Caso Parmalat: bastava saper leggere

Beppe Grillo ha ragione da vendere. Sul caso Parmalat ha detto cose con anni di anticipo e solo l'Italia dei Valori lo ha preso sul serio. Non c'era bisogno della palla di vetro per capire che Parmalat avrebbe fatto quella fine. Bastava saper leggere. E' triste che in Italia possa essere solo un comico a lanciare queste denunce mentre le autorità di controllo dormono se non sono addirittura conniventi.

“In quella azienda invece di fare il latte si facevano altre cose”, ha detto Grillo questa mattina al processo Parmalat, riferendo inoltre di aver detto ai giudici di una confidenza che gli aveva fatto nel 2001 l'ex manager della Parmalat Barili: “Mi racconto' nel 2001 che debiti di Parmalat erano tali che in un regime di economia normale l'azienda sarebbe fallita l'indomani. Insomma, per il crac Parmalat, bisognerebbe risarcire almeno le mucche”.

La cifra del debito, 13.000 miliardi di lire, ha sottolineato Beppe Grillo, erano sul sito della Banca d'Italia ed erano quindi accessibili a tutti, tanto è vero che “quando ho riportato le cifre nei miei spettacoli l'azienda non ha mai protestato”.

E' una vergogna. Ma ci sono anche altri dati scandalosi: l'indulto, votato sia da Berlusconi che dal centrosinistra ma non dall'Italia dei Valori, non manderà in galera i bancarottieri truffatori, e i cittadini truffati non potranno neanche esercitare la class action perché il governo continua a rinviarne l'approvazione.

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