è sembrato plateale ciò che non è positivamente qualificabile ecco perchè…al fine della licenza (sono costretto) non perdono e tocco.

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