L’Onorevole Gianni Farina (PD) ha presentato alla Camera dei Deputati il testo di riforma per le modifiche alla legge istitutiva del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE)

Il nuovo CGIE: meno centro, più periferia e più democrazia

Tre le grandi novità: Elezioni a suffragio universale contemporaneamente alle elezioni per i Comites; abolizione del Comitato di Presidenza; riduzione dei componenti da 94 a 75.

A distanza di 20 anni dalla legge istitutiva del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, legge 6. 11, 1989, e modificata 10 anni dopo dalla legge del 18. 06. 1998 e alla luce dell’elezione nel Parlamento italiano dei rappresentanti della Circoscrizione estero, si rende necessario un ulteriore adeguamento dell’attuale ordinamento.
Il CGIE è stato, dalla sua istituzione, organismo di riferimento essenziale per i nostri connazionali all’estero.
Eletto attraverso una elezione democratica di secondo grado da assemblee composte dagli eletti dei COMITES e da una quota di rappresentanze associative più rappresentative, il CGIE ha interpretato le aspettative dei nostri connazionali sul territorio di competenza in ogni singola realtà nazionale, tramutandole in postulati di interesse generale, in ciò assolvendo al compito per cui era stato istituito:
promuovere le necessarie iniziative per difendere gli interessi delle comunità italiane nel mondo, perpetuare un rapporto avanzato e innovativo tra la comunità italiana e le istituzioni.
Pur tra alti e bassi, l’obbiettivo e stato, generalmente, perseguito e raggiunto.
L’elezione, dall’aprile 2006, dei dodici deputati e dei sei senatori nel parlamento repubblicano, rende necessaria una riforma del CGIE per adeguarlo alla nuova e storica realtà partecipativa e democratica.
L’alta partecipazione alle elezioni politiche del 2006 e del 2008 – precedute dalle elezioni, sempre per corrispondenza, dei Comitati degli italiani all’estero, avvenute nel 2004 – esprime la volontà e l’apprezzamento dei cittadini italiani nel mondo per il nuovo sistema elettorale. Con la presente legge, si intende riformare la legge istitutiva del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, per adeguarla al processo di partecipazione democratica dei nostri cittadini .
L’obiettivo è di alto profilo e ambizioso: fare degli organismi democratici eletti a suffragio universale – Consigli degli italiani all’estero, Consiglio Generale, deputati e senatori nel parlamento repubblicano – dal basso verso l’alto- gli anelli democratici della rappresentanza generale
Con la presente proposta di legge, non entro, quindi, nel merito del ruolo e dei compiti del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ma sul sistema di voto e sull’assetto dei propri organismi. Ritengo che gli articoli 1, 2 e 3 della legge 18. 06. 1998, conferiscano funzioni di rappresentatività importanti tali da permettere al CGIE di operare in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con la delegazione dei Parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero.
Se in passato si puntava ad accrescere il peso decisionale del CGIE attraverso una concreta e puntuale attività sul territorio e nel rapporto con le istituzioni, con l’approvazione del diritto di voto all’estero e l’elezione dei Parlamentari della Circoscrizione Estero, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero può conservare, ora, la natura di rappresentanza consultiva e propositiva secondo i principi che ne ispirarono l’istituzione nel lontano 1989 e le modifiche successive nel 1998.
E una sua peculiare rappresentanza politica territoriale, in piena e solidale collaborazione con gli eletti all’estero nel parlamento repubblicano, rappresentanti, come da dettato costituzionale, la repubblica entro e fuori i confini nazionali..
La rappresentanza territoriale del CGIE può e deve essere accresciuta, superando l’attuale anomalia, attraverso l’affermazione del principio democratico a suffragio universale che l’attuale votazione di secondo grado non assicura..
Con l’istituzione dell’anagrafe (Legge 27 ottobre 1988, n. 470 – G.U. n. 261 del 07.11.1988 con successiva modificazione che sono entrate in vigore dal 16 Giugno 2002) sono tenute presso i Comuni e presso il Ministero dell'Interno) è stato possibile il voto per corrispondenza sia per le elezioni dei Comitati degli italiani all’estero, sia di Camera e Senato, con la legge del 27 dicembre 2001, n. 459.
Il voto a suffragio universale, attraverso un Election Day, per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero e del Consiglio Generale, costituisce il naturale approdo del processo democratico delle rappresentanze delle comunità italiane nel mondo. Alle elezioni saranno chiamati tutti i cittadini italiani aventi diritto al voto in una unica operazione elettorale.
Ciò, senza particolari costi aggiuntivi, rafforzerà il valore e il peso politico delle elezioni e contribuirà ad accrescere l’attenzione popolare per i COMITES , il CGIE, gli eletti in parlamento.
Nella proposta di legge si precisa che la candidatura è permessa sia per il COMITES circoscrizionale sia per il CGIE: qualora lo stesso candidato dovesse essere eletto contemporaneamente nel COMITES e nel CGIE, non potrà ricoprire alcun ruolo esecutivo nell’organismo della circoscrizione consolare. E’ chiara l’incompatibilità, per esempio, della carica di presidente del COMITES e membro del CGIE.
La proposta di riforma prevede la riduzione del numero dei componenti del CGIE ( da 94 a 75 membri – articolo 4, comma 1). Tutti i settantacinque membri sono eletti in rappresentanza delle comunità italiane residenti all’estero. Una parte – esclusa quella dei partiti, rappresentata dai parlamentari eletti nel collegio estero – degli attuali ventinove membri di nomina governativa, partecipa ai lavori del CGIE con diritto di parola e senza il diritto di voto.
Altra riforma importante, contenuta nella presente legge, è l’abolizione del Comitato di Presidenza, e l’istituzione del Comitato esecutivo, composto dal Presidente del CGIE, dal Segretario Generale e dai tre Segretari continentali, eletti dai membri delle Assemblee continentali del CGIE. Con la modifica dell’articolo 8-bis, vengono istituite tre importanti Assemblee continentali delle seguenti aree:
Europa e Africa; America meridionale; America settentrionale e Oceania. Questi organismi eleggeranno il loro Segretario Continentale.
La elaborazione e il confronto politico si spostano dalle sedi romane al territorio per andare maggiormente incontro alle richieste delle comunità.
Meno “centro”, più “periferia”; meno “centralismo”, più “federalismo”. Tendere alla valorizzazione delle energie e delle risorse locali, mantenendo, nel contempo, uno stretto rapporto con il centro attraverso l’esecutivo e gli eletti in parlamento.
Conseguenza diretta, il rafforzamento degli organismi continentali (quattro riunioni annuali, tre delle quali sul territorio) e una convocazione annuale del Consiglio Generale
La proposta tiene conto, inoltre, della nuova articolazione federale delle istituzioni repubblicane e prevede, conseguentemente, la partecipazione all’assemblea del CGIE dei presidenti delle regioni e province autonome o di un loro delegato.

On. Gianni Farina
Roma, Camera dei Deputati – 18 marzo 2009

Il testo integrale può essere consultato direttamente sul sito della Camera dei Deputati www.camera.it (scheda personale).

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