Il male minore

Pur con tutto il rispetto dovuto al Papa e al Suo Alto Magistero, si fa davvero fatica a essere d’accordo con l’affermazione relativa alla diffusione dell’Aids, che, testuale, “non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi”. La vera risposta è la Chiesa, afferma il Pontefice, utilizzando, tra l’altro, per la prima volta il termine ‘preservativo’, corretto poi pudicamente dal sito del Vaticano in ‘profilattico’, quindi l’astinenza, posizione politica che per ora ha solamente contribuito ad aggravare la disastrosa situazione sanitaria in Africa.

Ed è su questo che anche il filosofo cattolico Guy Coq esprime tutta la sua perplessità, ma anche disagio, perché davvero non si può decontestualizzare la morale cristiana e trasferirla, sic et simpliciter, in un continente così fragile e minacciato non solo da questa epidemia. E’ tempo, come aggiunge il teologo Vito Mancuso, di guardare in faccia la realtà per quello che è, e la realtà ci dice che i rapporti sessuali sono largamente praticati al di fuori del matrimonio, e a partire dalla giovanissima età (come si evince anche da un indagine su giovani e amore, apparsa su Il Tirreno, dal quale risulta che in Toscana il 43,5 per cento degli studenti fra i 14 e i 19 anni dichiara di aver fatto sesso almeno una volta). Occorre quindi favorire una protezione di tali rapporti proprio per contrastare il diffondersi di questa malattia.

La posizione del pensiero cattolico ha radici profonde, certo, e vanno rispettate, ma la scelta del male minore, appare anch’essa degna di rispetto soprattutto quando ci si trova in un momento di così drammatica emergenza sanitaria. Così, come era ampiamente prevedibile, la polemica internazionale si è immediatamente innescata. Sì, perché l’Africa che sta visitando il Papa rimane l’epicentro globale dell’Aids e non mostra evidenti segni di riduzione della malattia. Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Unaids (il programma congiunto delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'Hiv/Aids) sono 33 milioni le persone affette da Hiv nel mondo e il 67% dei malati vive nei Paesi dell'Africa sub-sahariana; oltre 2 milioni sono i malati deceduti per Aids lo scorso anno e di questi il 72% si concentra in questa zona dell'Africa. Ma c’è anche un aspetto positivo ed è che in Paesi come il Ruanda, il Zimbabwe, il Camerun, l’Etiopia si registrano segnali di miglioramento dovuti anche al maggior uso del preservativo che ha provocato un sensibile calo del numero dei nuovi infetti da Hiv in questi Paesi.

I governi di Francia, Germania hanno già espresso la loro preoccupazione (e anche indignazione) per le ripercussioni che le parole di Benedetto XVI potrebbero avere contro la faticosa lotta all’Aids. La cattolicissima Spagna, per tutta risposta, ha annunciato che invierà un milione di preservativi per contribuire a questa lotta.

E dall’Italia? Un più che significativo e equilibrato silenzio. Bipartisan.

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