ASSASSINI IN LIBERTA’

Il nuovo libro di Max Parisi “Assassini in liberta’” pubblicato dalla casa editrice KOINe’. Ho avuto modo di leggerlo e ho avuto l’occasione di incontrare a Londra Ilario Mario Ponzi un mio ex collaboratore alla distribuizione de: la Voce Alternativa, periodico da me fondato e edito.. Nel mio breve incontro con il Ponzi ho potuto intervistarlo al riguardo

Pubblico in calce l’intervista.

Sig. Ponzi secondo Max Parisi lei dovrebbe essere un super protetto del Vaticano?

Credo che il Sig Max Parisi, prima di scrivere nel suo libro la mia storia doveva bene informarsi e vedere bene i nomi, sul sito 192.com. (il cerca indirizzi)

Nel suo libro Parisi sostiene a pagina 30/36 di aver scoperto che la sua utenza in Gran Bretagna. era intestata ad un certo fra Joseph Dolan, cittadino americano di Buffalo, cinquantaduenne che ancora secondo il gionalista, avrebbe coperto la sua latitanza in Inglilterra. Come la mettiamo?

Ecco Max Parisi commette un grande errore. Nel mio appartamento nel 1996 viveva un signore inglese di nome Joseph Dolan morto nello stesso anno. Il Dolan era iscritto come il sossoscritto all’eleco elettorale, quando ho affittato l’appartamento in affitto dal comune nel 2002. Nell’appartamento non e’ mai vissuto un Frate di nome Joseph Dolan. Un errore elementare e poco dignitoso, fatto dal Parisi

In tutti questi anni della sua “presunta” latitanza in GB chi l’ ha protetto?

Nella mia “presunta” latitanza la verita’ e’…

Quando sono venuto a Londra per rifarmi una nuova vita ho lavorato come cameriere in vari ristoranti e nello stesso tempo ho aiutato La Voce Alternativa, periodico settimale d’informazioni di ritorno come volontario. Dopo alcuni anni ho saputo che ero ricercato in Italia per un cumulo di pene definitive in contumagia, per questo motivo sono rimasto a Londra nell’attesa dell’indulto. Non ho mai conosciuto né il fra Joseph Dolan né il Signore che mi aveva preceduto nel mio appartamento. Per tanto Max Parisi avrebbe fatto meglio ad informarsi prima di fare dell’accusa infondate sul fra Joseph Dolan. Mi auguro che il frate venga a sapere del suo presunto coinvolgimento in quest’ennesima commedia all’italiana.

A pagina 33 è riportato il Komunicato siglato Turkesh, giunto all’Ansa di Milano in cui Lei secondo il Parisi, coinvolgeva anche un calciatore della Lazio, nella sparizione dell’Emanuale Orlandi. Vero o falso?

Max Parisi nel suo libro ha scritto molte falsita’ e calunnie fuori d’ogni logica dannegiando la mia persona. Io non ho mai scritto un Komunicato Turkesh. Sono semplicemente entrato in questa storia, perche’ nel 1983 durante la mia permanenza a Roma ero ospite di mia zia a Borgata Fidene e feci una dichiarazione a un Giudice di Ascoli Piceno, in cui dicevo di aver riconosciuto la Orlandi leggendo i giornali. Dopo questa dichiarazione i carabinieri del reparto sequestri di Roma, sono venuti a prendermi a Villa Franca (Verona) per interrogarmi per 48 ore. In quelle 48 ore del 14 agosto 1983 sono stasto messo sotto torchio dall’autorita’ come se fossi io il presunto assassino, in base ai miei precedenti penali, per rapina e sequestro di persona. Dopo di che fui condotto a Verona in caserma (ero all’epoca di leva) e fui pedinato per sette giorni dai carabinieri vestiti in borghese. Fui ancora una volta fermato e riportato a Roma per altre 48 ore d’interrogazioni, fui interrogato da Giudice Domenico Sica e nel comtempo fui riformato ad uso e consumo, perche’ dovevano ancora pedinarmi.Infatti, ritornando a Sanbenedetto del Tronto, il mio paese natale ero continuamente spiato dai carabinieri. In un momento di smarrimento e di rabbia, scrissi un Komunicato in cui non aveva niente a che vedere con la storia d’Emanuela Orlandi ma in primo luogo rivolto ai carabinieri. Per questo fatto fui interrogato dal Giudice Ilario Martella. Il Martella, carpi’ la vera natura del mio Komunicato e fui denunciato a piede libero per pubblicazione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico. All’epoca molti giornalisti scrissero sui giornali cose del tutte inventate. Semplice giornalismo spazzatura accusandomi di mitomania accreditandomi tutti i messaggi “Turkesh” i soliti giornalisti alla Max Parisi.

Nel libro leggo a pagina 35 anche che Lei e Ali’ Agca (l’attentatore del Papa Gionanni Paolo II) avete condiviso il carcere di massima sicurezza d’Ascoli Piceno, come compagni di galera. Vero o falso?

Totalmente falso e assurdo mi sorprende che un giornalista il quale sostiene di aver lavorato anche con la Rai affermare delle inesattezze che non stanno né in cielo e ne in terra. Quando mi trovavo al super carcere d’Ascoli Piceno per aver sequestrato 11 persone per 14 ore alla banca nazionale del lavoro (Ancona) ero al reparto giudizario in isolamento nell’attesa di processo. Mi consolavo solo delle lettere che mi arrivavano dagli impiegati della banca che ho tenuto sotto sequestro. Sono uscito dal carcere dopo, grazie alle loro testimonianze a mio favore perche avevano visto le mie intenzione suicida e il mio solo pensiero fu quello di parlare con un prede e mi fu fatto parlare con il mio sacerdote pastorale del mio paese. Fui scarcerato dopo pochi mesi per una seria d’attenuanti, la giovane eta’, appena diciannovenne e per buona condotta da me tenuta prima e dopo il fattaccio. Non capisco dopo 25 anni mi arriva di nuovo sto giornalista distruggendomi la vita.

Nota editoriale:

Senza entrare nel merito del contenuto del libro. Vorrei precisare su quando scritto a pagina 31 con riferimento alle affermazioni del Parisi, sulla presenza poco plausibile d’Ilario Mario Ponzi ad importanti avvenimenti pubblici londinesi assieme ad alte cariche istituzionali. In particolar modo l’evento al Brixon Center da me riportato sulla Voce Alternativa del dicembre 2006 organizzato dal Presidente Luigi Basanese, tra l’altro un mio carissimo amico dell’Associazione Militari Italiani in congedo (1) Sulla divisa indossata dai membri dell’Associazione non si trattava altro che di una semplice giacca blue con lo stemma dell’associazione (AMICO) Stemma inventato dallo stesso presidente, le foto in possesso del “giornalista” sono state da me “immortalate” A scanzo d’equivico!

(2) Ho conosciuto il Ponzi (Ilario) nel lontano 2001, secondo il mio modesto parere non “giornalistico” Ilario Mario Ponzi sara’tutto tranne che un mitomane. Al contrario e’ stato sempre genuino, onesto e generoso lavoratore. Se il Parisi si fosse da me informato sulla vita mondana londinese, abrebbe capito che d’eventi delle Comunita’ Italiane in Gran Bretagna sono come le mosche bianche. Consiglierei al Parisi un po’ d’anni d’emigrazioni Morale della favola e da un punto di vista del tutto personale, ritengo che Max Parisi nel suo libro abbia raccontato una miriade di supposizioni senza nessun nuovo rilievo nei riguardi d’Ilario Mario Ponzi.

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