Riflessioni politiche

Nella panoramica politica attuale occorre promuovere un movimento fondato e diretto esclusivamente da noi, italiani residenti all’estero, aperto alle idee, ai cambiamenti, ai nuovi modi di pensare, al dialogo e al confronto in uno spirito di reciproca tolleranza civica per portare a Roma le nostre concrete e reali necessità affinché da un lato si elevi ulteriormente il livello d’integrazione nel paese eletto a dimora e, dall’altro, ci si possa trovare sempre meglio con la nostra identità d’italiani, soprattutto a livello culturale.
L’obiettivo è che la politica torni ad essere propositiva, tollerante, coraggiosa e appassionante tra persone animate dal desiderio di contribuire a migliorare la vita della nostra comunità, elaborando idee innovative e agendo concretamente per realizzare un progetto di società sempre più libera, giusta e socialmente avanzata proponendoci di creare occasioni di aggregazione tra donne e uomini, giovani e anziani che, attraverso l’esperienza individuale e i loro convincimenti, possano fare sentire la loro voce, forte e coraggiosa esprimendo i loro bisogni e proponendo le possibili soluzioni.
Una delle sfide più importanti con cui la società si trova sempre più confrontata riguarda l'emergere di nuove forme di disagio, che impongono la necessità di correggere le linee di tendenza in atto, attraverso meccanismi di partecipazione che recuperino ad una migliore qualità di vita il nuovo soggetto sociale e annullino ogni ghettizzazione senza far capo a risposte precostituite.
Non dobbiamo dimenticare che, ad esempio, la dimensione del lavoro nella società globalizzata ha una rilevanza estremamente invasiva nelle nostre vite, sia come accesso all’identità professionale, che come risorsa economica, che come assenza o carenza di integrazione sociale. Al fine di evitare la crescente marginalizzazione che può derivare da questa condizione occorre porre confini precisi che delimitino e distinguano la flessibilità da una precarietà che non può essere che psicologicamente destabilizzante, ponendo ulteriori problemi alle persone che già hanno difficoltà a vivere mutamenti adattativi nel quotidiano dei differenti contesti.
In una società dove il raggiungimento del benessere materiale sembra disegnare l’ultimo confine perseguito dall’uomo, occorre infatti che ogni cittadino si imponga una riflessione per rompere il silenzio e rivalutare l’esperienza di difficili percorsi di integrazione come occasione di evoluzione e di crescita.
In questo senso va quindi rivisto anche il concetto stesso di appartenenza, rendendosi conto che lo stesso non si confina all'interno dell'individuo separato dal suo ambiente, ma interagisce in modo intersoggettivo con tutto ciò che gli sta intorno.
Al centro di tutta l’attività politica e istituzionale ci deve essere la persona ! Un modello dove le diversità sono accettate e favorite. La tolleranza, il rispetto, l’amicizia, l’allegria e la creatività si dovranno accompagnare al coraggio, alla serietà, alla capacità realizzativa, alla volontà di agire attivamente nei confronti delle sfide poste dalle continue trasformazioni sociali.
Dobbiamo promuovere un’azione per una politica che diffonda la conoscenza, sviluppi la cultura, protegga l’ambiente, promuova un’equa redistribuzione delle risorse economiche, realizzi le libertà individuali, concretizzi una rete di solidarietà sociale efficace e condivisa.
Il nostro impegno è anche per il giusto riconoscimento dei sacrifici sostenuti dai nostri genitori e dai nostri nonni. Sacrifici che hanno oggi prodotto una generazione di persone che costituiscono un immenso potenziale sia per il paese di origine che per il paese ospitante, con un’ottima preparazione professionale e un bagaglio di esperienza importante: esempi che sono per l’Italia un valore aggiunto di grande importanza.
Per concludere, ritengo che la capacità di una società di confrontarsi serenamente con tutte le sue componenti testimonia anche il suo grado di civiltà: la possibilità di accettare ed integrare ogni cittadino è uno degli indicatori più preziosi a garanzia che essa non imbocchi politiche illusorie e distruttive, ma realistiche e costruttive, per ogni soggetto e per la collettività.

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