Lettera aperta al Vice Presidente della Giunta regionale ligure Massimiliano Costa e all’Assessore alla sanità , Claudio Montaldo

di Aleandro Longhi

Egregi Assessori,
Nel febbraio scorso avevo denunciato che, nonostante la Giunta regionale di centrosinistra si fosse insediata da circa tre anni, le rette delle case di riposo per anziani (RSA) fossero ancora regolate dalla delibera n. 308 del 15/02/05 della Giunta di centrodestra.
Consideravo quella delibera una vergogna, una speculazione finanziaria nei confronti degli anziani non autosufficienti ricoverati in case di riposo private con posti letto accreditati dal servizio sanitario pubblico: si lasciava libero il proprietario di fissare la quota alberghiera a suo piacimento. Finalmente con delibera n. 969 del 01/08/08 la Giunta Burlando ha abrogato la delibera 308, ma purtroppo, considero questa delibera ancor più vergognosa, proprio perché il centrosinistra dovrebbe essere più sensibile verso fasce sociali deboli, quali sono gli anziani.
Se il centrodestra fissava in 41,40 euro giornalieri (1.242 mensili), con aggiornamento annuale all'indice ISTAT, il contributo sanitario concesso dalle ASL alle case di riposo per ogni anziano non autosufficiente ricoverato, non stabilendo alcuna tariffa per la quota alberghiera, pagata direttamente dall'anziano o dalla sua famiglia, permetteva ai proprietari delle case di riposo, di far pagare al povero anziano quote aggiuntive che andavano dai 1.200 ai 1.600 euro mensili: di fatto, un posto letto in una RSA, se pagato privatamente, aveva un prezzo inferiore di 600, 700, 800, 900 o più, euro mensili a seconda della casa di riposo. Nello stesso ospizio, un ricoverato poteva pagare privatamente 1.850 euro mensili, l'anziano del posto accanto, se accreditato, pagava 1.400 euro di tasca sua, in aggiunta ai circa 1.300 euro elargiti dalla ASL: lo stesso posto letto, che, ovviamente, aveva il medesimo costo, veniva invece pagato ben 850 euro in più, se l'anziano era stato accreditato. Logica e buon senso, avrebbero voluto che il ricoverato pagasse la differenza tra il prezzo di 1.850 euro richiesti privatamente e i 1.300 erogati dalla ASL e quindi solamente 550 euro invece dei 1.400 richiesti. La nuova delibera fissa il contributo erogato dalle ASL in 43,80 euro giornalieri (1.314 euro mensili) e fissa la quota a carico dell'anziano in 40 euro giornalieri (1.200 mensili). A prima vista sembrerebbe un miglioramento: finalmente è stata fissata una quota alberghiera, esagerata, ma almeno certa e inferiore a quanto si praticava prima. Ma poi, andando a leggere con attenzione la delibera, si trovano due chicche: “Per i posti convenzionati il costo base della quota alberghiera non può essere inferiore all'importo indicato. I Comuni che hanno accordi in atto per importi inferiori al costo indicato, concordano con le strutture ospitanti l'adeguamento della tariffa entro il 31/12/2008. “Poi, sempre per i costi a carico dell'anziano: “Laddove i servizi sopra indicati siano maggiormente personalizzati e in base ad accordi con i Comuni, possono essere previsti incrementi fino al 30%. Detti incrementi sono applicabili anche per gli ospiti inseriti con tariffa sanitaria e quota alberghiera regolata da trattativa privata”.
Di fatto gli anziani o le loro famiglie continuano a pagare come prima, alcuni rischiano di pagare anche di più. Cari Assessori, perché non copiate dalla Regione Piemonte? Mi è stato consegnato un documento, relativo ad un anziano ricoverato nella”Residenza Lercaro”di Ovada, in cui la ASL di Alessandria comunicava che la retta giornaliera di 62,48 euro, pagata privatamente, si abbassava a 31,24, in quanto l'anziano era stato riconosciuto non autosufficiente e quindi la quota sanitaria sarebbe stata pagata dalla ASL. In Piemonte, quindi, la retta viene pagata per metà dalla ASL e metà dall'utente: risparmia la Regione e risparmia l'anziano.
Vi chiedo altresì di considerare, la concreta ipotesi di riconoscere l'ovvietà: i 1.314 euro di quota sanitaria che elargite alle case di riposo per ogni anziano non autosufficiente ricoverato, perché non li concedete direttamente all'anziano? Con quella dote, l'anziano, da solo o con l'aiuto dei sindacati, potrebbe trattare la retta con la casa di riposo o, ancor meglio, potrebbe assumere un/una badante, rimanere nella propria abitazione assieme ai familiari, con un beneficio per sè e per l'occupazione lavorativa: in tempi di recessione e disoccupazione, sarebbe un segnale positivo.

In attesa di una cortese risposta, porgo cordiali saluti

Aleandro Longhi

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