Sì più esercito, sì più carceri. Ma non basta!

R.Ciaccia (Forum Sicurezza a Roma in Memoria di Benedetta Ciaccia,Vittima del terrorismo) e R.Mercuri (ass. naz.cult.Orfani di servizio), comunicato congiunto: sì più esercito, sì più carceri. Ma non basta!

Assolutamente favorevoli all’impiego più ampio possibile nel territorio italiano delle Forze Armate per garantire una maggiore sicurezza. Ciò, immaginiamo, possa comportare anche una spesa irrisoria dal momento che comunque l’esercito sarebbe fermo nelle caserme.

Benissimo anche la costruzione di case circondariali (se ne parla da anni!) magari progettate per tipi diversi di reato. Ciò comporterebbe sia una modalità di reclusione più umana, che eviti, intendiamo, il sovraffollamento, sia un costo di realizzazione e mantenimento notevolmente ridotto della struttura, pensiamo.

Ma a questo si dovrebbe aggiungere certamente l’utilità sociale della pena che consisterebbe nel proporre ad alcune categorie di reclusi di poter uscire sotto vigilanza e compiere gratuitamente attività utili alla comunità.

Inoltre si devono cancellare gli effetti dell’indulto e la possibilità degli arresti domiciliari (riservabili solo a rarissimi casi).

Le pene minime devono essere fortemente innalzate e scontate per intero senza dopo alcuni anni poter fruire di vari benefici. Queste misure devono essere previste per tutti i reati; anche per la violenza alle donne, i reati di strada, la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti ed altri illeciti assimilabili a quelli elencati.

Da decenni invece a cosa assistiamo? !

Il controllo della identità delle persone che circolano nel territorio deve essere capillare.

La impossibilità alla identificazione deve comportare l’espulsione “accompagnata” dall’Italia o l’arresto per anni in campi appositi con l’obbligo di attività sociali visto che il costo di tali centri grava sulle tasche dei contribuenti. Nel caso di mancato rispetto della attività sociale il detenuto sia recluso in regime di semi-isolamento.

Può fare sorridere ma si dovrebbe comminare la reclusione nei centri anzidetti (per reati minori) di chi rovista nei cassonetti mettendo così di fatto a rischio anche la pubblica salute oltre a danneggiare il decoro della comunità.

Altresì la reclusione a chi costruisce baracche. Piuttosto lo Stato provveda a centri di accoglienza

notturni per coloro che in regola con la giustizia e le leggi della Repubblica hanno necessità di un riparo.

Si renda operativo il pattugliamento delle acque nazionali al fine di impedire gli sbarchi: la solidarietà sia portata dal nostro paese nei luoghi del bisogno controllando con rigore come il pubblico denaro viene speso a tal fine.

Se applicate, queste misure porteranno ad una seria riduzione dei reati e ad un equo sentire della giustizia da parte di molti cittadini.

Roberto Ciaccia,
presidente Forum Sicurezza a Roma in Memoria di Benedetta Ciaccia,
Vittima del terrorismo

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