CRISI DI PANICO

Ieri sera sul Tg1 é andato in onda un servizio sulla crisi finanziaria. Uno tra le migliaia degli ultimi mesi.
Sulla CNN e sulla BBC assistiamo allo stesso fenomeno, talvolta ci sono dei servizi che vanno avanti per abbondanti mezz'ore, spesso noiosi, spesso tecnici, ma mai banali.
Invito tutti ad andare sul sito della Rai per riascoltare il servizio e a domandarsi sul suo significato ultimo.
Sulla CNN c'è un giornalista, Wolf Blitzer, che conduce una rubrica chiamata Situation Room, un perfetto esempio di come certi temi dovrebbero essere trattati, con analisi reali dei programmi e delle proposte, con critiche costruttive dei repubblicani, con cifre approvate e non ipotetiche.

Non è un mistero che di Stimulus package negli Stati Uniti si parla da 3 mesi in maniera chiara e trasparente.
Il Presidente Obama, nel mese di febbraio, ha intrapreso un viaggio tra le città americane dove la crisi ha colpito maggiormente, per spiegare l'American Recovery and Reinvestiment Act 2009.
Il piano prevede 789 miliardi di dollari e tra le misure principali è bene ricordare: tagli fiscali pari a 280 miliardi di dollari ( 237 per i privati e 51 per le aziende;151 miliardi di dollari per il sistema sanitario nazionale; 90 miliardi per l'educazione;25.5 miliardi per gli aiuti alle famiglie con redditi passi; 80.9 miliardi per le infrastrutture; 50 miliardi per l'energia ( di cui 6 per l'energia rinnovabile); 8.9 miliardi per la ricerca.
A tutto questo bisogna aggiungere decine e decine di investimenti lungimiranti che sono stati condivisi dai più importanti economisti del mondo e da alcuni premi nobel: Stigliz; Krugman, Summer.
E' importante richiamare che, sul New York Times, il 28 gennaio 2009, vi fu una pagina firmata da 200 economisti che criticavano il piano di Obama.
Il giorno 8 febbraio un'altra pagina sullo stesso giornale firmata da altrettanti economisti supportava il programma economico di Obama.
Pensate sia possibile vedere questo tipo di dibattito sui giornali italiani?

Vediamo invece quello che succede a casa nostra.
In Italia quando il Governo parla di crisi o di misure anticrisi non si capisce mai nulla, viene messo sul tavolo sempre il solito piatto ricco di parole ad effetto: opere pubbliche, ammortizzatori sociali, rilancio, sviluppo, sud, parti sociali, qualche cifra. Tutto slegato, tutto mescolato, tutto completamente incomprensibile.
Il servizio della Rai, come è già successo in passato del resto, non fornisce nessun tipo di informazione, nessuna utilità pubblica, ma parlava essenzialmente del nulla, di “aria fritta”.
Viviamo in paese dove il Ministro dell'Economia ammette che il 2009 sarà un anno orribile, dove il governo non ha nessun tipo di idea sul come muoversi e che continua a dare la colpa a Bruxelles, cosa abbastanza grave visto che se non ci fosse l'Unione Europea la situazione sarebbe molto peggiore.

C'è pero' una cosa che il nostro governo e quello americano hanno in comune, ed è la capacità di comunicazione. Anzi il governo italiano batte tutti, basti pensare all'impatto mediatico della social card (anche se spesso sono arrivate vuote ai cittadini).
La scorsa settimana sarebbe stato interessante che un programma di approfondimento politico analizzasse gli accordi presi ieri tra le parti sociali ed il governo.
Tuttavia “Porta a Porta” ha fornito certamente un servizio di pubblica utilità, ovvero come gestire le crisi di panico.
Suggerimenti molto interessanti in vista della crisi che ci sta per investire.

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