La mano di Ramzi non stringe più pietre, adesso accarezza una viola…

La storia di Ramzi – della sua musica, della sua scuola, della sua vita – è la chiave d’accesso per raccontare la storia di milioni di palestinesi, che dal 1948 vivono in una condizione di occupazione. La musica al posto dei kalashnikov. La musica a difesa della tradizione.

Sabato 24 gennaio alle 21 (ingresso libero), Ramzi Aburedwan (bouzouki e viola) sarà alla Sala Newton di Città della Scienza, per un concerto in quartetto – organizzato da SudArte – oltre che per creare un punto di raccolta a Napoli di strumenti musicali da inviare alla sua scuola di Ramallah e per chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza. Con lui sul palco, Edwin Burger (accordion), Maryoujeries Qumseya (percussioni) e il tunisino Ziad Benyoussef (oud). In scaletta, brani tradizionali palestinesi, classici della musica araba e estratti dei sui quattro album: “Si Seulement” (2008), “Oyoun Al Kalaam” (2007), “Nous aimons la vie” (2004) e “Dal’ouna” (2002).

Ramzi Aburedwan, nel 1987, era un bambino che lanciava pietre contro i tank israeliani. Una sua foto è diventata il simbolo della prima Intifada. Dopo l’adolescenza a Ramallah, nel campo profughi di Al Amari, grazie a un workshop finanziato dal consolato francese di Gerusalemme, si ritrova con la sua viola al conservatorio di Angers. Nel 1999 entra a far parte della West-Eastern Divan Orchestra fondata da Daniel Barenboim e Edward Said. Oggi è un musicista affermato, che passa dalle incisioni con Claudio Abbado e i concerti con le principali orchestre europee, all’impegno civile. Ha fondato una scuola di musica nel centro storico di Ramallah e, con l’ensemble Dal’Ouna, porta in giro per il mondo la tradizione musicale araba. Inoltre, è il fondatore di Al Kamandjati, un’organizzazione no-profit franco-palestinese che si occupa della creazione e della gestione di scuole di musica per i bambini che vivono nei campi profughi.

A Città della Scienza, inoltre, è visitabile (fino ad aprile) – gratuitamente il giorno del concerto dalle 19.00 alle 20.30 – la mostra “Il Violinista-Al Kamandjati”, realizzata dall’Osservatorio Euromediterraneo e del Mar Nero, in collaborazione con l’assessorato alla Pace e Immigrazione della Provincia di Napoli.

Un’esperienza, già conosciuta in altre nazioni europee, che presenta un viaggio virtuale tra scienza e musica, con video, postazioni web, un banco da liutaio, aree per l’ascolto e book di approfondimento. Un laboratorio musicale dove gli strumenti diventano le armi per la pace.

Così, migliaia di ragazzi in questi anni, grazie all’opera di Ramzi e dei suoi collaboratori, sono riusciti a dare un importante segnale in controtendenza rispetto alla difficile situazione mediorientale.

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