Disposizioni a sostegno dei settori industriali in crisi),

E' cominciato in Commissione Lavoro l'esame sul decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, C2187 (disposizioni a sostegno dei settori industriali in crisi), un provvedimento d'urgenza adottato dal Governo per contribuire a fronteggiare l'attuale fase di difficoltà di taluni settori industriali.
Dopo aver ascoltato il relatore e i colleghi, ho voluto manifestare l'esigenza di chiarire quali siano i criteri ai quali il Governo ha fatto ricorso per individuare i settori dell'industria in crisi da far rientrare nell'ambito di operatività del provvedimento in esame.
Avvertiamo la necessità di accompagnare le misure introdotte dal decreto-legge n. 5 del 2009 con interventi che siano di natura più strutturale, volti a sostenere l'occupazione e a rilanciare di conseguenza i consumi dei cittadini. Ci sono effettivamente troppi dubbi sulla sorte degli accordi di programma che nel frattempo sono stati sottoscritti a livello locale e sono stati finalizzati alla definizione dello sviluppo industriale, soprattutto nelle zone del Mezzogiorno. Certo, sarebbe utile comprendere se tali accordi debbano considerarsi ormai superati dalle nuove ennesime disposizioni d'urgenza.
In questo contesto, peraltro, si inserisce la vicenda Sardegna, nella quale troppe realtà imprenditoriali risultano in grave crisi, con evidenti ripercussioni per i livelli occupazionali sul territorio. Lo sciopero generale del Sulcis, in Sardegna, fissato per venerdì dalle segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil è esemplificativo dell’emergenza che stiamo vivendo. In testa tra le vertenze allarmanti aperte nella nostra Regione è quella del comparto dell'alluminio, con la crisi della Eurallumina di Portovemse dove, come ormai noto, rischiano il posto di lavoro circa 900 persone, tra dipendenti e indotto. Ormai sottolineiamo da tempo che la crisi del polo industriale, la mancata soluzione del problema energetico che darebbe una prospettiva alla Carbosulcis, l'assenza di un piano serio per le bonifiche sono tra le questioni centrali che il Governo nazionale dovrebbe affrontare con serietà e concretezza e, a cui invece risponde con silenzi assordanti o risposte inadeguate e pressapochiste.
L’imminente chiusura dell'Eurallumina e le difficoltà dell'Alcoa, sono indubbiamente aggravate dalla crisi internazionale che ha effetti ancora più devastanti in questo territorio strutturalmente debole: non sono invenzioni queste, ma lo dimostrano i dati sulla disoccupazione e sulle ore di cassa integrazione a cui facciamo riferimento ma l'indicatore oggettivo maggiormente significativo del declino è la crescita dell'emigrazione dei giovani. Uno su tre abbandona il Sulcis Iglesiente alla ricerca di lavoro altrove.
Ci rimane ben poco da sorridere nel vedere che mentre il nostro territorio muore e il futuro dei nostri ragazzi diventa sempre meno roseo.

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