Sul carcere di Buoncammino

C'è stata la risposta all'interrogazione a risposta in Commissione 5-00837 presentata da AMALIA SCHIRRU il mercoledì 14 gennaio 2009, seduta n.114, sul carcere di Buoncammino.
La soluzione del sottosegretario al fenomeno del sovraffollamento è all'attenzione del dipartimento con un’analisi e uno studio per trovare le opportune soluzioni e la creazione di un gruppo di lavoro per la complessiva soluzione del turn-over dei detenuti. Per Cagliari si confermano i dati di carenza del personale che interessano la maggior parte degli istituti penitenziari e che hanno portato alla sospensione dei trasferimenti dei detenuti presso Buoncammino. Tenuto conto che l'istituto non rientra tra quelli maggiormente in difficoltà operativa, gli unici interventi possibili, secondo il Ministero, sono costituiti da una redistribuzione del personale operante in Sardegna e bisogna aspettare il bando di mobilità che prevede l'assegnazione di ulteriori 13 unità di polizia penitenziaria. Quanto poi alla presenza di giovani donne con figli, come nel caso di poche settimane fa, il sottosegretario ha sottolineato che l'istituto è dotato di una sezione dedicata ad ospitare detenute con i propri bambini e che sono assicurati adeguati standard di assistenza sanitaria essendo centro clinico e risultando attive, in convenzione, numerose specialità, tra cui quella di ginecologia.

Il commento dell’on Schirru: “Pur apprezzando il fatto che si sta studiando il fenomeno carcerario cagliaritano al fine di trovare soluzioni al sovraffollamento, ho dovuto esprimere la mia insoddisfazione per le risposte avute. La criticità del carcere di Buoncammino non è dovuta ad una semplice difficoltà di gestione e non può essere affrontata mediante una semplice redistribuzione del personale, anche perchè la situazione è la stessa per tutti gli istituti dell'isola. Resta poi il fatto gravissimo che la struttura di Buoncammino è inadeguata ad ospitare detenuti malati ed in particolare donne con minori, senza contare poi che tale circostanza è vietata dalla legge 40. Ho chiesto, infine, di convenzionare e/o realizzare più strutture di accoglienza per donne e minori e varare misure straordinarie per alleggerire il carico di lavoro del personale.”

Amalia Schirru

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