Giornate di Musica e Tregua, anche se Vittorio Arrigoni dice che solo i morti la vedono al 21 gennaio a Gaza. Sembra che le armi meccaniche e chimiche, le macchine volanti, e tutte le diavolerie di questo mondo si siano azzittite finalmente. La voce di Aretha Franklin, nera certa, ha cantato Obama e vola la speranza, la leggo anche se qualcuno esprime se ma e però. Nacque nel ‘52 Vola, Colomba Bianca vola : “Dio del Ciel se fossi una colomba Vorrei volar laggiu’ dov’e’ il mio amor, Che inginocchiato a San Giusto Prega con l’animo mesto…Fummo felici uniti e ci han divisi Ci sorrideva il sole, il cielo, il mar Noi lasciavamo il cantiere Lieti del nostro lavoro E il campanon din don Ci faceva il coro Vola, colomba bianca, vola…il coro ripete”.
Il coro ripete le parole di speranza, fede, carità e ripone in un piccolo volatile bianco la parola agognata Pace, disegnato su tante bandiere arcobaleno per intenderci. E’ stato oggi un amico “straniero” ma residente dove vivo, a portarmi un po’ ridacchiando un libretto che conserva con cura malgrado il suo nomadismo. Aveva letto certe cose che avevo scritto sulla musica leggera di Mario Panzeri e i suoi leggeri amici del pentagramma. Il libretto è un Oscar Mondadori £.1500 (avete letto bene) del 1963 di Umberto Eco “Diario minimo”. Nei Frammenti iniziali a pag.20 scrive: “La poesia italiana del XX secolo dell’era antica, fu poesia della crisi, virilmente conscia del destino incombente; e fu insieme poesia della fede, della purezza e della grazia. Poesia della fede: abbiamo quì un verso, ahimè l’unico leggibile, di quello che doveva essere un canto di lode dello Spirito Santo: ” Vola , colomba bianca, vola….”
E così, andando di colomba in colomba, su America Oggi (Quotidiano italiano pubblicato negli Stati Uniti) leggo il resoconto al 4 gennaio di Antonino Ciappina:”Molta brigata, vita beata”, si suol dire e così è stato per il sodalizio “Italia 2000″ di Lyndhurst (N.J.), al cui Cenone di Capodanno è arriso un successo coi fiocchi. … Il benvenuto, come consueto, è stato dato dapprima da Michele La Fratta, il tesoriere-musichiere, che ha subito ceduto il microfono a Rosa Russo, presidente del sodalizio, che a sua volta ha rinnovato il saluto di benvenuto ed ha esortato tutti a far tesoro delle ore che precedevano la mezzanotte; per salutare in modo appropriato l’anno che moriva e dare l’evviva all’anno che nasceva: il 2009. Ascoltato l’inno nazionale americano, l’inno italiano è stato suonato ed anche cantato in coro, nel ricordo memore di Goffredo Mameli, poeta e patriota, che l’inno scrisse; perito martire alla difesa della Repubblica Romana, e di Michele Novaro, che l’inno musicò; entrambi genovesi….Allorchè Rosa Russo ha annunziato prossimo il momento dell’addio dell’anno vecchio, e l’arrivo dell’anno novello, che l’alba vedeva anche se fuori era buio fitto, Michele ha dato suono e voce a ” Vola colomba bianca vola” proseguendo allo scocco della mezzanotte con : “Con l’anno che muore sorge l’alba per ogni cuore; buon anno a chi venti anni piu’ non ha; buon anno a chi insegue una chimera; buon anno a chi prega e spera; nel nuovo anno ogni rosa possa esserer senza spine; sorrida l’avvenire; il futuro sia un sogno d’amor”. Terminava: “Cuor contento, il Ciel l’aiuta! Viva l’Italia! Viva l’America!”
Un po’ come diceva Zucconi lanciando ad ottobre 2008 il suo libro “L’Aquila e il pollo fritto”: ” Allora scopriremo di nuovo che l’America ci è essenziale; e che l’America non si può non amare”.
Ma Leyla ascoltava un altro battito di ali il 19 gennaio: “Leyla e il rumore degli aerei” è un video, ce ne sono altri da vedere sul sito dove il regista Stefano Savona è l’unica telecamera italiana all`interno della Striscia di Gaza, dal 18 gennaio 2009. Non ci sono colombe americane in multivisione…”Nussayrat è un villaggio a metà strada tra Khan Yunis e Gaza City. Qui, poco dopo l’inizio della guerra, un missile è caduto davanti alla porta della famiglia Guedir. Una persona è morta e tre sono rimaste ferite. Anche Leyla, una bambina di pochi anni, è stata colpita dalle schegge. Ora che è stato dichiarato il cessate il fuoco, Leyla può tornare a giocare in strada. Ma un aereo ronza sopra Nussayrat e lei non riesce a staccare lo sguardo dal cielo”.
C’è anche chi scrive come Shorsh Surme, giornalista kurdo-iracheno: ” Sembra quasi una barzelletta leggere che il governo di Ankara è preoccupato per le sorti del popolo palestinese. Un governo e una dirigenza che continuano a reprimere 17 milioni di Curdi che vivono sulla terra del Kurdistan occupata da oltre ottant’anni dalla Turchia ottomana.In questi ultimi giorni le immagini raccapriccianti dei bimbi uccisi a Gaza sono state giustamente diffuse da tutti i media del mondo, mi domandavo se per Erdogan i bimbi palestinesi non siano uguali ai bimbi curdi colpiti dall’aviazione Turca la settimana scorsa nella zona di Benari Qndil nel Kurdistan dell’Iraq.Infatti, i caccia bombardieri F16 dell’aviazione militare turca giovedì della settimana scorsa hanno colpito quelle povere case dei montanari curdi, con la scusa di colpire i militanti del PKK (partito dei lavoratori del Kurdistan)”.
E tra predatori di Wall Street e della Finanza Globale e le colombe lanciate da una finestra dal Papa con le sue preghiere per Obama, non si ha dubbi, si aspetta e si spera, come la musica che ci invita a ripetere in coro: “Vola colomba bianca vola” e che la Madonna ci accompagni in questi baratri.
Doriana Goracci
p.s.
E siccome l’informazione corre sul web, proprio come una colomba o un falco, leggo sia pure non facendo parte di questo nuovo spazio: INFORMAZIONE IMBAVAGLIATA: FACEBOOK ha disattivato l’account di Infopal
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