Precari in svendita

Si calcola che con la fine dell’anno circa 300.000 lavoratori precari hanno visto scadere il loro contratto senza più alcuna possibilità di rinnovo. 300.000 persone hanno perso il lavoro e da due giorni l’Istat li considera ufficialmente iscritte tra coloro che sono “in cerca di occupazione”.
Tra di essi ci sono anche molti giovani per i quali si può parlare anche di “perdita della speranza”, ma anche meno giovani, che vivevano precariamente da anni, specie nella Pubblica Amministrazione, forse padri e madri di famiglia, per i quali, in ragione della loro età, diventerà ancor più difficile il futuro anche a breve termine. Per quasi tutti non vi sarà nessuna forma di ammortizzatori sociali. Per pochissimi scatterà una qualche forma di sostegno, prevista dal decreto “anti-crisi”, che complessivamente mette in campo circa 5 miliardi di euro, mentre noi di Italia dei Valori stimiamo che dovrebbero essere almeno il quadruplo. Abbiamo anche indicato al governo come reperire tali risorse: oltre ai 5 miliardi stanziati dal governo, altri 5 potrebbero arrivare da procedure speciali per incassare quanto non versato da chi tra il 2001 ed il 2005 ha fatto domanda di condono senza versare le somme previste, 3 miliardi dalla sospensione per due anni della abolizione dell’Ici sulla prima casa se di una certa dimensione (quindi a carico di famiglie benestanti), 3 miliardi da una più serrata lotta all’evasione fiscale reintroducendo le norme sulla tracciabilità dei pagamenti, 4 miliardi dalla riduzione degli interessi passivi sul debito pubblico. Certo con queste risorse si possono prevedere più estesi ammortizzatori sociali anche per i precari, oltre che in generale per le famiglie a reddito più basso. Una recente ricerca a permesso di calcolare in circa 2.800.000 i lavoratori precari al 30 settembre scorso, con un aumento in 5 anni di circa il 17%. Di essi 900 mila sono al Sud (il 34,4%), 700 mila nel Nord Est (24,6%), 600 mila al Centro (21,5%) e 550 mila nel Nord Ovest (20,4). In media i lavoratori precari sono occupati per 31 ore alla settimana, contro le 37 dei lavoratori a tempo indeterminato. La prossima settimana inizierà in Parlamento la discussione del decreto anti-crisi. Ci auguriamo che il governo accetti le nostre proposte e lo modifichi profondamente.

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