Obamaeconomy

di Alessandro Pedone

Diversi commentatori hanno sottolineato che le borse non avrebbero ben accolto la presidenza di Obama perche' nel giorno della cerimonia di inaugurazione wall street ha subito pesanti perdite (DJ – 4%, S&P – 5,28% e Nasdaq -6,1%).
Soltanto chi non capisce niente di mercati finanziari puo' proporre una rappresentazione dei fatti cosi' sbagliata. Le ragioni per le quali i mercati finanziari salgono o scendono in un giorno sono difficilmente decifrabili, ma certamente non puo' essere una cerimonia di inaugurazione a muovere i mercati dal momento che sono sempre le attese future che muovono i mercati e non la “consacrazione” di una notizia nota da mesi e mesi.
Si puo' sostenere che la presidenza Bush non abbia contribuito brillantemente a risolvere la crisi in atto (chi ha dimenticato la sceneggiata per l'approvazione del TARP) e che Obama sembra, al momento, avere una marcia in piu'.
E' ancora presto per poter affermare se i mercati finanziari apprezzano o meno la nuova presidenza. Molto dipendera' dai provvedimenti approvati (e non solo annunciati).
La situazione che Obama si trova a gestire e' incredibilmente difficile, paragonabile, probabilmente, solo a cio' che dovette fronteggiare Franklin Delano Roosevelt.
Gli strumenti che Obama sembra intenzionato ad utilizzare appaiono in parte simili al new deal con la non trascurabile differenza che la spesa pubblica (per rifare le scuole, le strade, ecc.) , nella versione obamiana del new deal, dovrebbe essere intermediata da aziende private e non pubbliche.
Non e' questa la sede per affrontare gli aspetti politici di questa strategia, dal punto di vista strettamente finanziario, pero', dobbiamo evidenziare che se veramente Obama spendera' centinaia di miliardi di dollari attraverso aziende private, cio' costituirebbe un propellente forte e particolarmente rapido per i settori interessati.
Per questo non ha senso dire ne' che le borse hanno apprezzato Obama (dal giorno della vittoria elettorale, al giorno dell'insediamento lo S&P ha perso piu' del 10%) ne' che le borse abbiano criticato il neo-presidente.
La politica economica che attuera' il presidente, in termini finanziari, si misurera' nei prossimi mesi in primo luogo nella capacita' di trovare una soluzione definitiva per il settore bancario (che appare ancora lontana) e secondariamente nell'efficacia dei provvedimenti di stimolo all'economia: a new new deal.
I mercati finanziari esprimeranno nei prossimi mesi non gia' un giudizio sull'Obama presidente, ma piu' specificatamente un giudizio sulla probabilita' che queste misure riusciranno a portarci fuori dalle secche di questa crisi economico-finanziaria.
Lo sapremo solo nei prossimi mesi…

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