L’immane tragedia che interessa l’Istituto Papa Giovanni XXIII impedisce qualsiasi osservazione connotata di retorica e qualunquismo

Non siamo avvezzi alla diffusa pratica della strumentalizzazione partigiana di vicende che involgono vite umane e diffondono unanime e profondo dolore.

Cionondimeno le circostanze che affiorano dalle indagini abilmente condotte da solerti magistrati della Procura della Repubblica di Paola, procurano l’occasione per una riflessione attenta ed autentica sullo stato dell’arte.

L’ Istituto che negli anni ‘70 impiegava centinaia di persone e che contava poco meno di mille pazienti, è stato per decenni “attenzionato” da un’ intensa “attività” economica e politica posta in essere da soggetti di dubbia caratura morale.

Una struttura in origine efficiente, gestita in passato con dedizione e cura da un personale medico e paramedico di indubbio valore, nata per accudire anziani e pazienti, affetti anche da gravi limitazioni psico-fisiche ed autentico volano per una già carente economia sanitaria, che, a conferma di percorsi oramai elevati a sistema, è stata, manu militari, sfigurata in un serbatoio di consensi per politici spregiudicati e privi del pur minimo senso del pudore.

Come se ciò non fosse sufficiente a rappresentare una condizione emblematica dell’elevato stadio di degrado morale e sociale, le accuse di “sparizioni”, usando gli eufemismi e le cautele del caso, confermate dal Procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, ci consegnano l’esatta portata della tragedia che si consuma in queste ore e lasciano parimenti sgomenti sulla gestione scellerata e “deviata”condotta da amministratori privi di scrupolo.

Da un lato quindi la drammatica precarietà in cui versano i circa 500 lavoratori dell’Istituto, dall’altro le modalità di assistenza condotte, in taluni casi, a giudizio degli investigatori, con sistematica ed efferata crudeltà e dall’altro lato ancora il dato che, a nostro modesto avviso, riveste maggiore rilievo: la sorte di quei poveri “cristi” già profondamente segnata dagli eventi umani e naturali.

L’ordinanza di sgombero della casa di cura di Serra d’Aiello deve rappresentare, a nostro giudizio, solo un’extrema ratio. Da qui il monito a che la politica regionale, nella sua interezza, si riappropri in tempi brevi della propria essenza.

La convocazione di un Consiglio Regionale che attenga esclusivamente a tale emergenza socio-sanitaria ed alle inevitabili conseguenze di natura occupazionale, ci sembra, prima facie, costituire quel minimo sindacale che l’ Istituzione più elevata possa garantire.

Quanto al resto, nutrendo profonda stima nei riguardi degli organi inquirenti, attendiamo fiduciosi l’esito delle risultanze istruttorie.

Il Segretario di “Risveglio Ideale”
Dott. Giancarlo Catanea

Risveglio Ideale – Ufficio del Portavoce
Corso Umberto I, 172 – 89852 Mileto (VV) Tel. 3470537703 – giancarlocatanea@alice.it

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