Ospedali psichiatrici giudiziari. Lettera al Presidente della commissione Sanità  al Senato: si avvii indagine conoscitiva

Ho inviato al sen. Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanita' al Senato, la seguente lettera:

Caro Presidente
scrivo in merito a quanto da me riscontrato in due visite, a distanza di pochi settimane l'una dall'altra, presso l'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, per i molteplici motivi di grave preoccupazione che questa struttura configura, per i problemi strutturali aggravati da un pesante sovraffollamento, e per il senso giuridico e il trattamento sanitario e “penale” in base al quale questo e gli altri Opg sul territorio nazionale operano.
Il degrado umano e lo stato di abbandono terapeutico in cui versano gli Opg in Italia da tempo, rappresenta qualcosa che non può essere oltremodo taciuto e accettato. Sono in totale circa 1200 gli ospiti-detenuti (più tecnicamente “internati”) dei 6 ospedali psichiatrici giudiziari. Nonostante il nome rassicurante di “ospedale” sono veri e propri manicomi criminali, dove l'aspetto della cura e della terapia passa in secondo piano rispetto a quello della detenzione e della sicurezza.
Un meccanismo perverso, che decreta come persone che devono essere curate -e che infatti non vengono neppure condannate, ma prosciolte, cui viene comminata una misura di sicurezza, o che vengono mandate in “cura” dalle carceri- vengono chiuse nelle celle, e sorvegliate dagli agenti penitenziari. Quindi, a seguito di un proscioglimento per incapacità di intendere e di volere, o per sopravvenuta incapacità durante la carcerazione, si può finire in questo vero e proprio girone dantesco che si configura come un “ergastolo bianco”. Le proroghe di 2, 5 o 10 anni possono ripetersi, infatti, all'infinito, laddove una perizia psichiatrica ravveda gli estremi della pericolosità sociale. Perciò una persona mai condannata per alcun reato si può ritrovare a scontare di fatto un “fine pena mai”.
Grazie alla riforma della medicina penitenziaria, ora di competenza delle Asl, gli Opg possono essere di esclusiva competenza sanitaria, regionalizzati e magari distribuiti in piccole strutture medicalizzate, con sorveglianza e sicurezza solo esterna, mentre accanto ai malati internati dovrebbero esserci medici, infermieri e attività di recupero.
A Montelupo Fiorentino, celle progettate per tre o cinque persone, ne ospitano sette o otto per volta. Durante la mia prima visita (22 dicembre) erano ospiti dell'Istituto 186 persone a fronte di una capienza prevista di circa 110. La Asl di Empoli certifica come, in situazione di sovraffollamento, non può essere garantito il livello minimo di assistenza sanitaria, ma il Dap continua ad inviare detenuti o internati. Gli agenti di polizia penitenziaria risultano essere appena 100, di cui 20 destinati al nucleo “traduzioni”: nel complesso, conteggiati i distaccati, risultavano mancanti almeno 20 agenti, rispetto ad un organico comunque tarato su 110 internati. Per la parte sanitaria, affidata ora al SSN, è presente 24 ore su 24 solamente il servizio di guardia medica, perché manca lo psichiatra dalle 18 alle 9 e dalle 14 del sabato alle 9 del lunedì.
In base alla grave situazione riscontrata a Montelupo Fiorentino ho depositato una dettagliata interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali, per la quale attendo risposta. Ma più in generale, dato anche che la materia ora è di esclusiva competenza sanitaria, ritengo sia indispensabile che anche le commissioni Sanità dei due rami del Parlamento siano al più presto investite della conoscenza, dello studio e di una mobilitazione in termini di proposte legislative sulla situazione degli Opg.
E' questo, dunque, il punto di questa mia lettera con la quale mi appello affinché la Commissione Sanità al Senato, da Te presieduta, possa al più presto considerare l'opportunità di divenire sede istituzionale per una approfondita indagine conoscitiva sullo stato giuridico e di gestione di queste strutture.
Certa di trovare adeguata accoglienza a questa mia richiesta, porgo i miei saluti più cari

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