Prove tecniche di prepotenza clericale

Solidarietà con il prof. Franco Coppoli sospeso dall'insegnamento in quanto “reo” di non voler fare lezione col crocifisso in classe, disobbedendo all'ordine del Dirigente scolasctico.

di Maria Mantello *)

Nell’esprimere tutta la sua solidarietà al prof. Franco Coppoli (“reo”, a quanto sembrerebbe, di non aver obbedito all'ordine del Dirigente scolasctico di far lezione col crocifisso in classe), riteniamo del tutto inaccettabile la sospensiva a cui il docente è stato condannato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione per aver fatto valere appieno il principio della laicità dello Stato costituzionalmente sancito. In base a questo, lo Stato repubblicano, non si può far portatore di una confessione religiosa, imponendo simboli religiosi nei luoghi pubblici, tanto più quando si tratta di un’aula scolastica, dove si educa all’appartenenza alla cittadinanza al di là delle preferenze religiose di singoli o gruppi. Fossero pure maggioritari.
Se infatti, anche il 100% degli italiani fossero cattolici, cosa che non è, lo Stato non potrebbe farsi propagatore della confessione della chiesa romana e del suo simbolo. Come hanno abbondantemente ricordato diverse sentenze della Corte Costituzionale (in particolare, 203/1989), e della Corte di Cassazione (in particolare, 439/2000). Nonché quella emessa recentemente dalla Sesta sezione penale della Cassazione il 17 febbraio 2009, che “ha annullato senza rinvio perché il fatto non sussiste” la condanna per il giudice del Tribunale di Camerino, Luigi Tosti, a sette mesi di reclusione per interruzione di pubblico servizio e omissione di atti d'ufficio inflitta dalla Corte d'Appello dell'Aquila nel maggio 2007, perché il magistrato si era rifiutato di svolgere le sue funzioni nell'aula giudiziaria a causa della presenza di un crocifisso.

*) Vicepresidente della Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”

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