Giustizia: vaniloquio di governo

Luigi Li Gotti

Quando qualcosa non funziona o funziona male, chi ha la responsabilità non può limitarsi a ripetere che le cose non funzionano o funzionano male. Chi ha responsabilità di governo deve, invece, proporre soluzioni e discuterle. Quello che avviene per la Giustizia è esattamente una sterile denuncia arcinota da anni. Il governo non propone, limitandosi a partecipare al lamento.

L’Italia dei Valori, sin dal 16 maggio 2008, ha presentato numerose proposte di legge per migliorare il sistema giustizia. Le nostre proposte di legge (in numero di 21) sono facilmente consultabili sul nostro sito. La ricerca ha la seguente procedura: cliccate sulla vice “i 42 parlamentari IDV”, poi cliccate sul mio nome, poi cliccate sulla voce “iniziativa legislativa” (i numeri dei disegni sono: 579, 580, 581, 582, 583, 584, 586, 838, 1004, oltre altri disegni su materie più specifiche. Potrete, disegno per disegno, leggere la relazione, l’articolato e lo stato di lavoro). I disegni di legge sono tra l’altro sulla modifica del processo penale, sul processo civile, sul processo del lavoro, sul processo fallimentare, sull’istituzione dell’ufficio per il processo e la riorganizzazione delle cancellerie, sul testo unico per le misure di prevenzione antimafia, etc.

Sono state già approvate dal Senato (lo scorso 22 dicembre) le nostre proposte di legge per l’istituzione della banca dati del DNA (n. 586) e per disciplinare il prelievo per l’estrazione del profilo del DNA (n. 580), nonché il DDL 853. L’esame dei nostri disegni di legge sulla riforma del processo penale, sull’ufficio per il processo e la riorganizzazione delle cancellerie e sul testo unico per le misure di prevenzione antimafia, è già iniziato (da ottobre) in Commissione Giustizia del Senato. Peraltro, proprio su mia richiesta, il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, ha sollecitato il Governo a presentare le sue proposte. Ha fatto il sollecito a ottobre 2008, ma il Governo non ha ancora risposto. A fronte della concretezza delle nostre proposte di legge, il Governo, la maggioranza e il PD discutono se sia o meno possibile discutere insieme sulle riforme della giustizia e sulla forma del tavolo. È un teatrino. Ma di cosa dovrebbero discutere, se ancora non sono state presentate proposte, ossia disegni di legge? È veramente una situazione surreale.

Il luogo ove si discutono le riforme legislative, è il Parlamento. In Parlamento ci sono le proposte di legge dell’Italia dei Valori, ma la maggioranza (e il governo) cercano tavoli per discutere del niente col PD. Proprio del niente, perché non esistono altre proposte di legge, oltre quelle dell’Italia dei Valori.

Il problema è, però, molto più complesso. Partiamo da una considerazione: non esistono riforme che possano farsi a costo zero. Il governo e la maggioranza hanno, con la finanziaria, tagliato le risorse per la Giustizia nella misura del 20% per il 2009, del 30% per il 2010 e del 40,5% per il 2011. Poi il Governo ha tagliato il personale della giustizia del 10%. Nel nostro paese pendono circa 10 milioni di processi (Spagna, Francia e Inghilterra hanno, tutte insieme, lo stesso numero di processi) e i magistrati togati sono 8000 (meno di un terzo di quanti ne hanno la Spagna, la Francia e l’Inghilterra, messe insieme).

La cruda realtà dei numeri, imporrebbe serietà di analisi e di proposte, oltre che di risorse. Alcune cose possono però farsi senza risorse (ad esempio le notifiche – per il difetto di notifica saltano il 13% dei processi – con la posta elettronica certificata). Nel nostro disegno di legge n. 584 (perché ci vuole una legge) questo si prevede e disciplina.

Noi siamo il partito del fare, con umiltà e pronti al confronto e ai contributi migliorativi. Ma loro parlano, parlano, parlano. Sono parole al vento. Sono una presa in giro dei cittadini. Un vaniloquio irrispettoso.

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