“Il provvedimento presentato dall’on. Fedi è volto a far fronte alla situazione che caratterizza circa 1.200 lavoratori del Ministero degli affari esteri, i quali non hanno la facoltà di esercitare liberamente i loro diritti sindacali e, in particolare, di partecipare all’elezione delle rappresentanze sindacali unitarie. Una situazione che riflette un’indubbia discriminazione fondata anche sulla nazionalità, ed in quanto tale in chiaro contrasto con l’ordinamento italiano e con quello comunitario”. Così si è espresso Aldo Di Biagio, deputato del PdL eletto in Europa, relatore e firmatario della proposta di legge presentata dall’on. Marco Fedi, contenente “modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001 n.165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli esteri”, da oggi in discussione in Commissione lavoro alla Camera.
“Infatti – aggiunge Di Biagio – il personale in servizio presso le strutture della rete diplomatica all’estero, sulla base di contratti regolati dalla legge locale, è escluso dal diritto di voto dando luogo a una evidente discriminazione, in violazione dello spirito del decreto legislativo n. 29 e, ora, del decreto legislativo n. 165 del 2001, con il quale il legislatore aveva e ha inteso garantire la partecipazione di tutti i lavoratori alle consultazioni per le RSU”.
“Sussistono i presupposti di una profonda discriminazione fondata anche sulla nazionalità, – rilancia – ed in quanto tale in chiaro contrasto con l’art. 39 del Trattato UE e dell’art. 8 comma 1, del Regolamento (Cee) n.1612, in materia di libera circolazione dei lavoratori all’interno del territorio della Comunità Europea. A tal riguardo le disposizioni comunitarie prevedono che il lavoratore, cittadino di uno Stato membro occupato sul territorio di un altro Stato membro, gode della parità di trattamento per quanto riguarda l'iscrizione alle organizzazioni sindacali e l'esercizio dei diritti sindacali, ivi compreso il diritto di voto e gode inoltre del diritto di eleggibilità negli organi di rappresentanza dei lavoratori nell'impresa”.
“Su questo tema sarà forte l’impegno mio e quello dei colleghi dell’opposizione – conclude – con i quali si è aperto un tavolo di discussione e di confronto, le cui premesse sono più che soddisfacenti e che prevedono la predisposizione di un fronte congiunto a tutela dei lavoratori italiani impiegati nella rete Mae, sempre più spesso vessati da lacune normative e da svilite garanzie”.