LA NONVIOLENZA, ORA

di PEPPE SINI

E' l'ora della nonviolenza.

Il tragico fallimento di quelle progettualita', strategie e tattiche di lotta politica che la violenza ammettevano nel novero degli strumenti della loro azione (finendo cosi' per lasciarsi da essa violenza intrinsecamente pervasiva e deumanizzante insignorire, con gli esiti oppressivi e fin stragisti e totalitari che tutti sappiamo) rivela come la lotta di liberazione dell'umanita' oppressa e di difesa della dignita' di ogni essere umano e dell'unica umana civilta' richieda ormai drastica e ineludibile l'esclusione della violenza dal repertorio degli utensili della politica (e dalle umane relazioni tutte – nella misura in cui se ne e' capaci), ovvero richieda la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

Troppo a lungo e troppo assurdamente, dimentichi della lezione del movimento delle donne – la massima esperienza di lotta nonviolenta nella storia -, e della lezione di Gandhi e di King, e di Capitini e di Dolci, e di tante e tanti altri, troppo a lungo e troppo assurdamente anche in Italia le persone amiche della nonviolenza hanno sovente sofferto di una sorta di irragionevole complesso di inferiorita' o minorita' che frequentemente e' degenerato in cedimento e rinuncia a proporre il proprio punto di vista, la propria proposta di azione politica e di gestione dei conflitti e di governo della societa' e degli istituti di essa, subendo e talora fin introiettando l'egemonia della politica violenta, la cui maggior astuzia ideologica e' di presentarsi come legittima e inevitabile.

Da un bel pezzo e' giunta l'ora di uscire dalla subalternita', l'ora di rompere le complicita', l'ora di ripudiare le ambiguita'. L'ora di proporre la nonviolenza come progetto e movimento politico di solidarieta' e di liberazione, per il governo della societa'. L'ora di proporre la nonviolenza come via ragionevole e adeguata all'intero movimento storico delle oppresse e degli oppressi in lotta per una societa' di eguali in diritti e dignita', di responsabili e solidali, in una prospettiva socialista e libertaria, di socializzazione autentica e universale dei diritti e dei beni comuni, di rivendicazione piena della liberta' di tutti e di ognuno in relazioni di giustizia, di cura reciproca, di misericordia per gli altri ed il mondo.

Ma cosa intendiamo qui per nonviolenza? La nonviolenza non e' solo un mero repertorio di tecniche: certo, l'uso di tecniche nonviolente nelle lotte sociali e politiche e' comunque sempre meglio che l'uso delle tecniche violente, e la nonviolenza mette a disposizione di chiunque un repertorio di strumenti da chiunque utilizzabili efficacemente. Ma non basta utilizzare tecniche nonviolente per poter affermare di star praticando una prospettiva politica nonviolenta.

La nonviolenza non e' una mera metodologia e proposta di gestione dei conflitti interpersonali e sociali: certo, e' anche questo; ma e' anche molto di piu'.

La nonviolenza non e' una semplice strumentazione epistemologica, ermeneutica, deliberativa, operativa: certo, e' anche questo, ma e' anche molto di piu'.

E la nonviolenza infine non e' solo appello o insegnamento, sia pur luminosi: essa e' innanzitutto lotta contro la violenza. Lotta politica contro la violenza. Aiuto concreto a chi e' nel bisogno. Contrasto all'oppressione. Proposta, programma, movimento politico per la liberazione e la convivenza dell'umanita'. Proposta, programma, movimento politico per l'inveramento dei principi sanciti nelle grandi tradizioni morali e nelle grandi carte giuridiche: in primis la Dichiarazione universale dei diritti umani.

La proposta della nonviolenza e' compatibile e componibile con diverse tradizioni di pensiero e di azione, religiose e laiche. Essa vuole ereditare e illimpidire e riconoscere e intrecciare in una visione complessa ed aperta, certo in tensione fin conflittuale e senza riduzionismi di sorta, tutte le fonti della civilta' orientate al bene comune, al rispetto per la vita, alla relazione intersoggettiva ecoequosolidale in cui s'invera la natura sociale della persona umana che sempre e solo vive nel processo intersoggettivo, storico, culturale, sociale.

La nonviolenza non e' un'ideologia o una dogmatica, ma una teoria-prassi sperimentale e fallibilista.

La nonviolenza afferma la coerenza tra i mezzi e i fini e il principio responsabilita'.

La nonviolenza riconosce e invera l'umanita' propria ed altrui, fa leva su questa comune appartenenza all'unica famiglia umana, all'unico mondo che abbiamo in comune.

La nonviolenza non esiste in astratto, ma solo nel concreto impegno – ad un tempo comune e liberamente individualmente scelto – per la verita', per la pace e la giustizia, per i diritti di tutti, per la responsabilita' comune che tutti riconosce, libera, protegge e salva. (ildialogo.org)

La nonviolenza e' la politica adeguata ai compiti attuali dell'umanita'.
Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino

proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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